| Alberto Gianinazzi presenta ai lettori il romanzo "2000 WATT", Aletti Editore
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “2000 Watt”?
☑️Alberto Gianinazzi - Il titolo prende spunto da una visione di politica energetica e climatica nazionale denominata per l’appunto Società 2000 Watt. Essa, in accordo con gli obiettivi climatici internazionali di Parigi, si prefigge di limitare l'aumento medio della temperatura globale a non più di 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Tale visione può essere realizzata solo se il consumo di energia primaria a livello globale non supera una potenza continua di 2000 Watt per persona e se le emissioni di CO2, sempre per persona, non sono superiori a una tonnellata all’anno. Questi obiettivi a lungo termine (2030-2050) saranno raggiungibili solo con l’uso di sistemi energetici innovativi, con una gestione intelligente delle risorse e delle energie rinnovabili e naturalmente con il risparmio energetico. Il dibattito sul tema è molto acceso in Svizzera, dove sono già stati intrapresi i primi passi per assumere una funzione di modello a livello mondiale.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
☑️Alberto Gianinazzi - L’arrivismo sfrenato, che induce a sacrificare la vita privata e a rinunciare ai propri ideali.
L’efficienza incondizionata, dettata dalle leggi dei mercati globali.
Le aberrazioni del sistema economico, che sviliscono le persone più sensibili, portandole al disconoscimento dei propri valori morali ed etici.
La spaccatura dell’Io, che si crea durante la presa di coscienza.
L’accettazione delle proprie contraddizioni e incertezze fino alla rinascita spirituale.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
☑️Alberto Gianinazzi - Non si tratta di un romanzo autobiografico. Naturalmente prendo spunto dalla mia esperienza personale: il personaggio principale a volte mi rispecchia, ma rispecchia anche la realtà di altre persone. Le situazioni sono romanzate, a volte amplificate, a volte sminuite. Sono dislocate nel tempo e nello spazio in base alle esigenze della narrativa.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
☑️Alberto Gianinazzi - Per me è vitale che la scrittura assuma un valore testimoniale, senza però diventare cronaca; se così fosse, smetterei di scrivere. Il tempo che v’investo assume una propria vita. Scrivendo indago su me stesso, scandaglio i miei abissi, rispondo a dei quesiti, mi pongo nuove domande e cerco di capire, fino ai limiti del possibile, la mia indole. Oltre rimane il mistero. Scrivendo, intrattengo me stesso. Nel racconto alcuni fatti sono testimonianze di esperienze personali, di conversazioni, di pensieri o scambi d’opinione con persone reali, altri sono puramente fittivi. Per chi legge il mio racconto, non è importante sapere quale fatto o circostanza sia vera o no. Quello che conta sono i luoghi comuni, le esperienze analoghe, che possono indurre a nuove riflessioni sul proprio vissuto.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “2000 Watt”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
☑️Alberto Gianinazzi - Ciò che mi è piaciuto di più è stata l’opportunità di poter rivedere alcuni trascorsi professionali sotto un’altra luce, permettendomi di analizzare le critiche severe, anche se a volte giustamente meritate, da un’angolatura diversa, priva di emozioni o polemiche devianti. La nostra è una società molto complessa, basata sull’individualismo, il profitto e l’efficienza, piena di contraddizioni e ingiustizie. I giri di vita si susseguono in un carosello anonimo. La pressione sull’individuo è una tragica costante, che per alcuni si trasforma in una vera tragedia, quando ci si identifica col proprio lavoro, investendovi incondizionatamente anima e corpo. La scalata sociale è uno specchio per le allodole e quando non si è pronti ad accettarne i cambiamenti (e pochi lo sono), si può cadere “dalle stelle alle stalle”. E ciò può fare veramente male.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
☑️Alberto Gianinazzi - Senz’altro il mio vissuto, le mie esperienze, la gente che amo e quella che incontro per caso. La mia relazione simbiotica con la natura. Sono cresciuto in una famiglia numerosa: ho sette fratelli e una sorella. La nostra profonda intesa ci ha permesso di condividere esperienze culturali, sentimenti ed emozioni senza remore o invidie personali. Di famiglia cattolica, la liturgia religiosa è stata fondamentale, almeno agli inizi.
