| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Con il sen(n)o di poi”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Angela Amato - Un titolo con un doppio senso ironico e intuitivo, che sdrammatizza il “contenuto” di un periodo della mia vita in cui le memorie mi hanno dato l’opportunità di capire il “senso” di tante cose. Mi riferisco a sensazioni, ricordi, stati d’umore, episodi lontani e recenti che venendomi a cercare, come mai prima di allora, mi hanno fatto prendere coscienza di quanto potenziale risiede nelle esperienze che ci attraversano: il dolore, la forza della speranza, la paura, la ricchezza delle relazioni e una malattia, il cancro. Una presenza nuova e come un’esperienza eterea, è stata la scintilla per trovare il senso di avvenimenti a prima vista irrazionali se solo ci facciamo attraversare da essi. Ho cominciato così a viaggiare dentro il mio tempo rivivendo il mio passato a partire dalla mia infanzia, e ricordare gli affetti e i luoghi più cari è stato liberatorio e formativo. Ho così sperimentato una forza nuova, quella che viene dalla sofferenza fisica e dell’anima, e questo racconto intimo e autobiografico vuole essere una delle tante testimonianze utili a capire come nella vita niente ci può sopraffare, se ci nutriamo di semplicità, la stessa che ha diretto la mia mano quando fiumi di pensieri affollavano la mia mente, indelebili ricordi riaffioravano, le paure irrompevano nella notte e mi conducevano verso quella carta bianca che, come la mia anima, aveva bisogno di parole e solo l’inchiostro della mia penna nera riusciva a pronunciare e così mi liberavo, stavo bene con “una me stessa” che non era quella di sempre, una catarsi, ed è stato come rinascere. Questo mi era necessario per trovare nuove forze e combattere quella nuova presenza..
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Angela Amato - Più che la realtà in senso generico, ha inciso nella scrittura ciò che nella vita mi è accaduto all’improvviso, un fulmine a ciel sereno che, nel bene e nel male, mi ha fatto entrare in una dimensione temporale fatta di attimi, ricordi lontani e vicini, una vita che ti passa davanti e vuoi fermare a tutti i costi, non per paura di affrontarla, ma per il timore che qualcosa la possa fermare definitivamente. Ciò che mi è accaduto, affrontare una malattia importante, ha fatto sì che sopraggiungessero energie nuove, e non parlo di forza o coraggio - quelle naturalmente vengono fuori, sono reazioni primitive, atti di difesa che fanno parte della natura umana. Mi riferisco invece a una voglia prepotente di volere fermare il tempo, guardarlo con attenzione, e con la scrittura ci sono riuscita. Descrivere, attraverso le memorie, la vita trascorsa, mi ha aiutato e insegnato ad amarla di più. Un esercizio mentale, una vecchia passione che mi faceva descrivere ciò che pensavo in modo più facile, una modalità per descrivere ciò che con le “parole" non riuscivo a dire. A me è stato utile, ed è diventata una prassi vitale, riprendere a scrivere - una passione che, nella frenesia della quotidianità avevo rimosso come tante altre cose - e, in primis, l’amore per me stessa. Ascoltare le priorità vitali “come essere mia e di nessun altro”, una frase ricorrente nel mio racconto come a voler ricordare ripetutamente un mantra energico ed altruista, anche se a prima vista non sembra. Mia e di nessun altro, per essere al cento per cento per me stessa e pronta alla vita che incombe anche per quella del tuo prossimo, ma, fino a che non fermi il tempo e ti siedi, non lo comprendi.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Angela Amato - Ho voluto salvare il valore delle piccole cose, quelle che si mescolano e cominciano a scorrere nelle vene e ci fanno sorridere nel tempo, e cominci a vedere quelle cose come doni importanti da cui imparare, a cui dare valore per ogni istante vissuto, come il respiro vitale che ci ha fatto piangere per lo shock della nascita, ma fedele ci ha accompagnato sempre e naturalmente, ma lo diamo per scontato come tutte le piccole cose che ci accadono e che sembrano appartenerci per sempre, a cui non diamo il valore che meritano.
