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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Caterina Marchesini, che presenta ai lettori il romanzo giallo“Il caso del monastero” ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

✔Intervista a Caterina Marchesini, che presenta ai lettori il romanzo giallo“Il caso del monastero” (Aletti Editore)

Domanda- Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il caso del monastero”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
☑Caterina Marchesini - Il titolo l’ho scelto perché si tratta di un romanzo giallo con al centro un’indagine investigativa avente come scenario un monastero. Il tutto nasce dal ritrovamento nell’archivio di tale monastero di una mappa dei sotterranei, cui segue l’inspiegabile sparizione dello storico chiamata ad esaminarla. Viene allora incaricato delle indagini un ispettore di Polizia che si ritroverà alle prese con un caso piuttosto intricato, una vicenda dagli oscuri contorni in un avvicendarsi di complessi personaggi, in un susseguirsi di colpi di scena, intrisi di mistero e velature romantiche, in un accavallarsi di enigmi da sciogliere e interrogativi ai quali trovare risposta.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
☑Caterina Marchesini - Si tratta di un romanzo di fantasia, nato dalla mia passione per enigmi e misteri nonché per il meccanismo dell’indagine che conduce alla risoluzione di un caso. Il tutto alimentato dal fascino che da sempre esercitano su di me gli antichi monasteri (così come i castelli; il mio primo libro giallo, infatti, l’ho ambientato in un castello): antichi edifici, ricchi di storia.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
☑Caterina Marchesini - Non si tratta di un romanzo storico, però, come dicevo prima, è ambientato in un luogo ricco di storia, un monastero seicentesco avente nei sotterranei un archivio che custodisce pregiati documenti, alcuni dei quali scritti a mano dai monaci amanuensi. Gli archivi dei monasteri sono delle vere e proprie miniere di ricchezze culturali attraverso le quali si tramanda il sapere sin dall’anno Mille, in cui nacque il Monachesimo, e dove si conservano le prime codificazioni scritte di diritto canonico (argomento che conosco bene grazie alle mie reminiscenze universitarie di diritto ecclesiastico). In questo modo, attraverso l’indagine investigativa che parte da un monastero, si rievoca e si può trasmettere la loro importanza storica. Inoltre, ad un certo punto nell’indagine compare una confraternita; le confraternite erano delle associazioni laicali che anticamente si occupavano di opere religiose: quindi, un ulteriore dato storico che può essere salvato dall’oblio del tempo.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il caso del monastero”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
☑Caterina Marchesini - Mi piace scrivere gialli perché mi appassiona costruire il procedimento d’indagine che ruota intorno ad un delitto o alla risoluzione di un enigma. Analizzare, scandagliare i vari indizi, così come la personalità dei personaggi che man mano compaiono sulla scena. A tal proposito, un episodio che ricordo gradevolmente è il primo incontro tra l’ispettore di Polizia e la badessa del monastero: l’ispettore rimane un po’ intimidito, vedendola nella sua espressione impassibile. La madre superiora si rivelerà pian piano una figura alquanto interessante, una donna di grande personalità, colta, austera e… misteriosa.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
☑Caterina Marchesini - Gli arcani, gli enigmi, le indagini, ribadisco, hanno sempre avuto un forte ascendente su di me. Se vogliamo andare alla ricerca della nascita della mia passione per i libri gialli, dobbiamo allora risalire alle mie estati di ragazzina quando adoravo e “divoravo” i Gialli Mondadori. Ho “incontrato” in quegli anni la regina del giallo, Agatha Christie, apprezzandone molto la scrittura. E successivamente ho subìto il fascino di Sherlock Holmes, il famoso investigatore londinese nato dalla penna di Arthur Conan Doyle, col suo metodo deduttivo di indagine. In contemporanea alle letture, cominciai a scrivere. Iniziai con brevi racconti del mistero (che custodisco ancora oggi), per poi passare ai gialli. Una passione, questa per la scrittura, che si è fatta strada nel tempo, diventando sempre più forte dopo la maturità classica; e durante gli anni universitari iniziai la stesura di quello che divenne il mio primo libro giallo edito. Inoltre, da immane memoria, nutro un profondo amore anche per le poesie (la lettura di alcuni poeti mi trasmette grandi emozioni); e rivelo che sin da giovanissima mi diletto a scriverne anch’io: alcuni miei versi sono giunti di recente all’attenzione del pubblico della rete, suscitando apprezzamenti.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
☑Caterina Marchesini - Amo molto la musica: prediligo quella italiana, ma non disdegno quella straniera. Dai testi delle canzoni mi piace estrapolare quella strofa, quel verso che più mi colpisce (cosa che faccio anche con i vari libri che leggo, così come con le poesie). Adoro pure la musica classica, Mozart in testa, seguito da Chopin, ma non solo. C’è anche la pittura che mi affascina: rimango estasiata dinanzi ad un bel quadro; e qui mi incantano Magritte, Kandinskij… per citarne alcuni. Non credo che queste discipline artistiche abbiano influenzato la mia scrittura, però sono anche loro dei fedeli “compagni” che mi affiancano nell’attività di creazione letteraria.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
☑Caterina Marchesini - Sono appassionata di cultura in generale e allo studio classico e giuridico ho costantemente alternato la lettura. I libri sono stati da sempre i miei più cari “amici”. Mi piace spaziare nei vari generi: dai grandi classici (i miei preferiti, tra l’altro) ai romanzi d’amore; dai trattati di filosofia ai testi di psicologia e psicoanalisi. Ho finanche una particolare attrazione per il mondo matematico (il fascino dei numeri), i volumi di astrofisica e le leggi della fisica (adoro Einstein, sia il fisico che il filosofo).

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
☑Caterina Marchesini - Dovendo scegliere, non ho dubbi: quello cartaceo perché, da accanita lettrice sin dall’infanzia (cominciai con i fumetti di Topolino e Diabolik), ho sempre amato odorare le pagine di un libro nuovo prima di iniziarne la lettura. Capisco però che ormai siamo nell’era del digitale, quindi ben venga anche questa opzione qualora possa favorire la lettura. Resto comunque del parere che toccare con mano un testo e sfogliarne le pagine mentre lo si legge ha un valore che non ha eguali.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
☑Caterina Marchesini - È stato un ottimo rapporto, con la trama che si andava snocciolando gradualmente, ispirazione dopo ispirazione, avvenimento dopo avvenimento, insieme ai personaggi che emergevano in tutte le loro sfaccettature. Nello scrivere, dei protagonisti mi piace analizzarne anche la psicologia, le loro fragilità, la loro umanità, indagandone i meandri dell’anima.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il caso del monastero”, se non lo avesse scritto.
☑Caterina Marchesini - Da appassionata di libri gialli, se non lo avessi scritto, lo comprerei perché, dopo essere stata attratta già dal titolo e dalla copertina che ritrae un fascinoso chiostro con tanto di pozzo, rimarrei catturata dalla trama e dal desiderio di scoprire gli sviluppi del caso.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
☑Caterina Marchesini - C’è qualcosa di enigmatico nell’aria… In questo momento, però, sono così emozionata per il mio “caso del monastero” che voglio assaporarlo senza pensare ad altro.

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