| PREFAZIONE
Sergio Tinaglia, forse, non vuole svuotare le sue cassapanche o,
forse, facendolo, vuole esorcizzare le sue paure. Tutte quelle angosce che lo hanno, sin da giovane, attanagliato per tutti i dubbi che esse gli procuravano. Tuttavia non gli hanno vietato di proseguire, di invadere il suo cuore e carpirne emozioni, di percorrere i sentieri che la sua mente gli offriva ripetutamente risvegliando sentimenti soffocati. Ogni oggetto, ogni parola scritta su fogli ingialliti e usurati dal tempo, ogni fotografia che denunciano con i loro volti, rivestiti da sfumature giallognole, evocano sorrisi e lacrime, rimpianti e rabbie.
L’autore stigmatizza cattiverie, ingiustizie di altri, ma denuncia
anche tutta la sua inadeguatezza per non essere riuscito a far suo ciò che lo ha sempre tormentato: completarsi in un amore che ha trascinato negli anni e continua a ferirlo per non averlo potuto afferrare.
Durante quel suo trasmigrare nel mondo, a volte, riesce a liberarsi da ciò che lo tormenta, da ciò che sente molto vicino e che spesso si rende conto, invece, quanto sia lontano. Spesso chiede aiuto al ricordo, spesso alla Natura, ancor più sovente al desiderio represso di realizzare i suoi sogni, creati dalle sue attese di speranze ed anche di tante illusioni. Non demorde nella sua ricerca d’amore anche quando i rifiuti o le accettazioni lo sfiorano e lo colpiscono vivamente, contribuendo a fomentare angosce e paure. Tuttavia le bellezze che incontra durante il suo lungo peregrinare, mentre trascina i suoi sentimenti, che essi siano le ombre sui muri di un vicolo di una città sconosciuta, un oggetto che lo ferisce nel suo presentarsi, il volto di un essere umano che appartenga a chiunque e che gli racconti una storia vera o una favola fantastica, non piegano la forza che lo
sostiene. Non si spezza quell’esile giunco che si inchina alle accettazioni di un evento che sa che ci sarà, non sa ancora bene quando avverrà e dove. Nell’attesa si chiede se la Natura, l’Amore, la Poesia e la Verità siano delle meravigliose, stupende favole o delle fiabe, domandandosi quale differenza ci possa essere fra una meravigliosa favola od una stupenda fiaba.
Roma, Novembre 2017
Stefania Spugnini
(Prefazione del libro)
Note biografiche dell'autore:
Nato a Bergamo, Sergio Tinaglia è studioso di sociologia, ma il suo primo amore rimane la letteratura. Ha pubblicato racconti, romanzi, raccolte di poesie, saggi con traduzioni in molte lingue straniere. Ha firmato la sceneggiatura e la regia di documentari televisivi e di due film: Ribelli per amore e I sopravvissuti.
Ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello nazionale. Tra le sue opere principali si ricorda: Per via; Non è difficile esser felici; Exodus; Tormento di Urbino; Io sono il tronco del mondo; Amami un poco; Ti ricordi, amore mio?; Un bacio sul cuore: Africa addio; A te; Viaggio in Oriente; Amici miei; Deliri... e Desideri; C’è un’isola...; Il pulcino bagnato... ed altri racconti erotici; Come sei dolce quando fai l’amore; Una donna, Un uomo; Coma; I racconti del faro; Le maschere inquiete; Amici… per sempre; Io so… parlar d’amore; … e me ne vado altrove; Galli e galline… alla deriva.
Ha scritto i testi di pieces e performances teatrali quali: Storia della vita; Haiti 82; Haiti 84; Cicatrici; Mai più; La Via Crucis nel nuovo millennio; Canto di Fede.
Laureato in Sociologia, ha al suo attivo anche diversi testi universitari ed opere di saggistica, di sociologia e di sessuologia e copiosa è la sua attività giornalistica destinata in modo particolare alla pagina letteraria, alla critica d’arte ed ai reportages dall’estero. Con la scrittrice Anne Marie Delval ha pubblicato il volume di poemi erotici in bilingue: “Per te - pour toi” e la raccolta di racconti “Un guscio incrinato... ed altri racconti erotici”.
Collana Gli Emersi "Narrativa"
pp.356
ISBN 978-88-591-4920-0
Il libro è disponibile in versione ebook a Euro 3,99
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