| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Orbis non sufficit”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Umberto Mori - Dunque, il titolo, è un diretto e quasi sotterraneo richiamo ad un motto che mi ha sempre affascinato e che tradotto significa: Il mondo non basta. Tra l’altro è anche un richiamo ad un verso di una delle poesie presenti in questa silloge. Il libro, fondamentalmente, “canta” in chiave poetica, la Bellezza femminile, la Bellezza in generale ed è anche un velato omaggio alla figura, da me sempre molto ammirata, di James Bond.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Umberto Mori - La realtà attuale, molto disdicevole e pessima per me, ha influito moltissimo. Desiderio fortemente innato, di vivere altrove, in un’epoca del passato.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Umberto Mori - Ho voluto salvare, l’espressione poetico-verbale, in quanto patrimonio immortale dell’Umanità. Ad essa da sempre, tutti gli esseri esseri senzienti, attingono come arricchimento del proprio interiore.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Orbis non sufficit”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Umberto Mori - Episodi che riguardano il “corteggiamento”, attraverso la Poesia, di Donne che ho molto amato e che non dimenticherò mai, in quanto Opere d’Arte viventi.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Umberto Mori - Sicuramente primo tra tutti, d’Annunzio, autore da me sempre amato e studiato. La sua Poesia è autentica Musica del verbo. Poi anche Petrarca, Proust per il senso eterno del Tempo, Boito per l’elevato livello delle parole da lui utilizzate e anche qualche nuance sotterranea di Byron.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Umberto Mori - Provenendo da studi accademico-musicali, come già accennato prima, sicuramente la figura di Arrigo Boito (1842-1918), grande compositore e anche grande librettista e uomo di lettere formidabile. Rinnovò, in modo alquanto originale, la librettistica operistica di fine 800. Vedi i due mirabili libretti, scritti per le due ultime opere di Giuseppe Verdi, Otello e Falstaff.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Umberto Mori - Amo molto la forma del romanzo, del saggio, la biografia e i testi di teatro in prosa.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Umberto Mori - Sicuramente, prediligo il libro cartaceo, più sincero, più tattile, più prezioso.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Umberto Mori - Dunque, è stato un rapporto altamente catartico. L’Arte, di solito, purifica e perfeziona, quotidianamente, l’io interiore. Il mio è da sempre propenso verso l’elevato.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Orbis non sufficit”, se non lo avesse scritto.
Umberto Mori - Per il Suono del titolo. Accattivante, particolare e originale.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Umberto Mori - Sì. Ho iniziato a scrivere una serie di appunti riguardanti un futuro Saggio-biografico afferente Luisa Casati Stampa di Soncino, Marchesa. Una delle figure muliebri più affascinanti, peculiari ed eccentriche della prima metà del XX secolo. Fu Opera d’Arte vivente a tutti gli effetti. Da tempo ne sto studiando la personalità. Auspico di poterne approfondire, sempre più, la sua importanza storica.
Umberto Mori,"Orbis non sufficit" (Aletti Editore)
Collana "I Diamanti - #Poesia"
pp.52 €12.00
ISBN 978-88-591-7040-2
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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