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▶️"I Narcisi… e oltre", raccolta poetica di Angela Gisella Rossi.
La prima parte del titolo, «I Narcisi», fa riferimento al protagonista della nota storia, per sottolineare che «tutti noi, a furia di panoveggiarci e specchiarci nell’acqua, abbiamo dimenticato che esistevano gli altri e siamo arrivati all’incomprensione e all’incomunicabilità».
La seconda parte del titolo, «E… oltre», indica che, oltre i Narcisi, «ci sono i ricordi, il ritorno dal passato sia pure in maniera discontinua, e l’incidere del presente e l’incalzare del presente», con i ritratti di amici con cui la Rossi ha condiviso momenti della sua vita in periodi differenti, trasformati in poesie che formano la seconda metà della raccolta.
Il libro, infatti, come ha confidato l’autrice durante la presentazione avvenuta al prestigioso festival "Il Federiciano", è dedicato prevalentemente all’amicizia. «Un’amicizia che sconfina a volte nell’amore, un amore impossibile da raggiungere o addirittura impossibile a farsi capire o accettare.
I personaggi tratteggiati, al di là dei loro sogni, aspirazioni ed ambizioni, cercano prevalentemente l’amore, che a volte giunge ma a volte delude e questo è il filo conduttore che li lega a me in quanto autrice a mia volta coinvolta in prima persona. Il libro è in ogni caso testimonianza di un periodo che corre dagli anni 80 a ritroso verso gli anni 70 e si proietta infine nel presente. E infatti le poesie sono state scritte “a caldo” nei periodi suddetti».
Come titolo, per ogni poesia, è stato dato un nome, seguendo una scelta precisa. «I nominativi hanno un loro perché ma lascio l’interpretazione all’intuito del lettore».
L'autrice ha ricevuto i complimenti di Alessandro Quasimodo, che ha mostrato apertamente la sua ammirazione per i versi della raccolta, e ha declamato tre poesie, tra cui la suggestiva «Madame», che affronta il tema dell’omosessualità («Caro amico / cui invano tendo la mano / tentando di raggiungerti sulla tua isola. / Nuoto disperata / in acque grosse di profondo azzurro. / Ma tu resti chiuso / impenetrabile nel tuo dolore unico / per la mancanza di un intimo compagno / E versi non visto lacrime amare / in un lago diventato stagno.»)
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