| Partiamo proprio dal titolo, come mai "Orizzonti e altri scenari"? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
• Il titolo è nato in maniera del tutto spontanea, come le mie poesie. Mi ricordo che quest’estate sognavo di pubblicare un libro e ogni tanto buttavo giù qualche titolo quando mi veniva l’ispirazione. Una parola che ricorreva spesso è “Orizzonti”. Poi “Mille stanze e scenari”. Nel momento in cui ho dovuto scegliere il titolo perché veramente il mio libro sarebbe stato pubblicato era novembre. Sicuramente ci sarebbe stata la parola “Orizzonti”. Poi, in maniera del tutto naturale, ho unito i due vocaboli più significativi per me e che meglio rappresentano la mia raccolta. Così è nato “Orizzonti e altri scenari”.
Mi piaceva il suono, poi ho notato che il titolo è molto legato ai temi che riecheggiano nelle mie poesie: parlo di paesaggi, di emozioni che mi comunica la natura e quindi parlo di Orizzonti, intesi come luoghi fisici. Però ritengo che il macrocosmo – ciò che ci circonda – sia strettamente legato al microcosmo – il nostro mondo interiore. I due universi si riflettono l’uno nell’altro e nel momento in cui s’incontrano possiamo trovare delle similitudini e delle differenze, da cui io m’ispiro. Nella lirica “Quella sera piansi” a pagina 35 c’è un esempio: “Attorno a me non si notava nulla, / non cambiò niente, / però io, nel mio mare in tempesta, / ero come una nave sull’oceano scosso dal vento.” Quello che racconto come “il mio mare in tempesta” è ciò che sento interiormente: tristezza, delusione, malinconia. Il mare è calmo in una giornata splendente di sole, altre volte è agitato dal temporale. È ciò che succede a noi umani: ci sono momenti in cui ci sentiamo felici e spensierati e altri momenti meno gioiosi. Sono convinta che tutti noi abbiamo degli scenari interiori che funzionano in modo simile alla natura che ci circonda.
Anche l’immagine in copertina ha una sua logica rispetto al titolo e alle poesie stesse, ma lascio scoprire il significato ai lettori.
Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
• Tantissimo. Le poesie della raccolta sono dense delle sensazioni che provo osservando i paesaggi – e che mi “obbligano” a scrivere – e delle emozioni legate alle esperienze vissute, anche le più banali. Talvolta l’ispirazione è così forte da convincermi ad abbandonare ciò che sto facendo in quel momento per farmi guidare dalle parole – così nascono i miei versi.
Anche immagini molto banali – una pozzanghera, ad esempio, oppure due anziani seduti ad un tavolo – mi comunicano immensamente.
La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
• Credo che la raccolta sarà sempre più preziosa durante tutta la mia vita. Racchiude i miei pensieri di gioventù e permette anche di trovare un’evoluzione – se c’è – tra gli scritti di oggi e quelli di un tempo. La caratteristica di datare le poesie è fondamentale: mi piace sapere le emozioni che ho provato il 18 dicembre 2017, ad esempio, e vedere se le stesse sensazioni le sto provando anche ora oppure se sono cambiata, cresciuta, maturata.
Sono sicura che quando sarò più grande, addirittura anziana, mi sembrerà di avere un filo in cui sono disposte le mie liriche in maniera cronologicamente ordinata. Vedrò, quindi, la mia adolescenza – dal 2018 al 2016 – racchiusa in versi. Mi sentirò in ordine, le mie poesie nel mondo al posto giusto.
A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "Orizzonti e altri scenari", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
• Sicuramente i paesaggi influenzano sempre i miei scritti così come le emozioni. Però se penso a un particolare episodio mi vengono in mente gli attacchi di panico (poesia “Paura della Paura” a pagina 64): con le sensazioni provate durante quei momenti ho visto nascere una delle liriche per me più importanti. Dopo quei momenti ho notato un’evoluzione nel mio modo di scrivere – che è ancora più evidente nelle poesie che scrivo attualmente – rispetto ai primissimi componimenti, molto semplici. Ho anche maturato la sensibilità di osservare le varie situazioni della vita che mi forniscono l’ispirazione e la capacità di tramutarle in versi.
Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
• Leggo poesia, ma soprattutto tanta prosa. Adoro la scrittura di Elena Ferrante, la ritengo un modello a cui ispirarsi. Ho letto “L’Amica Geniale” più di una volta e c’è sempre qualcosa che sfugge, scritto tra le righe, e che si scopre solo rileggendo la quadrilogia.
Apprezzo molto anche Paola Mastrocola, il suo libro “Una barca nel bosco” mi rappresenta e lo trovo di grandissima intensità formativa. Ho letto André Aciman, Daniel Pennac ed Hermann Hesse, dei quali ho gradito la scrittura e le storie. Mi piace il romanzo verista e d’analisi.
Poi non posso non citare i classici, che occupano una parte sostanziosa delle mie letture: “Il ritratto di Dorian Gray” è uno fra i miei libri preferiti. Il modo in cui Wilde descrive il giardino vestito di rose è immensamente poetico: costituisce un’immagine molto evocativa.
Un altro grande classico importante per me è “Cime tempestose”, di cui non mi stanco mai.
Al momento sto leggendo vari libri, anche se è mia abitudine concentrarmi su uno alla volta: “L’isola di Arturo” di Elsa Morante, “Bel-Ami” di Guy de Maupassant e l’ “Eneide” di Virgilio.
Per quanto riguarda la poesia, in questo periodo sto scoprendo molti autori greci e latini, ma ho dei poeti che rimangono i miei preferiti: Arthur Rimbaud (ho scelto una sua lirica in apertura al libro), Eugenio Montale, Alda Merini, Salvatore Toma, Emily Dickinson, Oscar Wilde, Jacques Prévert e altri, ma questi sono i nomi che leggo di più.
Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
• La musica classica e la pittura m’ispirano molto.
Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
• Preferisco i libri in cui vengono raccontate vicende realmente accadute o verosimili. Non amo i fantasy e i romanzi di fantascienza in cui ci sono armi tecnologicamente avanzate e alieni. Penso che quando si vuole leggere un libro si debba trarne un insegnamento o perlomeno confrontare la propria vicenda con quella del romanzo, quindi ricevere uno spunto di riflessione.
Mi piacciono anche le avventure in cui si va altrove perché si è perso qualcosa, conoscendo personaggi e luoghi in cui, ancora una volta, si vivono vicende che fanno pensare il protagonista e il lettore (sto pensando a l’ “Eneide” virgiliana).
Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
• Da lettrice accanita amante della lettura, non posso che esprimermi a favore del libro cartaceo. Preferisco avere le pagine fra le mani, annusare la carta e perdere lo sguardo fra l’inchiostro imperfetto delle parole.
Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
• In realtà le poesie che compongono il libro sono nate in momenti diversi, nel giro di due anni, perciò la mia scrittura e il rapporto con essa è cambiato. Tutto è cominciato per caso, con la composizione della prima lirica il 9 gennaio 2016 (non contenuta nella raccolta).
Ho sempre scritto, sin da bambina, però allora partorivo racconti. Dopo la prima poesia ho cominciato a scrivere tutti i giorni perché mi veniva l’ispirazione e da quel momento la scrittura è diventata per me ancora più indispensabile.
Un motivo per cui lei comprerebbe "Orizzonti e altri scenari", se non lo avesse scritto.
• Lo comprerei innanzitutto perché sarei incuriosita dal titolo e dall’immagine in copertina. E poi perché vorrei scoprire quali sono gli “altri scenari” di cui si parla: cercherei fra le pagine.
Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
• Continuo a scrivere poesie non perché voglia sfornare libri, ma perché si tratta di un’esigenza. Mi piacerebbe, in futuro, poter condividere ancora le mie liriche.
Però allo stesso tempo mi attira anche la prosa perché ho un sogno: partorire il mio romanzo, con i personaggi e le vicende a cui ho dato vita io.
Qualche settimana fa mi è venuta un’idea che mi sembra buona, nel computer ho tanti esperimenti che ritengo inadeguati. Speriamo sia la volta buona. Quest’estate sarà per me un’estate di lavoro nelle parole…
Collana "Gli emersi - Poesia"
pp.120 €12.00
ISBN 978-88-591-5802-4
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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