| Qualcuno, una volta (non ricordo chi fosse), mi disse che le "ferite" sono come "ferritoie" aperte sul Mistero e proprio per questo sono l'unico vero modo per entrarvi. I suoi personaggi sono tutti feriti, ma sono anche tutti altrettanti "accessi" al Mistero. La vita e la morte si inseguono in ogni pagina e l'amore le tiene inestricabilmente unite. Leggendo il suo testo, più volte mi sono commosso e ho provato una profonda "contemplazione", una condizione che per me non è facile, anche perché - quando si affaccia - tendo ad allontanarla. Ma qui non ci sono mai riuscito.
Sono molti gli spunti che mi verrebbe da condividere, ma ne voglio evocare solo uno: quello della donna. Il ruolo della moglie di Castellina (sul marito) come quello di Maria (su chi va da lei) restituiscono una profonda verità, quella della donna che sa mediare tra questo mondo e l'altro. La ragione? Perché è strutturalmente madre e, come tale, totalmente immersa nell'inestricabile intreccio di vita e morte che ogni gestazione e ogni parto recano in sé.
Giuseppe Mari, Università Sacro cuore di Milano
La prima cosa che colpisce del romanzo del professore Strommillo è il linguaggio e la struttura formale, costruita a salti e passaggi intersecanti, a volte ardui ma sempre coinvolgenti. Un linguaggio spesso metaforico che è deriva dall'esperienza vitale. Perché la vita non è mai lineare e consequenziale come certi libri la rappresentano, ma procede anch'essa a salti e passaggi imprevedibili e spesso incontrollabili. Ed è una continua metafora che si immerge nella realtà, la commenta e la spiega, e dove non può farlo la riprende sospendendo il giudizio, come nella migliore tradizione fenomenologica (e letteraria).
Santo di Nuovo, Università di Catania
Marcello Strommillo è nato a Salerno nel 1961. È collaboratore universitario e docente ordinario di filosofia e storia nei Licei. Ha pubblicato i volumi di saggi: Le spalle di Enea. Aspetti e momenti del dibattito pedagogico italiano (Napoli, Tecnodid,2007); Il brusio dell’aula (Napoli, Tecnodid 2011). L’armadio della didattica (Roma, Armando, 2014). Ha partecipato ai volumi: Educazione e libertà in Gino Corallo, a cura di Giuseppe Zanniello (Roma, Armando, 2005) La pedagogia della libertà, a cura di C. Nanni, M. Teresa Moscato (Roma, Armando, 2012); Realtà fra virgolette? Nuovo realismo e pedagogia, a cura di E. Corbi, S. Olivierio (Lecce-Brescia, 2013).
Ha pubblicato articoli scientifici su varie riviste, in particolare: Studi cattolici e Nuova Secondaria. Ha contribuito al volume: Dostoevskij, Abitare il mistero, 2017, ADUSC, Roma, presentando un saggio sul rapporto tra il pensiero di G.B. Vico e quello di Dostoevskij.
Suoi testi poetici sono pubblicati nell’Enciclopedia della poesia italiana contemporanea del premio internazionale Mario Luzi, 2016.
Riconoscimenti letterari: Premio Nazionale Guido Gozzano, Premio nazionale il Giovane Holden, secondo Premio Internazionale Salvatore Quasimodo 2018- sezione Romanzi inediti.
Collana "Gli emersi - Narrativa"
pp.184 €13.00
ISBN 978-88-591-5462-4
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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