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✔Un’astronauta sulla terra - di Chiara Morello
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Leggi la prefazione del Maestro Giuseppe Aletti 👇
Un'astronauta sulla terra, il titolo scelto dalla poetessa Chiara Morello per la presente raccolta, ci suggerisce da subito una prospettiva di analisi delle liriche ivi contenute. Il poeta è paragonato all'astronauta; grazie alla sua ricca vita interiore, all'immaginazione, all'introspezione, è attratto dall'immensità dell'universo, ma al tempo stesso vive le difficoltà di un contesto, quale è quello terrestre appunto, troppo limitato e ristretto per chi ha una vocazione da astronauta ed è costretto con fatica ad adattarsi all'ambiente. È un'immagine molto evocativa che, per similitudine, riporta alla mente una descrizione notissima e suggestiva nel mondo poetico: la figura, evocata da Baudelaire, del poeta paragonato all'albatro. Lì, il poeta era equiparato ad un uccello, essendo abile nel volare con la fantasia, ma costretto a vivere sfavorevolmente sulla terra, dove si sente estraneo ed esiliato. Un'analoga estraniazione, con parole nuove, viene comunicata dalla Morello, la quale asserisce nella poesia che dà il nome al libro ed è posta in chiusura come un sigillo: "Sono un’astronauta sulla terra in cerca di ossigeno [...] A forza di cercare un posto nel mondo / ho cominciato a stare stretta e così / mi sono rifugiata nell’infinità dello spazio".
All'interno del libro, ci ritroviamo di fronte a poesie perlopiù brevi, alcune brevissime da ricordare, nella forma, l'aforisma, come nel caso della lirica Imprevedibile, di appena tre versi: "Funziona così:/ prendi delle scelte,/ la vita le cambia".
Il linguaggio è cristallino, diretto, ed oscilla tra ricordi, sensazioni, annotazioni, descrizioni simboliche. Queste ultime sono avvolte nel velo dell'allegoria (un esempio ne sono le poesie Roseo, Fata dalle ali cangianti).
Sono tanti i temi che cavalcano la raccolta: amore e dolore (l'amore, quello con la A maiuscola, è un potente rimedio ai mali connaturati al vivere, come nei versi di Non resta che quello: "per opprimere il dolore, /per cercare la forza dentro la paura /non mi resta che amare"); gli affetti felici, che sono come un balsamo che addolcisce le nostre vite e sfidano le barriere spaziotemporali (come in questi dolcissimi versi: "Non importa del tempo o dello spazio, /due costanti irreversibili solo fisicamente /perché ogni volta che chiudo gli occhi sei ancora con me" e in questi ancora "La vita non è infinita /ma io ti renderò eterna"). Altre volte, invece, sono descritti, con rammarico, gli affetti vinti dal passaggio del tempo, le lacerazioni del cuore. C'è un accenno, poi, anche alle tematiche ecologiche, dove l'uomo è dipinto come "Figlio ingrato di questo pianeta", ricalcando le preoccupazioni e i turbamenti del nostro tempo.
Tanti altri temi potranno essere rintracciati in questi versi, a seconda della propria sensibilità. È questo un concetto ribadito anche dalla poetessa stessa nella lirica Sfumature: "La profondità delle parole / come quella del cuore / muta da persona in persona. / Emozioni apparentemente simili /si articolano in miliardi di sfumature, / differenti l’una dall’altra, uniche".
In molte poesie si avverte una tensione tra due poli estremi, tra la realtà e il sogno, tra ciò che è e ciò che invece si vorrebbe che fosse.
In estrema sintesi, questi versi nascono dall'esplorazione di chi è alla ricerca di verità. Questa condizione di Chiara Morello è la condizione necessaria ad ogni bravo poeta, il quale non si limita alla realtà, ma avverte l'urgenza di indagare un significato più profondo nell'esistenza.
Collana "Gli Emersi - #Narrativa"
pp.260
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