| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Il rosa delle nuvole". Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Adriana Nisticò - Perché il rosa delle nuvole... fin da piccola mi hanno inculcato che il colore del cielo fosse azzurro o grigio durante la pioggia. A scuola elementare infatti tutti i bambini disegnavano paesaggi con cieli azzurri e nuvole bianche. Un giorno, ricordo a me caro, alzai gli occhi al cielo e fui attratta dal rosa delle nuvole mai notate prima, allora la mia immaginazione da bimba mi portò a pensare che quel rosa fosse lo spazio di dimora degli angeli femmina e l’azzurro degli angeli maschi, anche se la bibbia non indica la possibilità che gli angeli siano maschi o femmine. Tutto ciò finché raggiunsi l’età da poter capire come quel rosa fosse dovuto all’alta riflessione della luce sulla superficie delle goccioline che formano le nuvole, durante l’alba e il tramonto. Da lì ho iniziato ad amare e ad essere attratta dalla bellezza e dal fascino del cosmo. Spesso sono dominata dalla curiosità e la voglia di entrare in simbiosi con tanta maestosità intessuta di mistero, di vedere oltre ogni limite posto dallo sguardo umano.
Altri argomenti… la forza incantatrice del mare e la sua voce, la fragilità delle donne innamorate, la natura in genere, la capacità di cogliere l’animato nell'inanimato.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Adriana Nisticò - La realtà ha inciso molto in quanto la fantasia, l’immaginazione fanno parte della realtà stessa, a mio dire non è altro che vedere la realtà con occhi guidati dal proprio io, trasportarla nel proprio animo per poi essere elaborata nel proprio inconscio e farla riemergere in sensazioni ed emozioni.
Tutto ciò può avvenire in modo proporzionale alla sensibilità di ognuno.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Adriana Nisticò - Niente di pedagogico ma semplicemente e fortemente le sensazioni nate dal mio approccio puro e incontaminato con la vita.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "Il rosa delle nuvole", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Adriana Nisticò - Momenti di grande soddisfazione e autostima, stupore per la mia capacità comunicativa, finalmente la materializzazione del mio sentire.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Adriana Nisticò - La lettura in genere, ho letto molto fin dall’età infantile.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Adriana Nisticò - Innamorata dall’estro del violinista David Garrett.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Adriana Nisticò - Il mio primo approccio alla letteratura è stato con "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni all’età di 12 anni. A 15 anni ho letto tutti i racconti di Hermann Hesse. Poi sono passata a Shakespeare. Dopo i venti anni la mia attenzione si è spostata sulla letteratura classica dell’ottocento tra i miei autori preferiti Mary Shelley, Emily Bronte, Charlotte Bronte, Oscar Wilde, Hemingway, Bram Stoker, E.A.Poe, Nathaniel Hawthorne, Tolstoj amo Anna Karenina. Tra gli autori della letteratura latinoamericana preferisco Gabriel G. Marquez. Tra gli autori italiani del 900 Grazia Deledda, Verga, Quasimodo, Montale, Umberto Eco.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Adriana Nisticò - Tradizionale cartaceo, a me piace averli i libri, toccarli, guardarli come fossero persone e vi dirò
di più sono talmente gelosa che non li do mai in prestito.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Adriana Nisticò - Il mio rapporto con la scrittura? Non è il foglio bianco che cerca me per poi concentrarmi e farmi mettere nero su bianco, ma sono le voci dentro di me che pulsano e mi spingono a cercare un foglio bianco per poter sviscerare e far uscire come un fiume in piena tutte le mie emozioni. Sono momenti che arrivano all’improvviso senza un motivo apparente che possono durare attimi o interi pomeriggi. Ciò mi porta ad isolarmi e scrivere, cogliere l’attimo finché dura, tutto diventa da soggettivo, oggettivo, le mie creazioni sono come dei figli partoriti, prima totalmente miei e poi di tutti pur mantenendo il controllo e la gelosia su di loro. Una parentesi non ricordo a memoria nessuna delle mie poesie.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "Il rosa delle nuvole", se non lo avesse scritto.
Adriana Nisticò - Raccolta poetica interessante e suggestiva.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Adriana Nisticò - Sì, poesie, il mio genio poetico è sempre presente, un fiume in piena.
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