| A proposito del libro "Dimensioni aurorali" di Nicola Feruglio (Aletti Editore), ecco una interessante recensione a cura della poetessa Eloisa Ticozzi, pubblicata sul blog letterario "I gufi narranti".
Link del blog:
https://igufinarranti.altervista.org/dimensioni-aurorali-silloge-di-nicola-feruglio-aletti-editore/
“Dimensioni aurorali” è la prima raccolta delle opere di Nicola Feruglio, poeta finalista per ben due edizioni al concorso “Il Federiciano” nel 2018 e nel 2019.
La prefazione del volume porta la pregiata firma dell’editore, nonché poeta, Giuseppe Aletti che propone al venticinquesimo anno di età della sua casa editrice questa animistica silloge di 64 pagine, nella collana: “Poeti in transito” e che la poetessa Eloisa Ticozzi ha recensito per noi.
Sandra Pauletto
Prima che la silloge prenda il via, il poeta Feruglio cita il libro “Psicologia rivoluzionaria” di Samael Aun Weor come qualcosa che lo ha cambiato radicalmente, dettaglio che quindi neanche noi potevamo trascurare dal trascrivere prima di iniziare a ragionare su alcuni spunti offerti dalle poesie del poeta Nicola Feruglio
Sophia, l’eone che creo per partenogenesi il Dio Demiurgo, forse il dio che disfa e ricompone tutto, un dio impassibile e vendicativo, “decise di figliare in solitudine”.
Ma forse Sophia per gli gnostici, verrà salvata da Cristo, l’emanazione del Dio perfetto e sublime, la creatura magnifica e primigenia emanata dall’Eterno.
“L’intera nostra vita dà e si esaurisce in una sola parola”, infatti il poeta Feruglio vuole dimostrare che tutto è Logos, la parola increata ed essenziale, il verbo che diventa materia. Non solo misticismo dunque ma anche concretezza; non solo spiritualità slegata dalla realtà, ma anche tangibilità ed essenzialità.
Per il poeta c’è un daimon, a metà strada tra l’uomo e il divino, forse il daimon socratico, che rivela verità e
fede, svelando l’inganno, Il velo di Maya che tanto rattrista l’uomo perché non lo fa ricongiungere all’Eterno. Ecco che allora il poeta cerca, in qualche modo, secondo la sua sensibilità, di spezzare questo velo, applicando quindi la saggezza attraverso Il Mito della caverna di Platone.
“Perché se morire è illusione, il nascere lo è ancora di più”, infatti morire è rinascere sotto forma di un’altra energia, forse invisibile e impalpabile, che ritorna, spogliandosi del fisico, alla sorgente pura e immacolata.
Quando nasciamo e viviamo, vediamo solo una parte, quella più superficiale della vita, senza prendere consapevolezza; allora rimane da compiere un cammino iniziatico, come racconta Collodi nella favola “Pinocchio”, in cui il burattino di legno, spinto dal grillo parlante (la coscienza) e dalla Fata Turchina (la Dea Madre), acquisisce le sembianze di un bambino per possedere la sua intimità, la sua anima.
Anche la favola “La sirenetta” di Andersen, spiega che la sirena, la protagonista, morendo per amore e per sacrificio, ha in dono un’anima da Dio: la famosa scintilla che hanno gli uomini e le donne, ma non le sirene e i tritoni.
“Oh dionisiaca onda”, si perché con Dio si può congiungersi attraverso la Via della Mano Sinistra, attraverso il Dionisiaco, l’ebrezza, il sesso, l’eros, la sperimentazione, non solo dunque attraverso l’Apollineo, la meditazione, l’equilibrio e il giusto.
Il poeta Feruglio conosce che prima della sua nascita, i due gemelli hanno sacrificato la loro vita morendo, per farlo nascere come in una magia. Egli sa che attraverso questo sacrificio, si compie tutto, la Grande Opera: anche Cristo ha sacrificato la propria vita per redimere l’Umanità, per dare sollievo, generosità e crescita spirituale.
Ma ecco che esiste il male come il bene, vale a dire il duale: tutto, come nelle filosofie orientali,
serve all’Universo, il bene compenetra il male e viceversa, ogni vita dunque scambia esperienze con un’altra vita.
Non solo, il male può essere sublimato e concorrere al bene, attraverso il perdono e la speranza, con la redenzione vera della persona umana.
Secondo l’antroposofia (Rudolf Steiner), anche gli animali permetteranno all’uomo di elevarsi spiritualmente attraverso il sacrificio, in un secondo tempo salvandosi anch’essi: vuol dire che tutte le parti dell’Universo servono al Piano Esistenziale e ogni parte torna nel suo luogo destinato, la sua Terra Promessa.
Ho apprezzato il tono aulico e misterico delle poesie. Consiglio a chi voglia percorrere un percorso iniziatico questa silloge che, benché abbia un tono molto articolato, è di scorrevole lettura. Il poeta vuole decifrare il senso mistico dell’Universo, e combina lo gnosticismo con le filosofie di vita e i culti misterici e pitagorici del passato, in cui il numero esprimeva un concetto filosofico che “andava oltre la materia”.
Eloisa Ticozzi
Seguici su Facebook
www.facebook.com/alettieditore
e su Twitter
www.twitter.com/alettieditore
Visita il nostro Canale Youtube
www.youtube.com/alettieditorechannel
|