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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Mattia Carminati, che presenta ai lettori il libro di poesie ‘Ritagli di giornale’ - Aletti Editore

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai ‘Ritagli di giornale’? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Mattia Carminati - ‘Ritagli di giornale’ esprime la tensione interiore che mi preme ad esplorare ogni momento della quotidianità vissuto, e a valorizzarlo. Il ‘giornale’ evoca il racconto della vita. Non si tratta, in questo caso, di un libro rilegato e dorato, ma di una risma di carta all’apparenza semplice e incolore. Le pagine dell’esperienza diventano significative quando sono sondate con lo sguardo interiore, capace di scovare il riflesso delle emozioni all’interno di questa cornice, ovvero di riconoscerne ed elevare i ‘Ritagli’. Questi dettagli brillano in quanto parte della poesia che li sostiene, intrisi delle emozioni diverse e dell’allusione che li individua e definisce. L’indole poetica inizia dentro questi prodigi riconosciuti, e si schiude per abbracciare la sfera variegata della vita di ogni giorno. Le tematiche, in questo quadro, sono svariate: la riflessione sulla propria esistenza di fronte all’esperienza, l’aspirazione a un domani da saper guardare in profondità, la ricerca dell’Amore e delle emozioni al netto della situazione attuale, nonostante gli attriti e le difficoltà umane, l’affidamento alla vita. A mio avviso, emerge in modo significato il senso di comunione con la natura e con le persone, il legame che alimenta l’attenzione al dettaglio, e la tendenza ad inseguire questa ricerca. Tutto questo si protende attraverso il meccanismo dell’allusione, aprendosi all’interpretazione individuale e alla sensibilità del lettore.


Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Mattia Carminati - La realtà, per quanto mi riguarda, è la fonte di ispirazione principale. Le mie poesie hanno un tempo e un luogo, sono ancorate all’esperienza, da essa nascono e per essa alludono. Le sfumature che ne derivano hanno in sé la traccia di quanto mi accade e mi colpisce. Ritengo che, nel mio caso, la poesia sia la vita stessa, e non solo la condizione di esprimerla in versi.


Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Mattia Carminati - Per rispondere, userò un’espressione che ritengo efficace: credo che i passi compiuti, le occasioni di poesia, siano orme sulla sabbia, nei pressi della risacca. La poesia permette di fissarle, prima che l’onda del tempo le scancelli. Non so valutare se questo istinto abbia valore ‘testimoniale’. Certamente, ritengo utile la lettura di una poesia, anche ad alta voce, da parte di un lettore, per lasciarsi attraversare dalla stessa. E’ proprio questo, prima di tutto, che vorrei ‘salvare’ del tempo che passa: la possibilità, per il lettore e anche per me stesso, di incontrarsi con i miei versi, di relazionarsi con essi, per uscirne diverso. Ritengo, poi, che la decisione di associare la propria data di composizione alla maggioranza delle liriche sia figlia dell’idea di far emergere l’aspetto temporale, la dimensione del vissuto, quasi ad associare questi scritti alle pagine di un diario, anche se non si tratta di un diario.


Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito ‘Ritagli di giornale’, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Mattia Carminati - Gli episodi che hanno condizionato questa raccolta sono numerosi. Tuttavia, ritengo che tutta la mia esistenza, con il suo bagaglio annesso di chiaroscuri, albe e tramonti, penetri e impregni questi versi. Nel mio caso, non potrebbe essere diversamente. Detto questo, isolerei sicuramente i legami con le persone che hanno condizionato queste liriche. Li descriverei con l’aggettivo ‘veri’. Le relazioni profonde, i ritagli nel senso allusivo del termine, le grandi epifanie e le rivoluzioni interiori. Ricorderei, poi, una curiosità particolare. Mi ha molto colpito, infatti, come la poesia che si è guadagnata la menzione speciale al merito nell’ambito del VII concorso CET, ovvero ‘T’affido’, sia nata da un momento di frustrazione e nervosismo. L’episodio alla base era l’insoddisfazione e la rabbia nei confronti di una difficoltà quotidiana. Dalle asperità e dall’umanità di questa condizione, sono emerse strofe dal valore poetico profondo, dure certamente, ma destinate all’aspirazione verso la speranza, in opposizione al dissapore. In quest’ottica, descriverei anche l’esperienza personale alla base del ciclo de ‘La regina e il suo lago’, che ho scritto ispirandomi alla leggenda sull’origine di un lago alpino. Ho potuto ricercare e raggiungere questo posto, affrontando il cammino verso la meta con fatica e desiderio, respirando una montagna e una natura con le quali, dentro di me, vivo una relazione speciale. In sé, il racconto attraverso i versi potrebbe rappresentare ed evocare interpretazioni diverse, che sono destinate al lettore e alla sua percezione. In me, aver vissuto l’ambientazione di questa storia, e averla immaginata sulla base del cammino e dei passi compiuti, rendono la sua parabola davvero autoreferenziale.


Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Mattia Carminati - Sono, da sempre, appassionato di lettura di poesia. Negli ultimi anni ho potuto coltivare maggiormente questa inclinazione. Nella mia formazione personale, alla quale sono estremamente legato, è fondamentale la presenza della figura di un poeta italiano del secolo scorso: Eugenio Montale. Non solo il contenuto della sua produzione, ma anche la forma che la sostengono e l’atteggiamento verso le tematiche, sono per me di particolare rilievo e degni di meraviglia e stupore. Sono attratto dalla musicalità, anche grave, delle strofe, dalla presenza delle rime interne e dei costrutti fonici, dall’uso sapiente delle parole sdrucciole, dalla costruzione di una poesia associata agli oggetti, elevati alla dignità poetica nella loro presenza, dalla situazione di riflessione interiore, condizionata inevitabilmente dagli anni vissuti. Il Montale di ‘Ossi di seppia’ e de ‘Le Occasioni’, in questo, ha rappresentato tanto della mia formazione culturale e sentimentale durante il periodo di scrittura di ‘Ritagli di giornale’, tanto quanto il Montale de ‘La bufera ed altro’ emerge nell’oggi. La voce interiore, l’io poetico, hanno, per me, un significato di rilievo. Il poeta segue questa voce. Montale, di fatto, mi ricorda questo. E mi affascina saperlo presente, come figura unica e irripetibile, in un secolo nel quale arte e poesia hanno subito cambiamenti drastici.
Come Montale, sono di impatto tante figure nel mio cammino di formazione personale. In questi anni mi sto dedicando alla rilettura dei grandi poeti italiani, e nella mia attualità non posso non citare il Gabriele D’Annunzio delle ‘Laudi’ e del ‘Poema paradisiaco’, il Giacomo Leopardi de ‘I Canti’, e sicuramente Dante.
In fine, non sarei onesto con me stesso se lasciassi in disparte tutta la schiera di espressioni, poesie, versi isolati, provenienti dai più svariati canali, che quotidianamente incrocio nella mia sete di meraviglia, e che mi ispirano.


Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Mattia Carminati - Sono figlio del mio tempo e delle mie passioni. La musica ha un impatto importante in me. Suonare il pianoforte, amare la musica contemporanea, essere affascinato dai cantautori, meravigliarsi dinnanzi alla classica e al melodramma, sono elementi che non si possono dimenticare. I cantautori e le loro canzoni hanno risvegliato e risvegliano in me il desiderio della poesia. Le loro espressioni, il modo in cui elaborano la forma per dar voce ai sentimenti e alle riflessioni, suscitano in me ammirazione e volontà di abbracciare questa inclinazione.


Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Mattia Carminati - Ad oggi, l’attitudine alla scrittura evolve in me principalmente attraverso la produzione poetica. Nonostante questo atteggiamento personale, sono estremamente legato alla lettura e all’analisi di generi letterari diversi (e ho all’attivo la pubblicazione di un articolo tecnico, legato al mio percorso di studi, su una rivista specializzata on-line).
Oltre alla lettura poetica (frequente e mai assente), amo leggere i saggi. Sono una persona di formazione ingegneristica, e sono attratto dai libri tecnici e dai saggi scientifici, in particolare su tematiche fisiche e matematiche. Può sembrare un elemento in contrasto con la realtà poetica, e invece, per quanto mi riguarda, non lo è. La meraviglia che emerge quando esploro il linguaggio usato per descrivere la realtà, e ne scovo le analisi, le ipotesi e le aspirazioni, è voce poetica essa stessa.
Amo leggere, in generale, anche saggi di diversa tematica. Apprezzo la lettura dei libri che trattano d’alpinismo, con un affetto e una dedizione significativa verso la figura di Walter Bonatti, che a me induce un legame di riguardo circa la ricerca di se stessi e delle proprie capacità, e verso una purezza che deriva dall’inseguire la propria libertà.
Oltre a questo, nella varietà delle mie letture, ultimamente ho maturato un interesse importante per Henry David Thoreau (‘Walden ovvero vita nei boschi’ è sulla mia scrivania, e lo leggerò con calma e attenzione) e per l’epopea dei grandi classici dell’epica greca.


Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Mattia Carminati - Rimango ancora affezionato e più incline all’uso del libro cartaceo. Sia per un fatto di comodità di lettura, sia per la possibilità di stringere un rapporto fisico con il manoscritto, poterlo sfiorare, strapazzare, rovinare, sottolineare e violentare a mio piacimento. E poterlo tenere vicino a me. Non nego che probabilmente, con lo scorrere del tempo, potrei adattarmi ai formati digitali con maggiore propensione (anche per risolvere il problema dello spazio in cui conservare tutti i libri letti, che prevedo diventerà rilevante).


Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Mattia Carminati - Il rapporto con la scrittura poetica è esclusivamente sentimentale. Vivo le poesie, le respiro e poi le scrivo. E nell’atto di scriverle, cerco di conservare l’istinto che mi ha portato a loro, e allo stesso tempo di cercare la forma migliore per esprimerle. Cerco di custodirne la purezza e la bellezza che a me esse rivelano.


Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe ‘Ritagli di giornale’, se non lo avesse scritto.

Mattia Carminati - Comprerei questa raccolta perché emerge dalla libertà di un uomo di questi giorni. I versi sono sempre sintonizzati all’entusiasmo e all’attenzione verso la dignità di tutte le situazioni.


Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Mattia Carminati - Scrivo le poesie per indole, in base alla mia percezione, al mio istinto e al mio desiderio. In questa ottica, credo che fin tanto che saranno alimentati questi aspetti, le scriverò. Per tale ragione, ‘anticipazioni’ nel senso del termine non le posso prevedere, ma posso anticipare che se saranno pubblicate altre liriche, lo saranno con l’attenzione a una loro sistematizzazione con cui sono approdato a ‘Ritagli di giornale’. E cercheranno, per citare gli ultimi versi della raccolta, di esaltare ‘il valore dei vuoti riempiti’.



Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.88 €12.00
ISBN 978-88-591-6608-5
Il libro è disponibile anche in versione e-book

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