| ✔Intervista a Valeria Cospito, che presenta ai lettori il romanzo “Anatomia familiare con delitto” - Aletti Editore
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Anatomia familiare con delitto”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
☑Valeria Cospito - Nel romanzo analizzo una famiglia numerosa i cui componenti, troppo presi dai loro problemi esistenziali, non trovano il tempo e forse anche il piacere d’incontrarsi saltuariamente per mantenere vivo il senso della comune appartenenza. Nella prima parte del libro descrivo compiutamente i personaggi evidenziandone le caratteristiche, le debolezze e la loro difficile esistenza. Nella seconda parte l’abbattersi di un fatto delittuoso irrompe con tutta la sua virulenza su un contesto familiare già di per sé complicato, determinando un ulteriore sconquasso.
Il percorso che tutti dovranno fare per superare quest’ultima difficoltà, sarà una vera e propria catarsi che porterà l’intera famiglia a ritrovare l’armonia, la consapevolezza e la gioia di sentirsi unita più di prima.
Altre tematiche che affronto nella narrazione sono il concetto di famiglia allargata, il fenomeno della droga e soprattutto i disastri causati dalla chiusura delle strutture specializzate per la custodia e la cura dei malati di mente.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
☑Valeria Cospito - La realtà che mi circonda ha inciso inevitabilmente su quanto ho raccontato. I personaggi descritti talora riflettono il mio modo di essere, di vivere e di pensare. Ad esempio, nel romanzo in questione, se dovessi identificarmi in qualcuno, penserei a Ludovica che, incline all’amore verso il prossimo, è l’unica a spendersi fattivamente per mantenere unita la famiglia d’origine.
In questo scritto sono citati i luoghi in cui realmente vivo: Piazzale Medaglie d’oro, l’Ufficio postale, negozi vari, ristoranti. E che dire della nota prettamente autobiografica nel raccontare dello scippo da me subito in via dei Banchi vecchi nel centro di Roma, episodio in cui esalto l’amicizia di un’amica, Francesca, che ho realmente nella vita.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire
dall’oblio del tempo con questo suo libro?
☑Valeria Cospito -Lo scritto di un autore nasce dall’esigenza di diffondere uno o più messaggi frutto di esperienza, riflessione e consapevolezza. Un messaggio importante che scaturisce dalla trama del romanzo è, come già accennato, la denuncia dei danni causati dalla chiusura dei manicomi. Tale provvedimento ha sottratto i malati di mente alla custodia e alla cura dei sanitari specializzati per restituirli alle rispettive famiglie, del tutto impreparate a gestire il problema. Ritengo poi necessario tentare di salvare dall’oblio ciò che per egoismo, comodità, rifiuto del sacrificio, ci porta al male di vivere, alla solitudine, all’incomprensione col mondo che ci circonda. Uscire dal formalismo, cercare l’autenticità nei rapporti umani, essere sinceri e disponibili verso il prossimo appaga, si vive in pace con se stessi, si rafforzano i legami, le amicizie, i sentimenti. L’armonia, l’unione familiare, la ricerca del gruppo con cui condividere gioie e dolori è fondamentale per non perdersi e avvertire il vuoto intorno a sé. Mai come ora, in tempo di pandemia, tutto ciò è necessario.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Anatomia familiare con delitto”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
☑Valeria Cospito - Indubbiamente isolerei gli episodi che riguardano il tentativo di salvare un matrimonio in crisi. L’espediente messo in piedi da Ludovica per conoscere la rivale della cognata, la visita al consultorio familiare con l’intervento di uno psicologo, il coinvolgimento diretto di alcuni membri della famiglia nelle diverse problematiche, sono passaggi fondamentali nella costruzione del romanzo.
Isolerei anche l’evolversi del rapporto tra Claudia e i figli di Mimmo, Luca e Mattia. Pian piano Claudia, determinata a combattere senza perdere la fiducia, agendo con dolcezza e tatto, si farà apprezzare soprattutto da Luca, più paziente e disponibile al dialogo rispetto al fratello minore, nei cui confronti la sua soddisfazione più grande sarà il contribuire a salvarlo dalla droga inducendolo a lavorare e a riconciliarsi col padre.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
☑Valeria Cospito - Fonte d’ispirazione è la rivisitazione della mia esperienza di vita e ciò che accade tutti i giorni a me stessa e agli altri che poi costituiscono il mio prossimo. Va da sé che la mia formazione classica mi porta a prediligere i maggiori esponenti della letteratura italiana. È da loro che ho imparato a concentrare la mia attenzione su contenuti che, esposti in modo limpido e lineare, mi consentono di esaltare i valori fondamentali della vita. Il senso della giustizia, della lealtà, della bellezza interiore, del sentirsi vivi e in armonia con se stessi, mi vengono anche dagli studi filosofici che hanno inciso sulla mia personalità.
