| In eBook, a soli Euro 3,99: "I Dipinti dell’anima tra libertà e salvezza" di Caterina Marano (Aletti Editore)
☑Attraverso lo strumento della rima baciata e alternata, o ricorrendo alle suggestioni del disegno e della pittura, Caterina Marano si trova a gestire una spontaneità non approssimativa, bensì ottenuta all'interno di un unitario rapporto dialettico fra poesia e struttura: le simbologie sono messe in campo per sopraffare il vuoto minaccioso dell'esistenza, qua e là nei versi sono incastonate sintetiche metafore della libertà di vivere e di amare. L'approccio di tipo psicologico è reso in forma poetica: il soggetto lirico si dichiara fedele alla possibilità quasi terapeutica di rimuovere esperienze ormai esaurite e deleterie. E l'amore? Caterina Marano non lo nasconde, anzi, lo elegge leitmotiv designandolo elemento straordinario dei suoi Dipinti dell'anima.
(Estratto della prefazione di Cinzia Baldazzi)
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☑Leggendo la raccolta poetica I dipinti dell'anima di Caterina Marano, la prima caratteristica che risalta in assoluto è la musicalità dei versi, ottenuta attraverso l'uso di rime baciate, alternate, di parole chiare che si incastrano armoniosamente.
I versi restituiscono immagini, in un crescendo di elementi che trovano nel finale la maturata conclusione. Le poesie si presentano unitarie, come dipinti. Davvero, si ha la percezione di leggere componimenti che, per compattezza, sembrano nati interi, con spontaneità, rispecchiando la famosa esortazione del poeta britannico John Keats, che sosteneva: «Se la poesia non nasce con la stessa naturalezza delle foglie sugli alberi, è meglio che non nasca neppure».
Nella poesia Nuvole di ricordi, il gioco di rime si accompagna a immagini eloquenti, che vagheggiano, con grande capacità comunicativa, un rapporto tangibile con le nostre memorie, che vorremmo risolte e lineari nella nostra visione del passato, come in questi versi:
Ricordi che non scordi,
li rincorri ma son sordi.
Li ritrovi discordi
e l'anima ti mordi.
Ci sono più livelli di lettura. Il primo, accessibile a tutti, riguarda la comprensione del testo tout court, ottenuta grazie alla scorrevolezza e all'accostamento di parole semplici, che pongono l'accento sulla necessità di un parlare chiaro per far vibrare le corde dell'introspezione. Riflessioni sul tempo che avanza, sul bisogno d'amore, sull'anelito alla libertà, sull'esperienza del dolore conosciuto in molteplici sembianze e sul potere catartico della scrittura, costituiscono il principale quadro tematico della raccolta: argomenti che solleticano la penna di molti scrittori e poeti, ma a cui la Morano ha donato parole nuove. A questi, si aggiungono temi legati alla nostra contemporaneità, come la difficoltà di instaurare relazioni veritiere nella società attuale digitale, a portata di click.
Oltre al livello tematico, c'è poi un livello simbolico, in cui il lettore più attento sarà spinto a interrogarsi sui significati allegorici, che aprono a diverse interpretazioni grazie alla forza delle immagini create dalla Morano.
Frequenti sono le descrizioni della natura - cieli, alberi, nuvole, sentieri, astri, vento, onde, etc. - a cui l'autrice ricorre per delineare situazioni e stati d'animo attraversati nelle sue poesie, regalandoci molteplici immagini, tutte molto suggestive. Ne citiamo una (ma ne potremmo citare tante per la forza evocativa): l'immagine che viene fuori dall'ultima strofa della poesia Alberi di nuvole, così efficace e avvincente:
E anche il cielo
da un graffio può guarire,
se di radice vive e sa nutrire.
Sicuramente, in ultima analisi, la poesia della Morano è un bell'esempio di poesia. La parola nasce dallo sguardo posato sul mondo e si sposta anche su soggetti diversi dall'io, senza sminuire la sua funzione di comunicare e suscitare emozioni con efficacia. Anche la scelta stilistica delle rime nulla toglie alla bellezza dei versi; anzi, aggiunge il prezioso valore della musicalità, che fissa le immagini nella mente del lettore. Tra i tanti esempi che potremmo fare a questo proposito, citiamo l'ultima strofa della poesia Castelli di sabbia:
Eppur di fantasia ancora brilli,
sordo al tempo, di bellezza strilli
e ti consumi come castelli di sabbia,
sfiorati da onde d'aria, di ali in gabbia.
Infine, è doveroso un accenno alla poesia che chiude la raccolta, Radici nel cemento, in cui il parallelismo tra la nostra esistenza e il ciclo vitale delle foglie dà l'avvio ad una raffigurazione in versi molto potente, come nelle rime finali:
Danzano e si spengono
in un solo attimo.
Poi giacciono,
sul terreno spento.
Immobili nel tempo
come radici nel cemento.
(Postfazione di Giuseppe Aletti)
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☑Notizie biografiche: Caterina Marano, avellinese, psicologa e psicoterapeuta, insegnante della scuola primaria, da circa vent'anni vive a Roma, città che ama e dove si è trasferita per realizzare i suoi sogni. Ha partecipato a vari bandi letterari ricevendo premi e menzioni per alcune opere contenute nella presente silloge. Su invito di Piero Casoli, presidente de La Macina onlus, ha esordito nel maggio 2019 con il concorso “L'arte della parola”, dove ha conosciuto Cinzia Baldazzi e ha ricevuto il suo primo riconoscimento con la poesia L'urlo del coraggio infranto, scritta per il fratello Carmine, a cui è dedicata anche la raccolta I Dipinti dell'Anima. Affascinata dall'incontro tra arte e poesia, crede che la poesia sia espressione simbolica della psiche ed esperienza creativa dell'anima.
Cinzia Baldazzi, romana, scrittrice e critico letterario, ha pubblicato Passi nel tempo, Orme poetiche, EraTre, Duecento anni d'Infinito. È autrice di numerose prefazioni per antologie poetiche e partecipa come giurata o presidente di giuria a concorsi letterari. Svolge da tempo opera di diffusione della poesia attraverso presentazioni di libri, scoperta di nuovi autori, incontri tra poeti, reading. Tra i vari premi alla carriera, nel 2018 ha ricevuto il Riconoscimento “Labore Civitatis”.
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