| ✅Mi fanno male le ali - di Anna Maria Perrone (Aletti Editore)
Scrittura incisiva che incastra alla pagina. Parole che sprigionano magnetismo, che catturano forme originali e potenti. La poesia è comunicare per immagini, e quelle originate dalla penna di Anna Maria Perrone sono cariche di rappresentazioni suggestive, espresse con efficacia e coinvolgimento. In tutta l'opera, la poetessa si avvale di accostamenti intensi, rivisitazioni della mitologia greca, elementi di astronomia e alchimia, dando vita a metafore originali e significative. Esse sono la diretta testimonianza della qualità della penna di Anna Maria, che ha molto da dire, nel panorama fitto e affollato della poesia ai giorni d'oggi.
"Mi fanno male le ali", nome della raccolta, è anche il titolo della poesia posta in apertura, nei cui versi c'è una esplicita condizione oscillante: da una parte, la sollecitazione a tenere i piedi per terra ("Mi dicono fermati/ Stai giù"), dall'altra, a sollevarsi in alto ("Ma io non posso / Mi fanno male le ali/ Non so chi mi aiuterà a sopportare/ Questo tormento/ Tutto questo amore/ Se non lo posso dire/ Se non lo posso fare/ Dovrò volare").
Le ali, croce e delizia. La vocazione poetica, così come la responsabilità di vivere la vita, non è indolore, presenta il conto, bilanciando oneri e onori.
La poetica ruota attorno al sentire con la pelle da poeta; condizione che a volte arrovella, che spinge all'esplorazione incessante, a soddisfare la sete di conoscenza, a cui fa da contrappeso la paura che frena. I versi scandagliano il significato dello scrivere poesie, l'esplorazione in profondità per riuscire ad ascoltare il linguaggio dell'anima, dove risiede il fervido mondo immaginifico del poeta: "Dentro un occhio/ ho tutto il mondo/ basta chiuderlo/ e tutto si apre". E, come filo che attraversa la raccolta, c'è l'amore; la ricerca dell'amore.
Emerge la singolarità del linguaggio metaforico, costruito con parole accurate ed essenziali, che, spogliato dall'inutile ridondanza, mostra il volto luminoso delle cose. Nel viaggio di conoscenza, Perrone fa ricorso a figure mitologiche, agli elementi della cultura che agiscono in lei, evidenziando le tappe del percorso introspettivo verso la coscienza di sé. Come quando invoca Daimon, perché le dia "la potenza/ di una farfalla/ la sua gioia effimera/eterna".
C'è tensione affinché si compia il destino e ciò che siamo chiamati ad essere, affinché si realizzi il senso compiuto della nostra presenza nel mondo; altrimenti, è lo spreco della vita: "le tue ali si trasformeranno in gabbie/ Ed è quello il peccato/che non si può perdonare/ Neanche a sé stessi". Attraversare la sofferenza che accompagna il cambiamento, è la via. Per rinascere, ogni volta, bisogna accettare di morire un po'.
(Prefazione di Giuseppe Aletti)
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ISBN 978-88-591-7165-2
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