La mia formazione letteraria è iniziata negli anni sessanta con i classici di fine ottocento e primo novecento. Cito i fratelli Grimm, Salgari, Verne, De Amicis, Tolstoj, Collodi, Molnár, Hogson, Alcott, Dumas, Manzoni. Il grande passo è avvenuto però quando ho scoperto Kafka, Dostoevskij, Poe, Miller, Hess, Svevo, Sciascia, Pasolini e Pavese, solo per citarne alcuni. Parallelamente la musica e il cinema hanno contribuito in maniera fondamentale alla mia formazione culturale e sentimentale; cito Faber, Brassen, Moustaki, Gaber, Svampa, De Gregori, Guccini, Celentano e in generale la musica leggera italiana, ma anche quella di cantautori inglesi e americani, senza dimenticare quella popolare ticinese.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
☑️Alberto Gianinazzi - Mia moglie è una pittrice, quindi amo il mondo dell’arte e tutto ciò che riguarda l’arte visuale, come la cinematografia, l’architettura, la paesaggistica e il design.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
☑️Alberto Gianinazzi - Sono di natura curiosa. Ho letto tanto e di tutto. Oggi scelgo con più accortezza, perché mi rendo conto di quanto sia prezioso il tempo che dedico alla lettura e quindi cerco d’investirlo bene, anche se poi a volte cado in contraddizione e guardo una trasmissione stupida alla televisione o leggo rotocalchi scandalistici. Ho imparato a leggere lentamente e non più solo per passare il tempo. Salto raramente le pagine e spesso le rileggo. Se una frase mi piace, la ripeto più volte, anche ad alta voce. Assaporo i passaggi, come se leggessi una poesia. Se un libro inizialmente non mi piace, lo metto da parte e riprovo a leggerlo più tardi. A volte cambio idea, altre volte no. Ci sono ancora tanti autori che mi piacerebbe conoscere, per esempio Kundera e Unamuno. Amo la saggistica. Leggo i contemporanei e scrittori che conosco personalmente, con cui ci scambiamo i libri.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
☑️Alberto Gianinazzi - La peculiarità di un libro cartaceo è, per me, insostituibile. Sono due mondi diversi, diventati al giorno d’oggi complementari. Entrambi hanno i loro pregi. Apprezzo il fatto che il mondo digitale mi permette di accedere a un rarissimo libro, di consultare manoscritti o di riprodurre una bozza di duecento pagine, invece di stamparla. Ma il digitale non equivale la sensazione che mi procura lo sfogliare le pagine cartacee, rileggere o sfogliare una pubblicazione stampata anni fa. Mi piace osservare la mia biblioteca, vedere i colori diversi delle prime di copertina. Mi appaga riscoprire mondi già letti anni orsono, anche solo per sfogliare un paio di pagine.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
☑️Alberto Gianinazzi - Come succede a tanti altri scrittori, sconforto, delusione, ma anche passione ed entusiasmo definiscono il mio rapporto con la scrittura. A volte mi sentivo geniale, altre assurdo e stupido. Insomma, un conflitto perenne, ma il risultato finale, ancora oggi a due anni dalla stesura definitiva, mi soddisfa pienamente.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “2000 Watt”, se non lo avesse scritto.
☑️Alberto Gianinazzi - È una satira, quindi ha aspetti divertenti. Non è morboso, è ricco d’umanità, di personaggi. È interessante, aiuta a riflettere su quanto la motivazione economica influenzi, a volte inconsciamente, l’interazione tra le persone. È senz’altro un romanzo positivo, ricco di spunti.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene un’anticipazione?
☑️Alberto Gianinazzi - Ho terminato di scrivere un romanzo storico, che si svolge poco dopo la fine della prima guerra mondiale. È ambientato in Svizzera, in Italia e in Messico. È un viaggio che porta il protagonista a incontrare e a riscoprire il proprio padre, partito anni prima per cercare fortuna in America. È anche un viaggio interiore alla scoperta di ciò che davvero conta e dà un senso alla vita del protagonista.
Recentemente ho iniziato a buttare giù appunti sul rapporto personale che ho e che ho avuto con la montagna. Non so ancora dove tutto ciò mi porterà, se si evolverà in un nuovo racconto o romanzo. Ancora non ho una trama precisa, ma poco importa. Questo è il bello: mi lascio sorprendere da me stesso, dalla scrittura e da ciò che mi viene dato dalla vita.
Collana "I Diamanti - #Narrativa"
pp.160 €14.00
ISBN 978-88-591-6682-5
Il #libro è disponibile anche in versione #ebook
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