Esperienze sensoriali che, attraverso la scrittura, mi sono e ho voluto regalare; un viaggio nel mio tempo attraverso il quale ho rielaborato le mie esperienze accompagnate da racconti familiari, aneddoti, luoghi e situazioni strappate alla memoria e ai ricordi e che hanno suscitato, durante il racconto, stupore e nuove impressioni messe a nudo, allo scoperto, e come facciamo quando siamo in silenzio, assorti nel nostro mondo, con l’unicità che caratterizza l’intimità umana, è come comprendere la propria identità, la storia da cui si proviene, il potenziale che si apre verso il futuro, gettando gli ostacoli oltre il cuore, e scopri così che puoi salvare, custodire e approfondire l’unica cosa che veramente ci appartiene, la memoria storica delle piccole cose, e, attraverso le quali, ognuno può migliorare se stesso. A tal proposito mi viene in mente una frase “Il nano vede più lontano del gigante, quando ha le spalle del gigante su cui montare” - cit. Samuel Taylor Coleridge.
La storia sono i giganti sui quali noi nani camminiamo, da quell’altezza possiamo meglio vedere e comprendere il passato e andare al di là “della memoria e dell’oblio”.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Con il sen(n)o di poi”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore, come li descriverebbe?
Angela Amato - È stata una esperienza formativa fondamentale per affrontare il presente che, tutti i giorni, mi appariva in maniera diverso e precisamente inusuale. Il futuro lo vedevo con occhi nuovi e ricordo con particolare enfasi un libro di Sepulveda letto nel periodo che ha dato senso a tante cose. “Sogniamo un altro mondo possibile e realizziamo un mondo possibile” cit. da -Il Libro dei sogni.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Angela Amato - La mia formazione culturale è prettamente scolastica, Liceo e Università mi hanno formato con i classici della letteratura Italiana e Inglese. Liceo scientifico, Università negli stati Uniti NYU, facoltà di Lingue e Letteratura Moderna a Firenze e poi la Laurea in Scienza della Formazione.
La formazione sentimentale devo dire che ha prevalso su tutto, una formazione e uno stile di vita unico e speciale che ho ricevuto grazie alla mia famiglia e alla mia terra, La Sicilia. Grazie a loro, ho forgiato emozioni e sentimenti che mi hanno ispirato da sempre e che, in questa mia prima esperienza di scrittura, ho potuto esternare come una catarsi che libera e riporta alle origini essenziali, compresa la stessa scrittura; una passione primordiale che, in un particolare periodo della mia vita, è tornata a cercarmi per farmi compagnia come un’amica che ti viene a trovare e con la quale trascorri ore piacevoli, intime, che fanno bene all’anima, al cuore e allo spirito. Ho trasferito sulle pagine di questo racconto emozioni, storie, affetti e stati emotivi, sofferenze o grandi gioie che mi hanno fatto rivalutare cose piccole ma significative, l’amore per il mare, per i fiori, respirare l’aria del mattino, guardare il cielo e le sue costellazioni, giocare a carte, preparare un buon pranzo, tornare a essere figlia e non solo madre facendomi accarezzare da mani rugose che profumano di borotalco, chiedere abbracci quando sentivo la solitudine, guardare i miei figli mentre dormivano come facevo quando erano neonati e sentire il loro respiro che scoppia dentro, grazie a un amore che non si può dire. Queste le mie fonti di ispirazioni.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Angela Amato - Amo tutte le forme dell’arte, la pittura con la quale sono cresciuta grazie a mio fratello Filippo, pittore di professione, con il quale ho vissuto a stretto contatto l’evolversi della sua passione, la musica, a partire dalla musica Jazz e tutti i vari generi musicali perché ogni genere provoca un’emozione diversa e unica nello stesso tempo. Mi emoziona un concerto di musica classica e mi fa venire la pelle d’oca, nella stessa misura in cui ascolto un concerto rock o psichedelico. Amo guardare mia madre trasformare uno straccio in un abito da sera o piantare i semi dei miei fiori preferiti e poi vederli crescere, rigogliosi e belli e immortalarli con foto che custodisco come tesori. Ma ciò che veramente ha influenzato la mia scrittura sono stati i miei stessi racconti, le poesie che avevo scritto durante il liceo e l’università e che, nel 2019, dopo oltre 30 anni, ho ripreso in mano in un momento in cui la vita mi fermava all’improvviso, dentro un mondo ovattato e minacciava una vita che, fino a quel momento, non aveva avuto tregua e adesso semplicemente mi faceva un resoconto puntuale e illuminante. Ricominciava così una voglia frenetica e vitale di fare ciò che mi stava a cuore, scrivere ciò che con le parole non riuscivo a dire ed "è stato come dinamite", riprendendo una frase dell’introduzione al mio libro, e mi sono sentita viva nonostante tutto, come non mai.
