| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “I ricordi del mare”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Maria Zanardini - Analizziamo i due sintagmi del titolo: "I ricordi” e “del mare”.
“I ricordi” perché la protagonista del libro, tramite sensazioni, immagini, persone e flash back, ricorda appunto le fasi più toccanti della sua vita: la fanciullezza, la giovinezza e la maturità.
“Del mare” poiché l’ambiente ispiratore di questi ricordi è prettamente quello marino.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Maria Zanardini - La realtà costituisce uno spunto d’avvio, un punto d’aggancio ed un passo necessario per creare l’atmosfera verso l’esplorazione del comportamento umano.
Si parte spesso dalla realtà per ricercare ed esplorare le azioni, le motivazioni, le fragilità e gli approcci alla vita dei vari personaggi del libro.
Gli ambienti generalmente sono ispirati da paesaggi realistici, come è il caso di questo libro, in cui l’aspetto geografico appartiene perlopiù al paesaggio tipicamente marino-ligure.
I personaggi, a volte, traggono spunto da individui realmente conosciuti, altre, invece, sono frutto solo di pura fantasia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo suo libro?
Maria Zanardini - Con questo mio libro, come del resto anche in altri miei scritti, la scrittura vorrebbe custodire un messaggio positivo nell’affrontare la vita.
Tra le parole, si nasconde un invito alla presa di coscienza di ognuno di noi al senso di responsabilità, alla cultura del sentimento e dell’anima.
La vita che spesso mette in crisi l’uomo e ne scopre le sue fragilità deve essere accompagnata, al tempo stesso, da una speranza o da un obiettivo che ci aiuta a superare i momenti difficili e il peso delle nostre responsabilità quotidiane.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "I ricordi del mare", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Maria Zanardini - Gli episodi e i fatti che emergono nel libro spesso appaiono come contorno ai personaggi e ai loro comportamenti.
Ricordo, tuttavia, con particolare favore e tenerezza il periodo dell’adolescenza, in cui la protagonista vive gli alti e i bassi della sua età, anche durante il suo percorso scolastico.
La sofferenza provocata da una “nota scolastica” di una professoressa non vince la sua voglia di lottare e migliorare se stessa, anzi, usa la sua “sconfitta” per dedicarsi all’analisi di sé, tenendo un diario, come aveva fatto Anna Frank alla quale lei si ispira.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Maria Zanardini - La mia formazione scolastica e culturale, essendo io un’insegnante, mi ha sempre portato ad appassionarmi a letture di livello prettamente psicologico o psicoanalitico. Per soddisfare il mio desiderio di approfondire la conoscenza del comportamento umano e il suo inconscio, mi sono dedicata alla lettura di autori quali Freud e Jung.
Fra i filosofi più amati, ricordo Kierkegaard, con il quale condivido l’angoscia umana e il sentimento religioso nelle difficoltà e nella disputa quotidiana del nostro vivere, che spesso ci pone di fronte a diverse scelte con conseguenti dubbi e scrupoli.
Le letture di James Joyce, Oscar Wilde e Shakespeare hanno, infine, sempre accompagnato il mio cammino professionale, sentimentale e culturale nella produzione e rielaborazione delle mie opere.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Maria Zanardini - Tra le discipline artistiche che hanno influenzato la mia espressività, vi sono le attività creative e hobbistiche, quali ad esempio il découpage e le icone.
Tali attività contribuiscono a rilassarmi, alimentano la mia creatività, sostengono e colmano i momenti di pausa nella fatica dello scrivere.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi predilige?
Maria Zanardini - Mi dedico molto anche al genere poetico che prediligo.
Amo scrivere poesie sia in forma libera, sia rispettando alcuni canoni ritmici. Un altro genere a cui mi sono dedicata è il racconto storico nel libro “Lettera a zio Fausto”, una testimonianza legata a un mio familiare, che offre uno spaccato storico di un periodo travagliato della nostra storia nazionale.
Anche il mio romanzo “ Ovunque noi siamo” ha un’impronta storica, perché ispirato da un viaggio umanitario realmente vissuto in Bosnia, ai tempi della guerra.
Mi cimento, infine, anche nella letteratura infantile, scrivendo fiabe, filastrocche o novelle.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Maria Zanardini - La mia preferenza va, certamente, al libro cartaceo, perché mi rende più partecipe alla lettura.
Mi coinvolge sensorialmente con il profumo della carta, con il toccare i fogli lisci del libro, oltre al piacere di sfogliare le sue pagine e di averle sempre a disposizione per una sottolineatura o una riflessione.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Maria Zanardini - Non vi è e non vi è mai stata una regola vera e propria nello scrivere.
Non ci sono e non ci sono mai stati tempi definiti, per cui dedicarmi alla scrittura, nel senso che non ho un orario o un determinato momento della giornata, in cui io possa dire che vi è uno spazio esclusivo per la scrittura.
Quando mi sento ispirata, prendo carta e penna e scrivo.
Inizio spesso partendo da un’idea principale, invece, a volte, prendo spunto da alcuni personaggi che m’ispirano.
Qualche volta, mi succede di interrompere il lavoro iniziato, mi fermo un po’ e dopo riparto con più entusiasmo, sviluppo e continuo la traccia da cui ero partita.
Il finale di un libro non sempre l’ho in mente, spesso si sviluppa “cammin facendo”, mentre in altre occasioni, ho tutto ben chiaro in testa, persino il momento della fine.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe " I ricordi del mare", se non lo avesse scritto?
Maria Zanardini - Se non avessi scritto questo libro, lo comprerei, perché si legge con scorrevolezza e con il piacere di proseguire nella lettura.
Come lettore, mi sentirei coinvolto, immedesimandomi nei personaggi che ci rappresentano nella quotidianità con i loro vizi e i loro pregi.
Apprezzerei la freschezza e l’autenticità dei personaggi stessi e dei luoghi che, insieme alla storia, non rendono mai il libro noioso.
Nel testo, infine, come del resto anche negli altri miei scritti, esiste sempre un messaggio di speranza nei confronti della vita che è valorizzata e apprezzata, nonostante i momenti di difficoltà.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Maria Zanardini - Ho da poco terminato una fiaba che avevo iniziato anni fa e che, in questo periodo, mi sta impegnando nell’ardua arte d’illustrare, ardua in quanto non mi ero mai cimentata prima nell’arte del disegno pubblico.
Ho scritto anche diverse filastrocche per bambini e, adesso, mi trovo coinvolta anche in un lavoro che tratta un male diffuso attualmente nella nostra civiltà dei consumi, dove l’apparire è più importante dell’essere: il male di vivere o il malessere psicologico.
Collana Oro
pp.88 €13.00
ISBN 978-88-591-4992-7
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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