| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Cascina dell’Angelo”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Bruno Alberganti - Ho semplicemente descritto la vita di impegni e sacrifici tra le risaie, il cui nucleo fa sempre capo a una Cascina.
Ne esistono a decine, unicamente nella mia provincia di Vercelli; ogni Cascina è seguita da un proprio nome.
Il fatto che l’abbia intitolato “Cascina dell’Angelo”, ha un profondo significato, dal momento che Angelo rappresenta un personaggio chiave e nel contempo misterioso.
Brevissimamente anticiperò che: “La storia di tre generazioni scorre nel racconto onirico del protagonista Carlo, imprenditore di un certo successo; un ragazzo prematuramente orfano, un aiuto “eccezionale” che si presenta al momento giusto e che segna tutta la storia, il mondo del riso e delle risaie vercellesi al tempo delle mondine”.
Ho fatto il possibile per congegnare al meglio la trama e caratterizzare i personaggi.
Un pizzico di mistero aleggia e fortifica l’opera, ricca di vicissitudini terrene e non, creando inaspettati colpi di scena.
Durante la lettura ci si imbatte spesso in dialoghi e spunti ironici, così da risultare piacevole e nel contempo molto scorrevole.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Bruno Alberganti - Al proposito, tengo a precisare che, d’accordo con il proprietario, mi sono recato più volte presso la sua Cascina, sita a due passi da Vercelli, per rendermi conto personalmente dei vari lavori nelle risaie che si succedono in base alle stagioni.
Si inizia sempre con la concimazione dei terreni, per seguire con l’aratura, la smottatura, l’arginatura, costipazione e pulizia, spianatura, slottatura, semina in vivaio, monda delle risaie seminate, rivoltatura erbacce, estirpatura del riso selvatico, mietitura, trebbiatura ed essiccatura. Il risone così prodotto, va inviato a un procedimento industriale, per rendere il ‘chicco’ pronto per essere servito sulle nostre tavole.
È inutile che mi dilunghi nello spiegare tutti questi interventi necessari; ho cercato unicamente di farmi un minimo di cultura, per descrivere nel migliore dei modi, (seppur brevemente), tutte le conoscenze necessarie utili al romanzo.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Bruno Alberganti - Penso di aver messo in risalto il faticosissimo lavoro giornaliero delle mondine (che si protraeva per circa due mesi).
Oggi, purtroppo, sono quasi scomparse, dal momento che si fa sempre più ricorso a prodotti chimici, spesso a scapito della nostra salute.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Cascina dell’Angelo”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come le descriverebbe?
Bruno Alberganti - Gli episodi che ricordo favorevolmente sono talmente numerosi che non saprei da dove iniziare; tutti sono improntati a schiettezza, chiarezza di intenti e costantemente descritti con scherzosa ironia, in modo da divertire il lettore.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Bruno Alberganti - Il mio modo di scrivere è del tutto spontaneo e naturale: non credo di essermi ispirato ad altri autori.
Volendo trovare una similitudine, penso ad Alessandro Manzoni, che sapeva descrivere in modo dettagliato le abitudini e la quotidianità dei suoi personaggi, fornendo uno spaccato di vita dell’epoca, sempre con una sottile punta di ironia e leggerezza.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Bruno Alberganti - Durante la scrittura del libro mi sono spesso immaginato, luoghi e personaggi, come in una fotografia. Riprodurre il più fedelmente possibile la realtà è una meravigliosa forma d’arte.
Infatti, lo spunto per la copertina (perfettamente inerente all’opera), è stato eseguito in base a mie precise indicazioni, da parte di una artista del settore.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Bruno Alberganti - Qualunque genere letterario, purché la scrittura scorra con la leggerezza di una piuma, senza risultare mai appesantita.
Ritengo che, con tutti i problemi che ci assillano quali (inquinamenti vari, malattie, tasse e per ultimo pure il Covid-19), sarebbe bene che le persone cogliessero finalmente nei libri il piacere di sorridere.
Mi augurerei che un giorno, tutti (nel ricordo del compianto Mike), alzassero finalmente le mani al cielo gridando: “Allegria!”
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Bruno Alberganti - Senza dubbio il libro cartaceo; non esiste confronto con il digitale, anche solo per il piacere di stringerlo tra le mani e sfogliarne con interesse le pagine.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Bruno Alberganti - Pur avendo abbandonato da qualche anno l’uso della penna d’oca temperata con l’asticciola munita di pennino e intrisa nell’inchiostro, non ho potuto rinunciare alla mia fedelissima biro ‘Pentel’, dalla leggerezza di una piuma, per scrivere l’intero romanzo.
Solo in seguito, dopo numerose correzioni, ho ritenuto fosse giunto il momento di trascriverlo sul computer.
Purtroppo, essendo privo di formazioni letterarie, non ho dovuto sudare solamente le proverbiali ‘sette camicie’, ma molte… molte di più.
Per tale motivo, la lavatrice è stata sottoposta a numerosi lavaggi ripetuti, al punto che la stessa, oltre ad essere andata in ‘tilt’, ha pure inviato una protesta per sfruttamento diretta ai sindacati.
Domanda - Un motivo per cui comprerebbe “Cascina dell’Angelo”, se non lo avesse scritto.
Bruno Alberganti - Prima di tutto mi metterei alla ricerca di un lettore (in cielo, in terra o in ogni luogo), che abbia letto il libro e mi dia un suo parere sull’opera (che sia critica o meno non ha alcuna rilevanza).
Mi basterebbe solamente udire: “Mi sono divertito molto nelle situazioni descritte e per l’ironia che si incontra nella maggior parte delle pagine”.
A quel punto, mi recherei di corsa (ma non troppo, a causa di seri problemi deambulatori) ad acquistarlo.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Bruno Alberganti - Data l’età ormai avanzata, con l’Alzheimer che può essere in agguato su qualche baldacchino dietro l’angolo o mimetizzato tra i rami di un salice piangente, oltre agli infiniti acciacchi (con la lista più lunga di quel famoso rotolo che non finisce mai), non mi sento più in grado di imbarcarmi nuovamente in un impegno simile.
Al massimo, potrei continuare a scrivere racconti brevi o poesie che, nel corso degli anni, hanno ottenuto numerosi riconoscimenti in Concorsi letterari italiani e internazionali.
Collana "I Diamanti - Narrativa"
pp.588 €16.00
ISBN 978-88-591-6760-0
Il libro è disponibile anche in versione e-book
Diventa nostro amico su facebook
http://www.facebook.com/alettieditore
Seguici su twitter
http://www.twitter.com/alettieditore
Canale Televisivo Youtube
http://www.youtube.com/alettieditorechannel
|