| ✔Intervista a Daniele Marasco, che presenta ai lettori il libro "Il cospiratore" (Aletti Editore)
• Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il cospiratore? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
R: Gli argomenti sono tanti e sono tutt’ora contemporanei. Si parla di #amore, #fiducia, #amicizia, #lealtà, #tradimenti; tutti valori che fanno parte della vita di noi esseri umani e che riempiono la nostra esistenza. Tutti abbiamo amato almeno una volta nella vita; tutti riponiamo fiducia in altre persone, amici, e sicuramente a tutti è capitato di essere stati traditi, che sia da un amore o da un’amicizia. Si parla di seconde occasioni, che raramente accadono nella realtà, di ingiustizie e di sacrifici. Tutti elementi che messi insieme fanno parte della nostra quotidianità.
• Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
R: La realtà incide sempre. In ogni cosa che si scrive impregniamo i fogli di una parte di noi. Se non avessi vissuto quei sentimenti sulla mia pelle non ne avrei parlato. Tutto parte da ciò che viviamo in prima persona. E più una persona ne ha passate e più cose ha da raccontare. Si parte sempre da quello che abbiamo vissuto e che ci ha lasciato dentro.
• La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
R. La scrittura salva ciò che ognuno di noi ritiene necessario quando scrive. Particolarmente è una testimonianza di come, nonostante le epoche siano diverse, ci si possano creare rapporti solidi basati su sentimenti che oggi sono un po’ messi da parte forse in quanto viviamo (probabilmente) dando importanza a cose un po’ più superficiali, non avventurandoci nel profondo, nell’essenza. Su come, nonostante le diversità e i diversi punti di vista, si possa costruire un rapporto di vera amicizia o di vero amore. L’opportunità di riscattarsi da un errore, di essere fedeli a se stessi e a ciò che si prova. Il coraggio di andare contro tutti per la verità. I sentimenti, positivi e negativi rimarranno sempre nonostante gli anni. Questi valori (che possano essere stati vissuti mille anni fa o oggi) accomunano tutti noi.
• A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito“Il cospiratore”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
R: Sicuramente emozionanti e cruciali per lo sviluppo e la crescita personale. Episodi che lasciano un segno indelebile. Ma ciascuno di loro ha contribuito, in diversa percentuale, a maturare e anche a cercare di migliorare i personaggi, evolvendoli nel corso della storia.
• Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
R: Io sono particolarmente affascinato dalla letteratura classica francese e inglese. Decisamente mi hanno segnato Dumas, Hugo e Shakespeare. Ero solo un ragazzo quando mi accingevo a leggere I Tre Moschettieri. Il senso dell’onore, della giustizia per un bene superiore, ha sempre destato un certo interesse nella mia persona. e crescendo, approfondendo, mi sono reso conto che questo senso del bene per qualcosa di più grande mi è sempre rimasto dentro. Sono rimasto sempre affascinato dalle loro opere. Tra quelli attuali ha un impatto più accentuato Coehlo. Lo considero un autore di rara profondità.
• Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
R: Direi di sì. Sicuramente i grandi maestri classici internazionali hanno influenzato il mio pensiero e orientato verso ciò di cui volevo scrivere..
• Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
R: Mi piacciono le storie intense, con particolari situazioni che hanno un impatto emotivo sul personaggio; storie che si spingono in profondità fino ad arrivare a toccare la coscienza, i valori, i principi, e perché no magari anche metterli in discussione a volte, dando forse una prospettiva nuova.
• Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
R: Sicuramente il cartaceo. Non c’è paragone. Mi piace l’odore della carta, segnarmi i tratti che più mi piacciono. Decisamente un libro non lo si assapora fino in fondo leggendolo su uno smartphone.
• Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
R: Ho cercato di lasciarmi andare senza forzare i miei pensieri o le azioni dei personaggi. Tutto ciò che ho scritto mi è venuto spontaneamente, dando a ciascuno di loro dei tratti caratteristici e cercando di sviluppare una storia intensa in cui vengono particolarmente evidenziati gli stati d’animo del protagonista e i suoi conflitti interiori.
• Un motivo per cui lei comprerebbe “Il cospiratore”, se non lo avesse scritto.
R: Perché ognuno di noi potrebbe rivivere (anche se l’epoca è diversa) attraverso i personaggi e la loro storia, le loro sensazioni ed emozioni, dei fatti vissuti che possano portarli ad immedesimarsi con loro e capire nel profondo ciò che si sta leggendo e cosa si prova in determinate situazioni.
• Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
R: Sicuramente non mi fermerò a questo. Voglio migliorare e continuare a scrivere. Ci sono delle idee, di vario genere, che ho già scritto e spero di poterle col tempo realizzare.
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