Tra gli autori moderni ho apprezzato per il loro spessore Cassola, Natalia Ginzburg, Moravia, Eco, Susanna Tamaro, divenuti nel tempo un modello di riferimento e confronto.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
☑Valeria Cospito - Sicuramente le arti figurative, in particolare la fotografia e la pittura, infatti molti libri da me scritti riportano in copertina, a mò di metafora, foto che io stessa scatto allo scopo di rendere chiaro il messaggio contenuto all’interno del volume. Non a caso l’immagine della tavola apparecchiata che appare sulla copertina del romanzo, rappresenta l’essenza della convivialità in quanto espressione di armonia familiare. Proprio come fa un pittore sulla tela, è mia preoccupazione descrivere ambienti, situazioni e personaggi, ricorrendo a dettagli, approfondimenti e sfumature che offrono al lettore l’immagine di quanto voglio rappresentare.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
☑Valeria Cospito - Indubbiamente prediligo il romanzo, quello psicologico in particolare ma, come è accaduto nel precedente libro “Un unico destino”, anche in questo scritto ho inserito un fatto delittuoso che colora il libro di giallo e movimenta la narrazione con episodi a sorpresa. Certamente, continuerò a cimentarmi anche in altri generi letterari perché sono aperta alle sfide. Va da sé che la poesia , le novelle e i saggi brevi per me sono sempre dietro l’angolo.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
☑Valeria Cospito - Senza dubbio quello cartaceo perché è più immediato e maneggevole, mi consente di annusarne l’odore, di sfogliarlo romanticamente, magari di fissare con un segnalibro, per altro scelto ad hoc, le pagine che più mi colpiscono. Il libro cartaceo è duraturo nel tempo inoltre, riposto in una libreria insieme ad altri volumi, impreziosisce la casa. Apprezzo la modernità e la tecnologia nelle sue svariate espressioni, ma per me il libro facilmente accessibile, e alla portata di tutti, è quello cartaceo. Ci tengo comunque a precisare che l’esperienza di leggere un digitale l’ho fatta, ma non ne ho tratta alcuna soddisfazione.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
☑Valeria Cospito - Sono solita scrivere di getto tirando fuori quei pensieri che mi passano per la testa e fisso sulla carta quando meno me l’aspetto. Non essendoci nulla di precostituito, se non il desiderio di serenità e pace, soprattutto ora in tempo di pandemia, il prendere la penna in mano ha il potere di placare le mie inquietudini. È così che la vicenda magicamente narrata in questo libro ha preso forma. Per quanto riguarda lo stile, non mi piacciono le volgarità, adotto un linguaggio pulito, mai sopra le righe, lineare, scorrevole e di facile comprensione. Ci tengo a precisare che nel ritrovarmi a scrivere le implicazioni relative al delitto, mi sono sentita più sicura e disinvolta rispetto al precedente romanzo “Un unico destino” in cui, per la prima volta, mi ero cimentata nella stesura di un libro giallo.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Anatomia familiare con delitto”, se non lo avesse scritto.
☑Valeria Cospito - Certamente comprerei il romanzo incuriosita dal titolo e lo leggerei per apprendere ciò che avviene nella famiglia descritta, sia nel bene che nel male. Di certo il fatto delittuoso citato nel titolo, attira di più che se, al contrario, trasparisse la quiete e l’armonia.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
☑Valeria Cospito - Ho tante cose in pentola e non mi voglio precludere nulla. Premesso che mi piace evolvermi nei vari generi letterari, ho già avviato alcuni progetti riguardanti sia la poesia che la prosa. Attualmente mi sento predisposta alla novellistica che mi consente di affrontare più tematiche dando ad ognuna lo spazio sufficiente per trattarle compiutamente. Perché no! Forse mi è congeniale continuare con scritti brevi in cui fisso le mie emozioni, nonché i fatti più eclatanti che la società in cui viviamo ci riserva. Non escludo però che inaspettatamente possa venir fuori un altro romanzo, cosa che mi accade da qualche anno, complice il tempo a disposizione, soprattutto a causa dei vari divieti imposti dall’attuale fenomeno pandemico.
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