| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Il destino all’improvviso". Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Simone La Perna - Nella mia vita non ho mai creduto al destino. Poi dopo quello che mi è successo a 49 anni ho iniziato a pormi molte domande, e a essere fatalista.
Spesso ho iniziato a pensare al destino, mi accorgevo che passavo pomeriggi interi solo a pensare alla mia vita precedente, a riavvolgere il nastro, mi facevo diverse domande. Così è nato "Il destino all’improvviso", che non racconta di me ma ho creato un personaggio ad hoc che si pone nella mia condizione e si fa le mie stesse domande, quelle che mi sono fatto io negli ultimi anni dopo la disabilità. Lui, inoltre incontrerà un personaggio molto strano che lo affiancherà in un difficile, a volte doloroso, viaggio a ritroso nella sua vita durante il quale l’amico cercherà a modo suo di rispondere alle sue domande rivelandogli il vero ruolo del destino nella sua vita. Manfredi lotterà per tutto il viaggio per capire il perché di quello che gli stava succedendo. Lo capirà veramente solo alla fine del viaggio arrivando in un paese immaginario della Romagna dove inizierà per lui una nuova vita piena di imprevisti e soddisfazioni accanto a una donna stupenda che cambierà positivamente la sua esistenza, solo volendogli bene facendo nascere in paese una vera e propria saga Manfredi, che sarà motivo di gelosie da parte di altre paesane, una in particolare si farà notare rendendosi protagonista di litigi, ripicche, ridicoli siparietti, cattiverie nei confronti di Emma e Manfredi
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Simone La Perna - Credo che nei miei libri la realtà abbia un ruolo fondamentale. Per me, è più importante della fantasia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Simone La Perna - La cosa principale che ho voluto custodire è il concetto dell’accettazione della disabilità, per potere veramente essere consapevoli di quello che ti è capitato, e la coscienza della sofferenza di chi ha dovuto affrontare il dolore della disabilità.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro Il destino all’improvviso se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Simone La Perna - Certamente uno degli episodi che ricordo con favore è la disponibilità di Olao, il fedele amico di Manfredi, nell’aiutare Manfredi restando sempre al suo fianco; questo l’ho inserito a volte insistendo molto per sottolineare con forza la necessità di più attenzione a questo problema di tantissime mamme, mogli, sorelle, figlie, o comunque di chi accudisce un famigliare spessissimo nella più completa solitudine. Sono tante, ci vorrebbe più attenzione e sostegno da parte delle autorità nella nostra società.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Simone La Perna - Le mie uniche fonti di ispirazione vengono dalla vita vissuta non necessariamente da me, soprattutto da fatti di sofferenza, degrado sociale o simile.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Simone La Perna - Non direi che ci siano discipline che abbiano influenzato la mia scrittura, se influenza c’è stata è quella di mio padre, che era uno storico e scrittore. Leggendo i suoi scritti, ascoltando i suoi insegnamenti ho appreso il modo di scrivere molto dettagliato e documentato, forse prolisso a volte, nella descrizione degli ambienti, dei fatti, forse più degni di fatti storici.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Simone La Perna - Gli unici libri che leggo eprediligo sono quelli di storia contemporanea.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Simone La Perna - Senza ombra di dubbio il cartaceo.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Simone La Perna - In verità il periodo dedicato alla stesura del libro per me è stato un periodo molto duro: ho avuto problemi di vista, ho dovuto sospendere l’università alla quale mi ero iscritto e che stavo frequentando con profitto, questo problema agli occhi ha causato anche ritardo alla conclusione della bozza.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "Il destino all’improvviso", se non lo avesse scritto.
Simone La Perna - I principali motivi per acquistare il libro sono senza dubbio i bellissimi rapporti di amicizia e amore che nascono all’interno della storia in quel singolare e originale paese di Borgonovo Billy. Lo strano personaggio del destino che chiarirà a modo suo i dubbi a Manfredi e a altri Borgonovesi poiché quasi tutti lo intendevano solo come l’insieme imponderabile delle cause che si pensa abbiano determinato o determinino gli eventi della vita; spesso inteso anche come personificazione di un essere o di una potenza superiore che regola la vita secondo leggi imperscrutabili e immutabili.
Non serve ribellarsi al destino
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Simone La Perna - Scrivere per me è diventata un’esigenza certamente continuerò e scriverò altri romanzi. Non anticipo nulla perché ho un paio di idee in testa e non ho ancora deciso quale sviluppare.
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