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✔Il velo dell’infinito - di Mauro Mancini
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Attraverso la poesia si riporta il dramma dell'uomo alle prese con la verità, deciso ad andare sino in fondo per conoscersi interiormente ed a fare i conti con il mondo esistente senza fermarsi dinanzi a nessun impedimento. Vivere nella sincerità ponendo l'attenzione all'individuo e non alle astrattezze teoriche prodotte dal genere umano. Il poeta si fa domande sulla sua identità, sul rapporto sempre più complicato e difficoltoso con gli altri, sul rifiuto della morte la quale incombe su di noi, giacché ci si rassegna a quella altrui, mentre si è angosciati dal pensiero della propria. Egli è alla perenne ricerca di una vita perfetta, di un'armonia fra la cultura e la natura, di una umanità riconciliata con sé stessa. Un sogno da realizzare reso impossibile dal cronico ripetersi degli accadimenti quotidiani generati dalle miserie terrene, ma perseguito ostinatamente perché l'aspirazione alla felicità è insita nell'uomo idealista ed ancor più nel poeta teso alla sintesi fra anima e corpo. Però sarebbe fuorviante pensare la poesia come una forma artistica fondata solo sulla fantasia e sulle illusioni, poiché l'arte poetica è in grado di rappresentare gli affetti, i sentimenti, le idealità, la bellezza sprigionanti dal cuore, capace di generare sia il reale che le sensazioni dell'animo donando un senso all'esistenza impedendole di rendersi ancor più povera, strappandola alla subordinazione all'utile ed all'interesse particolaristici. Ma in questo periodo storico contraddittorio e conflittuale, vi è un progressivo e diffuso diniego del confronto dialettico da parte di coloro che vogliono ignorare i fatti perché non gradiscono i dati oggettivi e, dunque, il pensiero di costoro è dettato dai desideri personalistici. La descrizione della realtà può rivelarsi dolorosa, giacché il vero, una volta svelato ed interiorizzato, favorisce il crollo delle visioni e delle concezioni poste alla base di un mondo artificioso, solido come un castello di carte.
Forse dietro l'assunzione di simili atteggiamenti vive l'immutabile incoerenza della natura umana. ‘‘L'uomo ha una tale passione per il sistema e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità per non vedere il vedibile, a non udire l'udibile pur di legittimare la propria logica’’ (Fёdor Dostoevskij).
Mauro Mancini, nato a Roma, ove vive, terminati gli studi liceali ha conseguito la laurea in Lettere e successivamente quella in Sociologia presso l’Università della città nativa “La Sapienza”. Attualmente presta servizio presso una Segreteria scolastica romana. Si è classificato tra i vincitori dei concorsi “Habere Artem” (2001), “Poetici Orizzonti” (2003), “Parole in fuga” (2004), “Poesie del Nuovo Millennio” (2005).
Finalista alla Sezione Aletti Editore – Libro di Poesie Edito sia al “2° Premio Internazionale ‘Salvatore Quasimodo’” che al “2° Premio Letterario Internazionale "Maria Cumani Quasimodo". Sono stati pubblicati dalla casa editrice succitata tre testi di liriche: Sussurri dell’anima nell’ottobre del 2010, Un soffio di vita nel giugno del 2012 e Alba radiosa dell’armonia nel gennaio del 2017.
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