| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Averti in dono come una ferita"?. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Alessandro Bonino - Il tema di fondo è il tu che si attende, che possa venire, in questo senso è anche un Tu religioso che attende al mistero delle giornate e della vita come dono seppur frastagliato di dolore, sempre caduco e sempre rinnovato in una ferita che sola, nel mondo di oggi, scompagina ciò che già possediamo e crediamo di sapere.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Alessandro Bonino - Pienamente, perché solo la realtà, che è in queste mie poesie prima di tutto intima, è alveo dello stupore, anche quando si immagina di fuggire.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Alessandro Bonino - Ho voluto lasciare innanzi tutto qualcosa ai miei figli, perché un giorno, quando sarà loro possibile, possano scoprire loro padre.
Poi ho scritto per non tralasciare nulla di me, per farne una memoria al mio tentativo di ingannarmi.
Infine ho voluto questo libro perché amici cari vivevamo momenti di bellezza e, spero pace, leggendo queste cose e questa è una grazia da condividere.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "Averti in dono come una ferita", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Alessandro Bonino - La libertà piena che vivo quando compongo come l’esperienza più piena e vera di me stesso.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Alessandro Bonino - Montale sopra ogni poeta, una libertà di costruzione del testo che vedo in Rondoni, Pavese per la sua sperdutezza, direi Pasolini ma è autore troppo enigmatico per ora, Potok per il suo senso di epicità della vita
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Alessandro Bonino - Bob Dylan, l’immaginario della pittura medievale, il cinema tutto, Testori.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Alessandro Bonino - La prosa tutta che è una fatica per la mia pigrizia che mi incuriosisce e allontana insieme.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Alessandro Bonino - Cartaceo, anche se leggo certo anche in digitale, ma la polvere si addice poco a questo strumento.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Alessandro Bonino - Ho iniziato anni fa con pudore perché provavo certe cose e non sapevo se era normale o no, nel tempo è diventato lavorare sullo stupore di esserci.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "Averti in dono come una ferita", se non lo avesse scritto.
Alessandro Bonino - Per il titolo.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Alessandro Bonino - Soggetti per il cinema, un testo teatrale con a tema i Promessi sposi, poesie se mi rimane ancora qualcosa da dire.
Collana "Gli emersi - Poesia"
pp.64 €12.00
ISBN 978-88-591-5799-1
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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