| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “DESTINAZIONE SIRIA”? Quali sono gli argomenti ricorrenti o per lei fondamentali che tratta in questo volume?
Paola Prandini - Ho scelto DESTINAZIONE SIRIA come titolo del romanzo perché, unito all’immagine di copertina, suggerisce immediatamente, all’eventuale lettore, il genere a cui il libro appartiene: quello di guerra.
Questo è infatti il tema fondamentale su cui si basa tutto l’intreccio: la guerra in Siria che si combatte da ben nove anni e non accenna a finire. È una guerra che mi ha profondamente colpita sia per la durata che per le violenze subite dalla popolazione inerme, esposta troppo spesso come scudo umano contro i nemici. Di questa guerra, come di tutte le altre guerre, ho cercato di mettere in evidenza gli effetti devastanti che esse generano su persone e cose, ricreando uno scenario reale di città e villaggi fantasma, interamente distrutti, di cui sono rimasti solo monconi di case e palazzi somiglianti a scheletri e ho cercato di analizzare e far emergere quanto di traumatico può essere rimasto nell’animo e nella psiche di uomini, donne e bambini, in seguito al terrore dei bombardamenti, dei crolli, degli orrori visti e vissuti sulla propria pelle, subiti in anni di guerra.
Ho cercato altresì di mettere in risalto anche lo spirito di resilienza che dà la capacità di reagire agli eventi negativi e di risollevarsi.
Nell’intreccio ho inserito anche altri temi per rendere più piacevole e meno fosco l’intreccio e creare colpi di scena per sbalordire il lettore e tenere desta la sua attenzione.
Non è mancato l’amore, nelle sue varie sfaccettature: altruismo, solidarietà, amore fraterno, passione e i suoi contrari: gelosia, egoismo, egocentrismo, odio.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Paola Prandini - La realtà è stata l’ossatura del romanzo, i cui capitoli sono stati basati su avvenimenti reali, nel rispetto cronologico di accadimento, ma reinterpretati e adattati da me in un intreccio di pura fantasia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo, con questo suo libro?
Paola Prandini - Più che salvare e custodire, ho voluto far conoscere, alla maggioranza delle persone, la realtà di una guerra sconosciuta ai più, tutt’ora in corso dal 2011, di cui i media hanno parlato poco e solo in occasioni eclatanti come quelle di stragi jihadiste nei confronti di civili inermi. Queste sporadiche notizie sono scivolate via in poco tempo e un velo di oblio è sceso su questa guerra molto anomala. Partita come protesta civile contro un governo dittatoriale, si è ben presto internazionalizzata e ha fatto sì, con giochi di alleanze assai mutevoli, che di anno in anno fossero sempre meno i combattenti siriani e sempre più quelli stranieri ad affrontarsi, per i loro interessi, sul suolo siriano, martoriando la popolazione. Ho cercato di richiamare l’attenzione sulle stragi di civili e sulla distruzione iconoclasta dei principali monumenti dell’antichità perpetrata soprattutto dai jihadisti, e ricordare i problemi concreti e quotidiani di chi ha perso tutto e, sopravvissuto, deve continuare a vivere in un clima di terrore e di privazioni materiali. In particolare ho voluto mettere in evidenza la situazione dei bambini, vittime innocenti a cui è stata negata l’infanzia.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Destinazione Siria” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Paola Prandini - Gli episodi, nell’economia della trama, sono strettamente legati tra di loro, ciascuno con la sua funzione. Se dovessi isolarne uno sceglierei quello che, come in un libro giallo, contiene il colpo di scena che sorprende il lettore e lo lascia stupefatto e desideroso di scoprire il finale del romanzo.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione, altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Paola Prandini - La mia formazione culturale e letteraria, oltreché sulla letteratura italiana, si fonda sulla conoscenza delle letterature straniere: quella francese, in primis, seguita da quella inglese e quella americana, sviscerate dalle origini al 1900. Ciascun autore, sia esso poeta, drammaturgo, romanziere, mi ha arricchito culturalmente e mi ha lasciato qualcosa del proprio modo di pensare e di scrivere, anche se non sempre condiviso. Quelli che più hanno influenzato il mio modo di scrivere sono gli scrittori del romanticismo, specialmente i francesi e del realismo.
Come molti di loro amo mescolare realtà e fantasia, descrivere ambienti e persone, analizzare l’animo e la psiche dei personaggi, metterne a nudo le passioni, i pregi e i difetti.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche o artisti che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Paola Prandini - Scrittori che hanno influenzato il mio modo di scrivere sono senza dubbio Hemingway e Camus, ma anche Flaubert e Balzac, soprattutto per le frasi corte, semplici e concise, le descrizioni di persone e di ambienti, in gran parte reali.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Paola Prandini - Mi piacciono i libri gialli, ai quali mi sono ispirata per creare colpi di scena che stupiscano il lettore, destando una curiosità tale da costringerlo a leggere il romanzo tutto d’un fiato, per vedere come va a finire.
Amo i romanzi di analisi, in cui l’autore traccia un ritratto dei suoi personaggi mettendone a nudo le emozioni più profonde di amore, di odio, di indifferenza e i traumi della psiche, che influenzano i suoi comportamenti ed inoltre, i saggi, le commedie, i libri d’amore.
Domanda - Preferisce il libro cartaceo o quello digitale?
Paola Prandini - Abituata da sempre al cartaceo, lo preferisco, ma non disdegno il digitale, che ho letto più volte.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura durante la composizione del libro?
Paola Prandini - Quando scrivo amo curare la forma in modo “maniacale”. Essa deve essere scorrevole, senza ripetizioni, ricca di sinonimi, con frasi corte, che abbiamo un loro ritmo e una loro musicalità.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Destinazione Siria”, se non lo avesse scritto.
Paola Prandini - Lo noterei e lo sfoglierei, di primo acchito, colpita dal titolo e dalla copertina, ne leggerei la prefazione e convinta da questa, lo acquisterei, dopo averne letto alcune pagine, per sapere come si conclude la storia.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo può darcene un’anticipazione?
Paola Prandini - Ho già scritto qualche poesia, un romanzo d’amore e uno di guerra, ora vorrei scrivere un libro giallo e uno di analisi, imperniato su una figura femminile. Mi piace spaziare fra i vari generi letterari.
Collana "I Diamanti - Narrativa"
pp.120 €14.00
ISBN 978-88-591-6697-9
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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