Nella mia scrittura autobiografica e intima, il genere che tratto e che cerco di trasmettere sono piccole esperienze di vita che hanno il senso di far fermare la gente che lo legge e trasmettere a loro un messaggio: quanta forza si può ricavare leggendosi dentro senza filtri e inutili ripensamenti? Tutto ciò che facciamo nella vita ha un senso preciso che ci serve sempre, anche un errore madornale è prezioso e ci può insegnare un sacco di cose, se lo leggiamo con il cuore e con la ragione. Con il sen(n)no di poi, in altre parole, parafrasando il titolo del mio libro.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Angela Amato - Non ci sono generi letterari particolari. Leggo una trama, un’introduzione, e se un libro mi ispira ed emoziona lo compro e lo leggo al di là del genere. Può succedere che l’intuizione è sbagliata e il genere o i contenuti non mi emozionano ed allora le copertine ingialliscono sul mio comodino ma li amo comunque perché qualcosa è scattata al momento dell’acquisto e quel qualcosa lascia sempre un ricordo piacevole. Amo in particolare la narrativa - novelle, racconti, romanzi - Montalbano, Sepulveda, Zafon, Conrad, Hemingway, Hermann Hesse.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Angela Amato - Cartaceo, un libro vive di profumi, momenti, polvere e aria ed ha un’anima che condivide con chi lo legge, non può essere altrimenti; è solo così che rimane nella memoria, il digitale è frigido, androgino, ma è la mia opinione.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Con il sen(n)o di poi”, se non lo avesse scritto.
Angela Amato - Dentro al mio libro, c’è una vita, la vita di chi ne ha viste tante ma continua ad amare oltre le cose che succedono, nel bene e nel male. Ricordare le cose belle come doni speciali e non scontati ci fa stare bene e diventa energia vitale per superare gli ostacoli che la vita ci impone. Il mio racconto è un viaggio dentro me stessa, il viaggio più travagliato e gratificante. Tutto questo è il mio racconto ed ho cercato di raccoglierne il contenuto in una immagine che è stata dipinta a mano da chi, è evidente, mi conosce bene: mio fratello, pittore di professione. La copertina è un’immagine che, nella realtà, è un olio su tela e come tale esprime un’emozione che vive di linee, sfumature e colori, preludio ed epilogo finale di uno stato d’animo che guarda al passato, al presente e al futuro, che urla alla gioia e dolore, sofferenza e liberazione, temi che caratterizzano il tempo che percorriamo e ci mettono a dura prova. Solo l’amore per ciò che rimane quando ci ritroviamo soli con noi stessi ci può salvare dal resto delle cose, che incombono inesorabili e prive di valore, dove le relazioni, vivono di monologhi facili, superficiali, frustranti senza dialoghi profondi e liberi.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Angela Amato - Da quando la voglia di scrivere mi è venuta a cercare non mi sono più fermata. Nel 2019 ho partorito “Con il Sen(n)no di poi” e da allora altri progetti sono in cantiere.
Due racconti ispirati: uno alla musica e, con la dipartita di Ezio Bosso, ascoltare le sue note mi ha dato l’ispirazione ed ho osato descrivere un amore speciale fra un maestro di storia dell’arte Gerald e un ragazzo Lapo, vittima di un caos ormonale, figlio di una madre che aveva solo un difetto, essere bella come il peccato, e di un padre “pitocco”, che aveva il difetto di essere brutto, dentro e fuori.
L’altro racconto è ispirato alla magia e alle dimensioni temporali in cui si viene a trovare una giovane donna irlandese catapultata fra presente e passato, vittima di un gioco pericoloso governato da incantesimi e sortilegi e, dentro al quale, un medico fatato e un ladro di memorie, nella più buia notte dei tempi, duellano dentro un cerchio magico per liberare dal sortilegio la giovane Gherda, veloce strega e lepre irlandese.
A gennaio uscirà una raccolta di poesie, un concorso al quale ho partecipato e in cui una mia poesia è stata selezionata.
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