| L’antica passione per la poesia unita al nuovo interesse verso la teologia, maturato durante questi anni di studio accademico, mi hanno portata ad elaborare una riflessione sul tema della sofferenza e della speranza presente nell’opera poetica di #DavidMariaTuroldo. Il tema del male, nelle sue svariate forme, e quello della morte rappresentano il grande dilemma dell’uomo di ogni tempo; anche l’Autore, attraverso una lunga e corposa produzione poetica, ha cantato e testimoniato questo universale dramma umano, confrontandosi e scontrandosi con il Tu necessario.
La scelta dell’Autore è avvenuta per empatia spirituale poiché, dopo aver letto alcune sue poesie, sono rimasta profondamente coinvolta dal ricco e denso pathos che esse trasmettono, soprattutto quando si rivolgono al Deus nascondibus.
La prima operazione effettuata è stata quella di una attenta e approfondita lettura delle raccolte poetiche O sensi miei… e Ultime poesie; successivamente, sono state selezionate alcune poesie attinenti al tema scelto, operando un commento ai testi per chiarirne il significato e per comprenderne meglio il messaggio. Per una conoscenza più profonda del pensiero del poeta, sono state studiate opere in prosa scritte dall’Autore e sono stati analizzati vari commenti critico-letterari intorno alla sua eclettica produzione letteraria. È risultato indispensabile il supporto teologico operato da alcuni autori per giustificare la tesi secondo la quale la poesia di D. M. Turoldo può essere definita una poesia teologicamente fondata e non semplicisticamente annoverata nel filone della poesia religiosa italiana. In questo modo, si sono potute delineare le caratteristiche principali della singolare esperienza poetica dell’Autore.
Sebbene l’ambito degli studi contemporanei che rivelano un recuperato interesse da parte della scienza teologica nei confronti dell’esperienza letteraria sia ancora abbastanza inesplorato, è stata tuttavia ricostruita una significativa bibliografia sulla corrispondenza tra teologia e letteratura, in particolare la poesia, ed è stata delineata una ricca, se pur non esauriente, bibliografica critica su D. M. Turoldo.
L’elaborato prevede un’articolazione scandita in tre sezioni, ciascuna composta da due capitoli. La prima sezione, piuttosto corposa, è volta a presentare un excursus storico del legame che ha caratterizzato nel tempo la teologia e la letteratura. Il primo capitolo presenta gli aspetti interessanti e “critici” del rapporto tra la riflessione teologica e la produzione letteraria, evidenziando le ragioni che hanno portato, lungo i secoli, ad un progressivo distacco della teologia dalla letteratura e il tentativo, in tempi più recenti, di un loro riavvicinamento. In questa parte del lavoro, si è cercato di individuare alcune risposte efficaci intorno al quesito se la teologia può dare qualcosa di significativo alla letteratura moderna e si è cercato di capire se la letteratura, soprattutto a partire dal Novecento, sia in grado di esprimere un «Oltre» che riveli, anche inconsapevolmente, una tensione verso il trascendente e se l’espressione letteraria, in particolare quella poetica, sia ancora in grado di comunicare, o più semplicemente, evocare il Mysterium ovvero l’oikonomia cristiana.
Il secondo capitolo presenta alcune aspetti significativi dell’esperienza cristiana nell’ambito della letteratura, soprattutto per ciò che concerne la sfera della poesia nella sua dimensione di preghiera e nella sua portata mistica. Infine, sono state presentate alcune caratteristiche del linguaggio simbolico poiché compreso come la modalità espressiva più appropriata per “parlare” di Dio, mettendolo in relazione con il linguaggio specificatamente religioso.
La seconda sezione presenta il profilo biografico-spirituale dell’Autore. Il terzo capitolo, dapprima, espone lo status quaestionis degli studi biografici su D. M. Turoldo e il percorso storico-spirituale del poeta attraverso la selezione di alcuni canti che meglio raccontano la sua vicenda esistenziale come uomo, credente, frate-sacerdote e poeta.
Il quarto capitolo mostra la produzione letteraria di D. M. Turoldo nelle sue linee generali, soffermandosi soprattutto sull’opera poetica pubblicata sia in vita sia postuma. In questa parte del lavoro, viene preso in esame lo status quaestionis degli studi letterari mettendo in evidenza la problematicità nel collocare la poesia turoldiana entro i confini di una specifica corrente letteraria, poiché l’Autore ha sempre rivendicato un’autonomia di stile e di contenuto tale per cui la sua poesia non può essere semplicisticamente circoscritta all’ambito della poesia religiosa. Alla luce degli studi pregressi condotti intorno al poeta, vengono esposti gli aspetti ancora poco trattati dalla critica letteraria attuale.
Nella terza parte viene esplicitato il nucleo del saggio. Il quinto capitolo presenta lo status quaestionis degli approcci teologico-spirituali sulla produzione poetica dell’Autore, mettendo in evidenza la sfida sostenuta da D. M. Turoldo di fare incontrare la teologia e la poesia, per portare gli uomini a Dio attraverso il canto.
La poesia, come evento simbolico per eccellenza, diventa espressione fondamentale nell’esperienza spirituale di D. M. Turoldo, un canto dall’ampio respiro biblico, che assume i tratti mistici della Teopatia. L’Autore, collocandosi sul delicato confine tra teologia positiva e teologia apofatica, utilizza alcune parole-chiave per fondare la sua poetica teologica: le polarità lessicali Verbo-Silenzio, Essere-Nulla e Luce-Notte costituiscono i lemmi caratterizzanti la Teonimia turoldiana, che assumono toni più intensi e drammatici nella raccolta Ultime poesie.
La fede in D. M. Turoldo assume la dimensione della Teomachia biblica, alla luce della quale viene analizzata il tema della sofferenza, della malattia e della morte; da una parte, è stato messo in evidenza come queste tematiche sono un leitmotiv ricorrente in tutta la sua produzione poetica, dall’altra, come esse assumono un valore singolare nella prospettiva della Passio Christi e del paradosso della croce, tale per cui è possibile parlare di una cristologia poetica presente nei versi turoldiani.
L’ultimo capitolo mostra che la categoria della speranza diventa paradigma per comprendere la storia e che ogni esistenza umana rappresenta un cammino verso il compimento escatologico inaugurato da Gesù. In questo orizzonte, il poeta, ispirandosi al teologo J. Moltmann, opera una distinzione tra “avvenire” e “futuro”: il primo, è un andare verso l’inevitabile morte cronologicamente intesa; il secondo, è attesa continua di Cristo, un futuro già in atto e operante su cui si fonda la speranza ultima.
Collana #Saggistica Aletti
pp.304 €14.00
ISBN 978-88-591-6257-5
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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