| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "La Psiche del Fuoco". Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Cristiano De Sanctis - Il libro come spiego nella prefazione è un resoconto della mia ventennale carriera artistica. Infatti al suo interno sono contenuti poesia, cinema, teatro e una sorta di prosa sperimentale che vorrei un giorno adattare proprio per il cinema. Il libro all'inizio doveva intitolarsi "La psiche del Sacro" poi soltanto in seguito ho deciso di intitolarlo "La psiche del fuoco" ispirandomi, anche, al libro di Gerard de Nerval "Le figlie del fuoco"... Il capitolo del libro dedicato al cinema si intitola "CINEMATOPOETICA". Una parola da me inventata per cercare di esprimere al meglio la mia cinematografia, imprescindibile dalla mia poetica.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Cristiano De Sanctis - Diciamo che la realtà è stata fondamentale per la scrittura di questo libro. Innanzitutto la mia realtà, il mio quotidiano sempre impegnato dalla scrittura, perché io scrivo in qualsiasi momento della giornata. Ho sempre un taccuino con me, una vecchia agenda post datata... Seconda cosa, la realtà delle storie che racconto, perché alcune sono ispirate a fatti di vita quotidiana, ad articoli di giornali che leggo e conservo nella scatola della mia memoria... una realtà che nelle mie storie diventa quasi magia ecco, io ho prodotto con la mia arte una sorta di NEO-REALISMO MAGICO, un reale duro, di periferia trasfigurato dalla luce della mia fantasia, dal fuoco della mia anima...
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Cristiano De Sanctis - Ho voluto imprimere sulla carne del tempo, attraverso questo libro, il mio ideale di poetica.
Una poetica che sin dalla sua nascita ha avuto la fortuna di potersi esprimere in tutte le sue sfaccettature, ecco allora che la poesia diventa racconto, e poi il racconto diventa cinema. Come fossero una conseguenza l'uno dell'altra... stessi organi di uno stesso corpo, che canta... e rimane testimone del tempo che viviamo attraverso la sua danza... Fu Nietzsche a dire un giorno che: quelli che danzavano erano considerati folli da coloro non sentivano la musica... da coloro che non consideravano il valore della poesia come sacerdotessa della bellezza e della mistica.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "La Psiche del Fuoco", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Cristiano De Sanctis - Citerei due episodi direi fondamentali per la stesura di questo libro. Il primo sarebbe un collage di tutti i cortometraggi, i documentari , i film, i videoclip che ho realizzato con attori non professionisti e tutti girati in periferia, in tutti i luoghi più marginali, in cui ho davvero dovuto combattere per riuscire a girare questi film.
Il secondo episodio è stato quando ho deciso di riunire tutti questi miei scritti inerenti al cinema, al teatro, alla poesia e farne un solo libro; un unico tomo che potesse spiegare tutta la mia arte ventennale... è stato un momento di autocoscienza magico... ho visto il futuro che avrei realizzato...
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Cristiano De Sanctis - Dovrei comporre una lunga lista per poter rispondere a questa domanda, dato i molti che hanno irrorato con la loro arte la mia vena artistica... ne cito dunque solo alcuni: D. Thomas, E. Dickinson, G. Leopardi, W. Blake, A. Rimbaud per la poesia!!
R Rossellini, P. Pasolini, G. Pontecorvo, A. Tharkovskij, F. Fellini per il cinema!!
M. Proust, V. Woolf, S. Vassalli, T. Mann, F. Dostoevskij per la prosa!!
E. Zolla. C. G. Jung, H. Marcuse, V. Andreoli, A. Jodorowsky per la saggistica!!
W. Shakespeare, Sofocle, P. Pasolini, S. Beckett, Euripide per il teatro!!
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Cristiano De Sanctis - Sicuramente il Neorealismo di Rossellini e De Sica al cinema, la corrente dei Poeti Maledetti francesi, Verlaine, Baudelaire, Mallarmé... la Beat Generation Americana con Kerouac, Ginsberg, Allen etc. Il primo realismo poetico della storia, quello di F. Villon con la ballata degli impiccati... Caravaggio e l' impressionismo di W. Turner per la pittura.... per aver rappresentato cosìrealisticamente e magicamente l'intimità dell'essere umano e della natura.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Cristiano De Sanctis - Io credo che ogni scrittore dopo la stesura di 3-4 libri diventa l'inventore di un genere a parte... il proprio genere intimo, predefinito che poi risulta quasi come uno stampo, un modo per farci entrare nel suo infinito... per questo amo molto i libri di fantascienza di Philip Dick che considero al pari di Giordano Bruno, il vero scopritore dei mondi paralleli e della loro condivisione nel prossimo futuro....
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Cristiano De Sanctis - Preferisco di gran lunga il libro cartaceo, i miei libri li scrivo ancora a penna, in corsivo, prima di passarli in digitale.
Amo in modo smisurato l'odore dei libri appena stampati, ogni libro ha un suo odore, una sua anima e per questo credo che vada toccato, aperto, sfogliato prima di addentrarsi nella sua storia più intima...
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Cristiano De Sanctis - Il mio rapporto con la scrittura durante la stesura di questo libro è stato un vero rapporto d'amore... elevato quanto tragico... la scrittura, la poesia, il cinema sono diventati amanti e per questo abbiamo litigato ci siamo sconvolti l'anima, per portare a casa questo libro, che in fondo è il resoconto di questo amore pazzo, che dura da venti anni... l'amore verso l'abisso degli esseri umani... frastagliato dai loro magici drammi...
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "La Psiche del Fuoco", se non lo avesse scritto.
Cristiano De Sanctis - Comprerei "La psiche del Fuoco" soprattutto per la curiosità di scoprire, come ha fatto un poeta sconosciuto nella periferia della periferia dell'impero, con pochi mezzi pratici, senza aiuti economici, senza amici politici, a realizzare la sua idea di poesia e di cinema indipendente, senza genuflettersi a nessuno, neanche alla sua mente.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Cristiano De Sanctis - Per quanto riguarda il mio futuro, sto lavorando al montaggio del film che ho girato l 'anno passato, a scuola, sull'autismo adulto, un vero territorio inesplorato e sto completando, al contempo, la stesura del mio ultimo libro di poesia, di cui vi do un'anticipazione di seguito:
Ho visto I raggi del sole cadere
A grappoli
Come provenissero dalle alte sfere
Per cui siamo tutti pargoli
Ho visto sogni riemergere dalla cenere
Per provare ad essere reali
Perché il sole che vive tra le lettere
Tende a renderci tutti uguali
Dal libro: Fiamme di mare
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