| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “L’amore della neve”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Diana Bonaveglio - La neve, simbolo di gioia in inverno, a motivo dei bambini che giocano tirando le palle di neve. La gioia e la spensieratezza sono dei valori del nostro essere. L'amore, quindi, che indica i valori dell'altruismo; quell'amore che è capace di donare sorrisi a chi ci circonda e che cura le ferite delle persone che lo ricevono. Questo è ciò che ho desiderato mettere in risalto in questo mio libro.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Diana Bonaveglio - Vivendo in un luogo dove i valori sono al minimo sindacabile, ho sentito forte la necessità in ciò che ho scritto di richiamare l'attenzione sui valori dell'amore e del rispetto verso il prossimo.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Diana Bonaveglio - Come detto prima, ho desiderato custodire i valori dell'amore, della generosità e dell'amicizia.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “L’amore della neve” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Diana Bonaveglio - Ogni poesia è un'emozione a sé. Una in particolare la ricordo con molta emozione (Roma) perché mi ha fatto riscoprire quanto sia importante il nostro rapporto con Dio.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Diana Bonaveglio - Quando andavo a scuola odiavo studiare le poesie ma poi un giorno sui libri di scuola lessi San Martino di Giosuè Carducci e lì è scoccata la scintilla ed approfondii la conoscenza con la poesia e feci mie le poesie di Salvatore Quasimodo e di Gabriele D'Annunzio.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Diana Bonaveglio - Sì, il teatro. Con il teatro di Eduardo De Filippo e il teatro dei grandi drammaturghi greci.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Diana Bonaveglio - Mi piace molto la letteratura italiana (Manzoni, Verga, Pirandello etc) e la letteratura filosofica.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Diana Bonaveglio - Per quanto sia comodo il digitale, amo il cartaceo perché il profumo della carta ha qualcosa che ti permette di immedesimarti in ciò che leggi in quel libro, rivivendolo in quel momento sulla tua pelle.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Diana Bonaveglio - Come tutti i rapporti, è stato di amore e odio. Amore perché è una soddisfazione poter fare qualcosa che anche altri potranno usufruirne. Odio perché spesso, la notte, le parole non mi facevano dormire se non le mettevo scritte sul quaderno.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “L’amore della neve”, se non lo avesse scritto.
Diana Bonaveglio - Anche solo per curiosità, per vedere perché una cosa quasi insignificante come la neve può parlare di un argomento importante come l'amore.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Diana Bonaveglio - Sì, sto già scrivendo un secondo libro sempre basato sui valori ma anche sui dolci ricordi dell'infanzia.
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