| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai Le stagioni. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Adele Di Martino - “Le Stagioni” sono una forma nella quale ho inserito le poesie. Per formazione musicale utilizzo strutture; e in questo caso ho scelto un tracciato circolare per il semplice fatto che nella raccolta vi è una ricerca, sia interiore che esteriore, che vuole proporre un percorso e non una meta. La scelta del titolo “Le Stagioni” e della sua forma circolare, nasce proprio dalla possibilità di esprimere pensieri poetici che portano verso una direzione, ma contemporaneamente lasciano la strada aperta a una ripresa. I temi cardini su cui poggia la raccolta sono legati alla natura e su di essa si innestano riflessioni sopra esperienze che attraversano un percorso di vita, quali l’amore, la nascita, la vecchiaia, la morte e così via.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Adele Di Martino - Tutto quello che ho scritto, l’ho, prima di tutto, descritto. E’ la realtà esterna che prendo a prestito per esprimere riflessioni e pensieri maturati nel corso del tempo. Quando si tratta di poesie personali, il più delle volte, non scrivo solo di me, ma soprattutto di quello che ho osservato intorno a me. Per quanto mi riguarda, la realtà circostante è fondamentale, anche se è investita da una mia idea o visione personale.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro Le stagioni se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Adele Di Martino - Con tenerezza verso le mie paure; con affetto, per il sostegno ricevuto, dal personale della casa editrice; e con stupore misto a soddisfazione per la prefazione di Alessandro Quasimodo che è riuscito a cogliere pensieri, formazione e sentimenti, che credevo, difficilmente visibili.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Adele Di Martino - La formazione, per quanto mi riguarda, ha coinvolto diversi ambiti letterari e non solo; ma c’è un autore che ha un significato particolare per me ed è Salvatore Quasimodo. Egli è stato il primo poeta, con la poesia “Ed è subito sera”, che mi ha fatto apprezzare la bellezza nella constatazione del dolore e la magia della conoscenza colta, quasi, come rivelazione. Questo incontro, che è avvenuto in tenera età, ha lasciato dentro di me un segno profondo facendomi accostare alla poesia con una nuova visione. Poi, Charles Baudelaire, Cesare Pavese ed Eugenio Montale sono stati, in modi e tempi diversi, fonti d’ispirazione e di formazione; poiché in ognuno di loro ho trovato qualcosa di nuovo e, contemporaneamente, di conosciuto da scoprire.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Adele Di Martino - Ho notato che lo studio e l’esecuzione della musica, dei diversi periodi storici, ha affinato la mia sensibilità anche nella scrittura: per esempio, J. S. Bach con le sue composizioni polifoniche mi ha allenato a sviluppare la percezione a più dimensioni; come ad esempio percepire la posizione, il suono e il ritmo della parola all’interno del verso. Allo stesso modo, da F. Chopin ho assorbito il lirismo; mentre da C. Debussy i colori e così via. Di fatto, da ogni compositore ho imparo qualcosa che poi, inconsciamente, applico anche in altri ambiti.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Adele Di Martino - Saggistica e narrativa. Per quanto riguarda la saggistica prediligo argomenti di filosofia, religione, psicologia e di musica; per la narrativa dal romanzo storico alle fiabe passando per i “gialli” che però mi piacciono solo se scritti da alcuni autori; tra questi, G. Simenon è uno dei miei preferiti.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Adele Di Martino - Preferisco il libro cartaceo perché ho la sensazione di essere in un contatto più diretto con quello che sto leggendo; mi piace tenere il libro in mano, sottolineare alcune frasi e sentire il profumo della stampa, soprattutto, quando è nuovo.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Adele Di Martino - E’ stato come scrivere una poesia un po’ più lunga. La scelta dei componimenti e la sequenza sono avvenute con lo stesso criterio: seguendo un’idea in modo istintivo per poi verificarne, in un secondo momento, l’esito; è come quando disegno e mi tuffo nella sensazione di quel che voglio rappresentare, per poi allontanarmi, fisicamente dall’immagine, per vederne l’effetto.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe Le stagioni se non lo avesse scritto.
Adele Di Martino - Non riesco ad avere una visione distaccata dalla mia raccolta di poesie; ma comprerei il libro perché lo trovo piacevole da leggere per la sua intrinseca armonia dovuta dall’alternarsi d’immagini sulla natura che si dispiegano lievi e da riflessioni profonde, a volte, nascoste tra le parole.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Adele Di Martino - Continuo a scrivere poesie e ho alcuni racconti iniziati che vorrei finire, mentre sto rivedendo il romanzo “Il mago di Borgo Alto”.
Collana "Poeti in Transito"
pp. 64 €12.00
ISBN 978-88-591-6108-0
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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