| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Fiabe di storie liguri”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume? Dove viene l’idea di pubblicare un libro di fiabe?
Stefano Quarantelli - Dalle fiabe moderne che attualmente ascolto. Le fiabe sono racconti attuali e le mie sono riflessioni personali lette come fiaba. I contenuti provengono dalle persone che mi circondano, di mia conoscenza, le quali hanno, loro per prime, un fare illuminante. Da lì prendo esempio, c’è sempre qualcuno che fornisce ispirazione.
Fondamentalmente, non mi ritengo nemmeno l’autore, mi sento solamente colui che racconta.
Le chiamo “fiabe” perché sono cose magiche. I racconti, invece, sono fatti a sé stessi. Qualcuno mi ha detto che faccio una prosa vera e propria, nemmeno poesia: questa è anche la mia opinione.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Stefano Quarantelli - Come ho detto prima nella domanda precedente, la realtà sono le persone attorno a me... sicuramente anche lei che mi sta ponendo queste domande sono realtà per continuare a scrivere le favole di chi a me parla tutti i giorni.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Stefano Quarantelli - La parte storica, che si riferisce ai tempi precedenti a noi, incide tantissimo. Ispira confronti e riflessioni con il mondo moderno. Alcune opere sono parte dell’identità camoglina, sopra tutto della Liguria e delle sue tradizioni. Il racconto che porto rimane indelebile esso stesso nel patrimonio della mia città Camogli! Quindi resterà decisamente nel tempo prossimo anche se io non vorrò che resti. Lui resterà a prescindere.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Fiabe di storie liguri”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Stefano Quarantelli - Bella domanda, ma le posso dare una risposta molto semplice: li posso descrivere come ricordi unici, essi fanno parte del mio vissuto e della mia infanzia.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Stefano Quarantelli - Non credo nelle teste di altri come non credo di dovermi ispirare ad autori romantici. Io sono io, come lei è lei, ognuno di noi ha un suo autore personale per narrare ciò… esso si chiama “SE STESSI”. Siamo noi unici per certe forme, triste sarebbe essere ispirati a qualcuno. Per motivazioni così personali e profonde, non si può essere banali ispirandosi ad altri. Questa cosa la trovo tristissima.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Stefano Quarantelli - Come le ho detto, la mia scrittura è fatta di mie riflessioni personali, esse sono uniche e per tali vanno lette e rispettate... ovviamente chi non ha voglia di ciò e spera di trovare scritti miei personali ispirati ad altri meglio che non mi segua. L’editoria moderna è piena di Illuminati copiatori ad ispirazione d’autore altrui.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Stefano Quarantelli - Diciamo che i miei generi letterari sono sempre dovuti a eventi storici quindi libri di ogni natura storica comunicativa del passato... anche libri di scuola... Confido di essere molto appassionato di Alessandro Barbero, nostro storico per eccellenza, conosciuto personalmente, è stato ospite anche a casa mia nel festival della comunicazione 2018, tenutosi a Camogli.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Stefano Quarantelli - Il cartaceo resta la parte più affascinante della lettura ma i tempi corrono e le abitudini dei lettori cambiano, quello elettronico lo considero un’alternativa molto deludente ma pur essa deve vivere con i tempi.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Stefano Quarantelli - Molto singolare, questo libro fa parte di pensieri e riflessioni personali. Oltre a questi, ho citato i racconti dell’ardesia, essi sono importati per me e sponsor M.N.V di Roberto Musante&C., veri promotori del mio lavoro.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Fiabe di storie liguri”, se non lo avesse scritto.
Stefano Quarantelli - La curiosità di conoscere un artista, soprattutto musicista e autore di musica, e testi che raccontano non solo la Liguria ma anche le persone guardate dal buco della serratura.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Stefano Quarantelli - Credo di sì, ma con il dovuto tempo e riflessioni. Oggi si notano troppi autori affermati scrivere con tempi olimpionici, sembrano dei centometristi spremuti da editori frenetici. La scrittura prima della grammatica deve essere posta come cosa seria di pensiero, essa ha bisogno di dovute riflessioni e tempo; non è la quantità di 500 pagine di scritto che deve motivare un autore ma l’essere dentro di dialogo personale, questo è il vero valore per continuare a scrivere. Non deve mai essere una gara ma una vera passeggiata dove si possa guardare le nostre più lodevoli ispirazioni, date da chi abbiamo attorno a noi tutti i giorni. Il resto poco conta.
Collana "Poeti in Transito"
pp.76 €12.00
ISBN 978-88-591-6752-5
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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