| Intervista a Maria Piera Lo Prete, che presenta ai lettori il libro di poesie “Al sole d'agosto” - Aletti Editore
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Al sole d'agosto”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Maria Piera Lo Prete - Al sole d’agosto perché sono materialmente nate in agosto, come i miei due figli, quando il sole è più alto e la luce domina e rende visibili le forme e il loro dispiegarsi come senso, come ultimo significato. Ciò che non è visibile lo diventa, per effetto del sole, che è qui solo un pretesto, in realtà per una visione interiore che il poeta possiede e che lo rende a volte astratto, metafisico; così, come sempre, quando scrivo, il senso è oltre le cose, nella ricerca continua dell’essere, e del senso intimo e ultimo. Allora le forme si dispiegano, i sentieri si allargano e tutto diventa visibile intimamente. Voglio cogliere un segno e metterlo in moto mediante la potenza della scrittura.
È un sentiero che porta alla coscienza, e là dove la coscienza si compie, c’è l’essere umano e il divenire esistenza, un essere che bussa alla porta dell’universo e non trova che se stesso immerso nel dubbio e nel concreto apparire del suo corpo terreno. Ma al di là c’è la verità che suona e che danza, c’è l’essere come libertà.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Maria Piera Lo Prete- La realtà incide sempre, ma poi rinvia a qualcos’altro nella mia scrittura, che è d’altra parte molto influenzata dalla mia formazione filosofica e psicologica.
È difficile esprimere l’inesprimibile, è necessario ricorrere alla metafora, che attinge al reale ma lo trasfigura. L’essere umano è un mistero a se stesso e tuttavia è il senso di tutto ciò che è stato e il centro che tutto contiene, da cui partire e a cui ritornare con una consapevolezza maggiore e con un linguaggio nuovo. La poesia richiede un linguaggio nuovo, capace cioè di esprimere l’inesprimibile, l’incomprensibile. Ma la poesia è anche giocare con le parole, è ritmo, è ironia, è tutto ciò che l’anima canta, e in questi piccoli versi c’è gioco, ironia e c’è la domanda..
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Maria Piera Lo Prete - Questo libro è una fase, una tappa o un altro tassello di un lungo processo avviato molto tempo fa. Un processo di ricerca interiore e di aderenza interiore a cui la forma rinvia. La poesia è la mia stessa esistenza, la mia libertà, è il racconto del mio sentire e di tutto ciò che amo. Tutto si trasfigura attraverso i versi, anche il dolore non è più dolore, ma stupore per come la parola rende concreto ciò che è impalpabile e smaterializza il concreto.
È la coscienza che si dispiega e allora ogni cosa si anima e diventa messaggio di un altro sentire e la parola metafora di un mondo che solo l’anima coglie. Il viaggio è difficile, la comprensione spesso dolorosa, tuttavia piacevole, è il piacere assoluto.
Anche nella fotografia sento di cogliere una energia sacra che è oltre l’immagine e di aderirvi per un attimo. Ed è lo stesso stupore che provo scrivendo. La copertina di “Al sole di agosto” ne è un esempio. Lì c’è un abbraccio vitale tra forma e colore.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito“Al sole d'agosto”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Maria Piera Lo Prete - Gli episodi dolorosi o giocosi, attuali o che si impongono come ricordi, mutano e diventano moti interiori. È scendere nelle viscere del monte e cogliere i sussulti, ciò che dentro si muove. E ogni cosa è mezzo per comprendere se stessi, la propria essenza.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Maria Piera Lo Prete- Fondamentalmente Holderling, Rilke, Baudelaire, Lorca, Dickinson, Cvetaeva per la poesia, mi hanno ispirato versi, insieme a tanti altri. In questa raccolta il dialogo con Rilke è esplicito con Duino e Il dubbio di Orfeo.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Maria Piera Lo Prete- Certamente l’arte ha inciso non poco, avendo convissuto con la pittura e la scultura di mio padre. Tutte le forme d’arte mi appassionano: la musica, il cinema e sono sempre pronta a visitare mostre e musei. Chagall mi ha ispirato versi.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Maria Piera Lo Prete- Tutta la grande letteratura, a partire dagli antichi classici a quella più prossima, ha accompagnato la mia formazione sin dall’adolescenza. Come citarli tutti?
E forse da tutti ho attinto, perché si sono stratificati in me, li contengo, ma chi ho amato fortemente e follemente è Kafka.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Maria Piera Lo Prete- Sarò sempre per il libro cartaceo, è impagabile, ho un rapporto fisico. La mia casa è piena di libri, non c’è angolo che non li contenga.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Maria Piera Lo Prete - La scrittura è l’anima del mondo, è l’evoluzione, è l’esistenza. Mi appaga pienamente. Ho sempre scritto, ho atteso molto, forse troppo per pubblicare, per timore di perdere questo contatto divino con la parola, per timore di falsarla.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Al sole d'agosto, se non lo avesse scritto.
Maria Piera Lo Prete- Bisogna mantenere sempre viva la curiosità, l’interesse per il nuovo, perché non sai cosa si nasconde dietro un nuovo nome, dietro un nuovo libro. Forse una visione diversa anche di te stesso/a e dell’esistenza, una prospettiva nuova, un punto di osservazione nuovo, un linguaggio nuovo, comunque un arricchimento. Leggere la poesia è leggere dentro se stessi; non è l’autore o l’autrice che emerge, è il lettore o la lettrice che si specchia. Certo, non si può leggere tutto, ma al sole d’agosto magari tutto è possibile, anche comprare questo libro e leggerlo tutto d’un fiato, perché un libro è sempre un dono, anche se non c’è il sole.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Maria Piera Lo Prete - Come ho già detto, ho scritto moltissimo prima di “Al sole d’agosto” , quindi partirei da lì, anche non rispettando l’ordine cronologico, da tutto ciò che ho già scritto. Dopo “Al sole d’agosto” che è appunto dell’agosto 2018, molto altro è stato messo sui fogli e spero che questa mia corsa verso e oltre non termini mai. Come anticipare? Non c’è mai un progetto ragionato. La scrittura mi viene incontro. Tuttavia, questa fase di chiusura che abbiamo tutti sperimentato, ha invitato ad una riflessione più progettata sui diversi aspetti che l’hanno caratterizzata e sulle più essenziali manifestazioni del nostro essere nel mondo. Ci ha imposto di osservare le nostre fragilità e le nostre forze; di rivedere alcuni, solo alcuni aspetti della realtà esterna che ci riguarda e intrecciarla con la nostra più intima. Ne sono nate una serie di riflessioni poetiche, alternate da altre in prosa, in un lavoro a due mani con una mia amica scrittrice, che vogliamo rendere pubblico ben presto.
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.52 €12.00
ISBN 978-88-591-6698-6
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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