| Intervista a Luciano Pellegrini, che presenta ai lettori il libro di poesie “Silhouettes” - Aletti Editore
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Silhouettes”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Luciano Pellegrini - Silhouette normalmente significa: Tipo di ritratto che si limita a riprodurre il profilo o il contorno delle cose senza mostrare colori né altri tratti particolari. Io lo noto dappertutto, in tutte le cose, soprattutto nelle persone. Non vedo il loro intimo, non intravedo i loro pensieri, non percepisco le loro sensazioni. Quindi ogni persona, conosciuta o, ancor più, sconosciuta, è sempre un’incognita. Anche in situazioni d’amicizia, d’amore o altro posso solo percepire e rilevarne le reazioni. Ciò non vuol dire stare sempre sul chi va là: è invece la consapevolezza di uno dei limiti umani. Condizione ancora più demarcata dal tempo che pare letteralmente sfuggire e dalla impossibilità di uscire dal vortice frenetico dei pensieri che trascinano tra passato, fantasie e brani di canzoni.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Luciano Pellegrini - Credo che i fatti reali e le vicissitudini abbiano un ruolo fondamentale su sensazioni, desideri ed emozioni. Esperienze che influiscono sempre su ogni testo scritto. È poi ovvio che la sua stesura dipenda dalla sensibilità, creatività e capacità individuale.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Luciano Pellegrini - Alla visione esteriore si riflette quella interiore. Oltre ai normali moti d’animo, siamo presi da un circolo continuo di pensieri che non ci permette di vivere l’attimo presente. Io almeno, ci riesco in certe circostanze e per qualche secondo, prima di ripiombare nel vortice ipnotico che sembra non avere uscita ma solo pause più o meno lunghe come in stati di meditazione o di sonno.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Silhouettes”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Luciano Pellegrini - Il testo si è sviluppato su momenti in cui le emozioni tendevano ad essere così travolgenti da spingermi a dare loro un’impronta, diciamo così, scritta. Sarebbero perciò per dirla con un verso di una delle mie raccolte: “…rare occasioni di vetro/ da cogliere al volo senza farle cadere”.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Luciano Pellegrini - Mentre per la mia narrativa il tema prevalente sono le problematiche delle persone con disabilità, il soggetto della poesia è la caducità delle cose e il senso sfuggente della condizione umana. Quindi posso dire che i semi della mia poesia li abbiano gettati Leopardi, Baudelaire, Rimbaud, Ungaretti, Luzi e ultimamente Tranströmer.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Luciano Pellegrini - Simbolisti e Crepuscolari, passando per l’esistenzialismo fino all’ermetismo sono stati le basi dei miei scritti. E oggi, per me, l’evidente crisi del capitalismo fa da sfondo alla fine dell’esistenzialismo, nonostante vi sia chi continui ad identificarsi con questa tendenza. Tuttavia l’estrema velocità di sviluppo del pensiero e del progresso scientifico e sociale mi dà l'impressione che anche l’attuale Postmodernismo stia scivolando.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Luciano Pellegrini - Filosofia, miti e leggende, religioni, ufologia. Tutti generi che per me interagiscono fra loro. Sono convinto che miti e leggende, identiche in tutto il pianeta, abbiano un fondo di verità. Impossibile pensare che certe situazioni, più o meno antiche, descritte con precisi identici particolari, con gli ovvi vocaboli dei tempi e dei luoghi (quasi sempre molto distanti), possano essere frutto di fantasie.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Luciano Pellegrini - Il cartaceo è ovviamente una forma da preferire per i sensi della vista, del tatto e spesso anche dell’olfatto. Tuttavia, il digitale, pur nella sua “freddezza” è la forma del futuro. È comunque da notare la facilità della stampa che si può sempre e comunque fare, nella quantità e con la carta che si desidera senza essere obbligati, come prima, ad un preciso numero di copie. Libri che molto spesso restano poi lì per anni. Oggi il mondo dell’editoria si muove a ritmi frenetici, secondo me da prendere con le molle, vista anche la superiorità numerica di chi scrive rispetto a chi legge davvero.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Luciano Pellegrini - Per me scrivere è ricerca e tentativo di esprimere il vissuto. Sensazioni, sentimenti e desideri passano sempre attraverso lo schermo dell’esperienza. Viene poi tutto filtrato dalla mia autocritica (acquisita con letture e studi) prima di essere nel miglior modo possibile – sempre personale – trasferito sul testo. Nel farlo, tengo sempre presente la frase di Benjamin Peret: “La qualità di poeta ne fa in ogni caso un rivoluzionario che deve combattere su tutti i terreni: su quello della poesia, con i mezzi che le sono propri, e su quello dell'azione sociale, senza mai confondere i due campi per non rischiare di ristabilire la confusione che bisogna dissipare e cessare così d'essere poeta e quindi rivoluzionario.” Io almeno ci provo.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Silhouettes”, se non lo avesse scritto.
Luciano Pellegrini - Già il titolo, a mio parere, può dare un segnale. Penso che fra tanti volumi, tanto più di poesia, oggi come oggi attirerebbe l’attenzione l’originalità. Se si vuole davvero Poesia, si deve sempre uscire dalla dialettica quotidiana, darle nuovi significati, metafore diverse e quanto più singolari.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Luciano Pellegrini - Un romanzo è quasi pronto. Si tratta di una specie di giallo-saggio, con intrighi passati e odierni. Non mancano riferimenti ufologici in relazione a religioni, miti, leggende e opere d’arte antiche. Sto infine rifinendo un’altra raccolta di liriche sulla scia di Goshen e Silhouettes.
Collana Il Paese della Poesia
pp.56 €12.00
ISBN 978-88-591-6764-8
Il libro è disponibile anche in versione e-book
Il libro è acquistabile, previa ordinazione, presso qualsiasi libreria.
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