| Il mondo artistico è sempre in movimento, e ha necessità di rigenerarsi.
L’arte ha bisogno di arte per alimentarsi. È ciò che è accaduto al festival “Il Federiciano”. In Piazza dei Poeti Federiciani, caratteristica piazza con le poesie sui muri, è stato bello vedere un pubblico attento, preparato e così bisognoso di poesia, che ascoltava con religiosa attenzione le mie canzoni. C’era una bella energia; fondamentale per quegli artisti che, come me, hanno l’esigenza di compiere un viaggio interiore e fornire a chi gli sta di fronte i mezzi per poterlo fare a sua volta, attraverso la traslazione di emozioni.
(tratto dalla prefazione di Mariella Nava)
Dopo qualche anno, sono ritornato nel borgo calabrese dove si è realizzata l’utopia immaginata da Giuseppe Aletti - la creazione del “Paese della Poesia” - per partecipare alla decima edizione del festival “Il Federiciano”.
Il festival è veramente una “Festa della Poesia”. L’atmosfera che respiro a Rocca Imperiale è la stessa che si respirava a Spoleto i primi anni del “Festival dei Due Mondi”, quando alla direzione c’era Giancarlo Menotti, grande artista e musicista. C’era una continua possibilità di appuntamenti, con un correre piacevolissimo da un luogo all'altro per seguire più eventi possibili: gli stessi stimoli che ho ritrovato al festival “Il Federiciano”, nato da una geniale intuizione. Come Menotti era diventato il “Duca di Spoleto”, allo stesso modo Giuseppe Aletti lo è diventato per Rocca Imperiale, amatissimo dalla gente del posto per il suo bellissimo e utilissimo impegno per la diffusione della poesia.
(tratto dall’introduzione di Alessandro Quasimodo)
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