| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Amaritudine"?
Anna Maria Gargiulo - ’Amaritudine’ è per me parola che assomiglia a certi odori familiari, di cucina di casa, di cui già al nome si avverte il sapore. L’ho assunta a titolo e sintesi di un contesto diverso, quello della vita e della sua essenza. Qui la parola chiama in causa amarezza e solitudine in una sorte di connubio esistenziale indissolubile. In realtà Amaritudine è parola che ha una sua storia letteraria, delle interessanti varianti, un suo peso specifico.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Anna Maria Gargiulo - Non solo di questo connubio si parla ma del suo senso, dei suoi confini o, per meglio dire, del suo sconfinamento.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Anna Maria Gargiulo - Certamente abbastanza! La realtà è, a parer mio, matrice di tutte le scritture, anche di quella di pura fantasia; perciò ritengo che essa, in parte o in toto, incida sempre sulla scrittura. Il ‘quanto’ invece attiene alla ‘misura’ al peso e questo, a me pare, nessuno può dirlo con esattezza.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Anna Maria Gargiulo - Ha voluto salvare il percorso compiuto, la natura del viaggio, l’apprendimento che il viaggio della vita comporta nell’hic et nunc, quel che resta di tale viaggio nell’impermanenza del tempo e le tracce che tuttavia esso lascia nell’anima.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro Amaritudine se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Anna Maria Gargiulo - Rivelazioni, così li definirei. Illuminazioni fulminee, che sono il cuore del vero apprendimento, la luce che ti fa vedere qualcosa che giace lì da sempre: quella luce che in quel momento ti permette di cogliere qualcosa che prima non vedevi.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Anna Maria Gargiulo - Conservo il piacere della lettura di poeti del panorama letterario nazionale e internazionale, classico e moderno tuttavia negli ultimi anni mi sono appassionata alla lettura dei testi sacri e delle opere dei mistici, soprattutto sono stata affascinata dalla via femminile alla mistica.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Anna Maria Gargiulo - Oltre alla filosofia che fa parte della mia formazione propria, elementi significativi mi vengono dalla teologia, dall’iconografia e dall’arte, discipline affuenti che confluiscono nel grande corso della scrittura: non solo parola ma anche colore, forma, espressioni sublimi dell’esistenza, specchio dell’animo umano.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Anna Maria Gargiulo - Mi piace il genere narrativo, del quale prediligo la forma del racconto, del racconto breve in particolare, con il pregio della brevità e la forza dell’exemplum, come antidoto al rumoroso gracidare della comunicazione nel mondo contemporaneo.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Anna Maria Gargiulo - Come ho già detto in qualche precedente intervista il piacere della lettura mi viene dal libro tradizionale cartaceo che nelle mie mani diventa sempre mappa di un dialogo con l’autore, dato che non posso fare a meno di apporre note, commenti e sottolineature, domande senza risposte e rinvii etc. Apprezzo tuttavia molto la versione digitale soprattutto per lavoro, confronto, scambi…
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Anna Maria Gargiulo - Come vi dicevo in qualche mia precedente intervista, col passare del tempo qualcosa è cambiato. Prima scrivevo di getto, con assoluta immediatezza, ora invece il percorso è meno fluente, più meditato, con frequenti riscritture e revisioni ciò a causa di un intenso bisogno di scendere in profondità, fin quasi a sottrarsi alla superficie.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe Amaritudine se non lo avesse scritto.
Anna Maria Gargiulo - Il titolo mi suggerisce un motivo di condivisione, credo possa far da specchio, no? Chi non ha vissuto anche solo momenti di solitudine e di amarezza? Allora penserei ‘vediamo come l’autore affronta questo problema’, insomma sarei curiosa.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Anna Maria Gargiulo - Sì, a breve uscirà una mia prima raccolta di racconti brevi e…. da leggere, assolutamente da leggere!
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