| Domanda - Ben trovati, cari Autori. Abbiamo letto con grande interesse il libro che avete pubblicato con noi e che abbiamo molto apprezzato. Complimenti.
Cominciamo da lei, Virginia, la protagonista della narrazione. Anzi, meglio sarebbe dire “delle narrazioni”, tutte quelle contenute in questo lavoro, intenso e carico di suggestioni. E partiamo proprio dal titolo. Perché "Chi te lo dice che io sia viva?" Chi ha scelto questo titolo?
Virginia - Me lo ha proposto Renato. Lui ne era convinto fin da subito, io no. Pensavo a un titolo più breve, più diretto e immediatamente comprensibile. Poi ho capito che proprio questa domanda traduceva meglio di altre le mie verità.
Domanda - Vale a dire?
Virginia - Il continuo dibattermi tra la resa e la voglia di vivere, tra una vita che va in pezzi e la voglia di ricostruirla.
Domanda - Una domanda per tutti e due, quindi la stessa anche per lei, Renato. Cosa vi ha lasciato questa esperienza di lavoro strettamente condivisa? Ricordate in modo particolare alcuni episodi?
Renato: La mia ormai non breve esistenza, è stata arricchita di esperienze umane e relazionali di straordinario significato, e di un percorso professionale di tutto rispetto e fortemente gratificante. Non potevo davvero immaginare che altro di tanto coinvolgente avessi ancora da vivere. Pensavo che i livelli più profondi del mio spirito, nel bene come nel male, fossero già tutti occupati e che non ci fosse più posto per ulteriori ingressi. Finché non è arrivata lei.
Episodi? Troppi. Se ci aspettate potremmo scriverne un altro libro.
Virginia: Grazie a questa straordinaria esperienza ho imparato a essere sincera con me stessa, a non ingannarmi con false rappresentazioni anche a costo di soffrire. Ho imparato ad avere rispetto per quel che sono. Un momento particolare è stato quando, agli inizi del percorso, ho capito di potermi fidare di Renato. Proprio io, che non mi fido di nessuno.
Domanda - Sempre per entrambi. Ci sono altri generi letterari che prediligete?
Renato: Io amo il romanzo nero europeo e la giallistica italiana. Tanto per capirci faccio qualche nome: Jean-Christophe Grangé, Carlo Lucarelli, Marco Vichi, Maurizio De Giovanni.
Virginia: Io adoro i romanzi. Quelli alla Mazzantini, per dire.
Domanda - Sentite più affinità per il libro tradizionale cartaceo o per quello digitale?
Renato: Senza dubbio per il primo, non si pone neppure il confronto. Solo il libro tradizionale lo senti vivere nelle tue mani e nel tuo cuore.
Virginia: Io faccio fatica a tenere un libro di carta tra le dita. Ma sottoscrivo pienamente quel che ha detto Renato.
Domanda - Per quale motivo comprereste questo libro se non fosse già stato scritto da voi?
Renato: Per le forti emozioni che suscita e per le sue verità impietose: c’è il dolore, l’amore, la morte, il tradimento, le illusioni perdute, la disperata ricerca di senso, la voglia della luce e quella del buio senza ritorno. E poi perché è scritto benissimo!
Virginia: Io faccio conto di non averlo letto. Sarei molto attratta dal titolo e da quelle due strane biografie.
Domanda - Per Virginia. Ritiene che, in qualche modo e misura, quest’opera introspettiva possa aver avuto un valore aggiunto… “terapeutico”, quantomeno “liberatorio”?
Virginia - Certamente sì. Mi ha fatto bene, mi ha dato tanto. E mi rendo conto di essere cresciuta molto. Penso spesso a quell’incontro da cui tutto è iniziato. Almeno ogni volta che tengo in mano questo libro, ogni volta con la paura che le sue pagine volino tutte via e non rimanga più niente.
Domanda - Non oso chiederlo anche a lei, Renato. Ma se glielo chiedessi?
Renato - Ha fatto bene a osare. Mi diverte molto rispondere alla stessa domanda rivolta a una diciassettenne!
No, le mie psicosi e tutto il resto c’erano e rimangono, non poteva bastare questo. Non è un caso che io trovi naturale affinità con persone non ordinarie, più ancora se percorse da vene di “follia”. Da questo punto di vista, con Virginia le cose avrebbero semmai potuto peggiorare. Infatti ci sono andato vicino.
Nulla potrei più scoprire di tanto illuminante da rischiarare i miei lati oscuri e attenuare i miei malesseri.
Tuttavia, io vivo fisicità e sensorialità con molta naturalezza e così è stato anche con Virginia. La percezione ravvicinata della sua malattia mi ha lasciato una tenerezza che non sarà proprietà del tempo e che rimarrà con me oltre lei, oltre un addio.
*Grazie. Mi auguro che la nostra collaborazione abbia un seguito. Se decidete di scrivere ancora, fatecelo sapere!
Anno 2020; br., pp. 152, Euro 12
Collana: Gli Emersi
ISBN: 88-591-6302-1 - EAN: 9788859163022
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