| Intervista a Fabrizio Ferri, che presenta ai lettori il libro di poesie “L’internauta” - Aletti Editore
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “L’internauta” Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Fabrizio Ferri - Internauta, viaggiatore nel tempo e negli spazi del tempo. Orologi molli che segnano un tempo che si dilata senza mai annullarsi. Argomento comune, filo conduttore di queste parole è la ricerca di ispirazione in tutto quello che mi sta intorno a chi osserva. Poi la storia, ogni singolo luogo o oggetto riconduce a pensare quello che è stato e immaginare di vederlo dal vero, costruire intorno a esso una storia, non importa se vera, basta che leggendola dia emozione. Brevissime scene teatrali che il lettore dovrebbe vedere immaginandole da spettatore.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Fabrizio Ferri - La realtà ha sempre inciso nella mia scrittura, perché scrivere di una sedia in una stanza polverosa è per me vederla realmente e sentire quasi l’odore dell’aria intorno. Poi a volte ritrovo realmente quello che ho descritto ed è bello. La realtà è la prima fonte di ispirazione
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Fabrizio Ferri - No, non c’è nulla da salvare dall’oblio, in questo libro si parla della passione per la moto che è forte anche adesso, dell’amore, bello ma a volte irreale che se afferrato nel vero è sublime. Si racconta della ricerca del bello in tutto quello che si osserva.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “L’internauta” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Fabrizio Ferri - Episodi, ogni mia poesia è legata ad un episodio. Un film che mi ha colpito “IL GLADIATORE” o “MISSION” Un giro in moto sulla autostrada che da Tortona Porta a Genova, un tè caldo in cima al passo dello Stelvio, un libro “CHIEDI ALLA STRADA” una visita a Torino, città magica. Episodi che sono lampi di parole che si trasformano in poesie, che rileggendole mi riportano a quello specifico episodio è come rivedere delle foto che sono state riposte in un cassetto.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Fabrizio Ferri - Le mie fonti di ispirazione sono, come ho già scritto, tutto quello che mi sta intorno e ogni incontro che mi emoziona. Mi spiego meglio, provate a sedervi comodi e a osservare il vostro gatto, per esempio, può ispirarvi uno scritto, a me sì, è in questo modo che mi ispiro. Gli autori fondamentali non ne ho. Sono cresciuto con Pascoli, D'Annunzio e altri classici.
Che ho letto per dovere, ma le mie passioni poi mi hanno portato lontano verso letture meno prosaiche e più moderne. La fotografia, il modellismo, la moto, i viaggi, la storia e le donne legate a queste passioni
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Fabrizio Ferri - No, non direi di avere avuto influenze da discipline artistiche. Fotografia, pittura, scultura le apprezzo tutte, mi fermo a guardare una foto, un quadro, cerco di immedesimarmi nell’autore, nell’atto di dipingere e cerco di entrare nell’intimo dell’opera, difficile riuscirci, ma pratica intrigante. La foto è la storia del momento l’evoluzione del dipinto più facilmente da interpretare. Gli artisti mi piacciono tutti, alcuni li comprendo nella loro espressione artistica altri meno, ma tutti hanno un fascino da apprezzare.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Fabrizio Ferri - Generi letterari che mi piacciono. Romanzi storici, Racconti di viaggio, Gialli, Fantasy, Fantascienza. Facciamo prima a dire quelli che non mi piacciono, nel senso che non li “digerisco” sono i classici del 900 Italiani o stranieri che siano. Quelli che una volta mi hanno detto “È un libro che hanno letto tutti, devi leggerlo anche tu” No! Un libro quando entri in una libreria deve “chiamarti” dirti “leggimi”. È il bello della scoperta di autori e titoli magari mai sentiti.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Fabrizio Ferri - “VADE RETRO DIGITALE”. Il libro va toccato odorato tenuto in mano sfogliato pagina dopo pagina. Non è il rifiuto della tecnologia, è il piacere della lettura. Sarebbe come mangiare un cioccolatino senza poterlo scartare.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Fabrizio Ferri - È un rapporto intimo personalissimo che non condivido con nessuno.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “L’internauta”, se non lo avesse scritto.
Fabrizio Ferri - Lo comprerei per curiosità nel vedere quella copertina con un orologio molle, che in apparenza non c'entra nulla con il titolo, è sempre la curiosità che spinge alla lettura.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Fabrizio Ferri - Sì, sto preparando una serie di racconti brevi, di circa otto pagine ciascuno, non racconti di un unico genere, ma che spaziano dal giallo al fantasy all’amore ai viaggi. Con un titolo depistante “ Incubi” e un prologo che parla di notti turbolente e di sogni che il protagonista ricorda e trascrive al risveglio. Come in tutti i sogni non c’è un vero finale nei racconti, una idea che mi è venuta per non aver letto mai nulla del genere, magari piace.
L’internauta di Fabrizio Ferri
Editore: Aletti Editore
Collana: Poeti in Transito
Data di Pubblicazione: giugno 2020
EAN: 9788859166443
ISBN: 8859166446
Pagine: 64
Prezzo di copertina: Euro 12
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