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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Marzia Rei, che presenta ai lettori il libro "Il rumore dei coriandoli" ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Il rumore dei coriandoli"? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Marzia Rei - Vorrei innanzitutto spiegare come sono arrivata al titolo, che è in sé un ossimoro: i coriandoli normalmente non fanno rumore, ma se ogni pezzo silenzioso rappresenta qualcosa, allora può farsi suono, emozione, significato, pensiero, poesia e altro. Nel mio caso il rumore è la poesia, che diventa ad esempio una lente personale di osservazione di frammenti della realtà, una modalità di guardare il mondo circostante. Gli argomenti sono i più vari: persone che per qualsiasi motivo hanno attirato la mia attenzione, oggetti a me cari, sentimenti che ho voluto approfondire, giochi di parole.
I coriandoli hanno avuto per me un fascino particolare fin da bambina, quei pezzetti di carta nei colori più vari e nelle forme più diverse, lanciati in aria, mi hanno comunicato sempre un senso di allegria e di festa. Mi ricordano la mia infanzia. Nei primi anni della scuola elementare avevo sempre una malattia infantile proprio nel periodo del carnevale, dovevo restare in casa per tanti giorni e i miei genitori hanno cominciato allora a regalarmi libri, posso affermare che la mia passione per la lettura sia nata in quelle circostanze, e a portare nella mia stanza maschere e coriandoli. Pertanto, per me i coriandoli non sono mai stati silenziosi e hanno assunto un significato simbolico, sono pezzi di vita, ricordi, che raccontano e tutti insieme provocano un gran frastuono: ciò che mi ha sempre affascinato è proprio la loro varietà di forme e colori, la loro impossibilità di unirsi in una qualunque composizione razionale, il loro destino di rimanere pezzi unici, ma tuttavia insieme. Così diversi e multicolori mi fanno pensare alla pluralità dell’esistenza, ne costituiscono una caratteristica fondamentale di ricchezza, come dovrebbe accadere nella vita di tutti i giorni, in cui le diversità sono pezzi unici, che insieme però dovrebbero produrre una sorta di sinergia positiva, ma la realtà ci mostra spesso un aspetto totalmente differente.
I coriandoli, lanciati in aria, si depositano in ordine sparso ovunque e questo “disordine” l’ho voluto mantenere nella disposizione delle poesie nel mio libro. La raccolta infatti non ha un ordine tematico o cronologico, ma casuale, secondo la casualità che regola la relazione di ognuno di noi con persone, sentimenti, parole e frammenti della realtà. All’interno di questa raccolta c’è una poesia, il cui titolo è “Un pugno di coriandoli” che contiene proprio per così dire questa mia filosofia legata ai coriandoli.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Marzia Rei - Moltissimo. Mi piace osservare la realtà e trarre da essa ispirazione per le mie poesie, vorrei essere un po’ come una “mediatrice di osservazione” per chi le leggerà. La poesia appartiene a tutti ed è una modalità diversa di osservare la realtà: mi attraggono i diversi punti di vista, che possono rendere un banale oggetto affascinante, magico e a volte addirittura misterioso e unico.
In effetti è il nostro modo di guardare un aspetto della realtà a renderlo “poetico”.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Marzia Rei - Tutte le mie poesie rappresentano il bisogno di pensare, di osservare un frammento di realtà (mi piace chiamarlo così, sia che si tratti di cose, persone, stati d’animo ecc.) che ha attirato la mia attenzione o sul quale ho la necessità di soffermarmi e riflettere.
Ritengo le mie poesie semplici nel testo e quindi vorrei che il mio lettore non si ponesse il problema di capire che cosa ho voluto dire con i miei versi, poche elucubrazioni mentali, basta cogliere suggestioni, suoni e immagini che sono il linguaggio universale della poesia. Vorrei quindi che, al là dell’apprezzamento di una poesia, il lettore potesse lasciarsi andare, cogliere un’immagine, un pensiero, una parola e farla propria. Troppo spesso si pensa alla poesia come a un genere letterario destinato a poche persone “illuminate”, invece essa appartiene a tutti, non c’è niente di più concreto della poesia, che ci fa vedere quello che di solito, ad una prima vista superficiale, non vediamo. Parlare con i suoni e le immagini è il modo della poesia di far capire le cose senza spiegarle, è la bacchetta magica che trasforma la quotidianità in altro.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "Il rumore dei coriandoli", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Marzia Rei - Il desiderio di cogliere frammenti di realtà quotidiana, di lasciarmi portare dall’immaginazione in un viaggio affascinante attraverso le parole, che non si sa dove ci porterà, ripensare a persone che non ci sono più e farle rivivere nelle mie parole, sentirle vicine. Questo mi ha fatto stare bene, in pace con me stessa, se vogliamo tutto questo ha per me stessa un significato anche terapeutico: ogni volta che ho terminato una poesia ho detto, sì, proprio questo volevo fissare sulla carta.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Marzia Rei - Più che la mia formazione letteraria, è la mia esperienza di vita e di lavoro che mi porta a scrivere. Certo, io ho avuto una formazione umanistica, avendo frequentato il liceo classico ed essendomi laureata in Lingue. Fino al 2015 sono stata docente di tedesco, ho vissuto per tanti anni il mondo della scuola, ecco tutto questo fa parte del mio bagaglio culturale, professionale e sentimentale, la scuola fa parte di me. Idealmente vorrei forse parlare ancora ai miei ragazzi. In queste poesie ci sono solo io con tutte le mie esperienze di lavoro e di vita, le persone che ho conosciuto, i viaggi, la famiglia, le amicizie, le mie passioni, i libri che ho letto: senza tutto questo, niente di ciò che ho scritto potrebbe esistere.
In questa raccolta non mi sono ispirata ad autori precisi, anche se nelle pagine iniziali ho citato due aforismi, uno di Alda Merini e l’altro di Hermann Hesse, grandissime personalità, che amo molto per ragioni diverse. Alda Merini augura a tutti un briciolo di follia e, volendo dirla tutta, anche questo mio libro è frutto di un pizzico di follia, il buttarmi in questa avventura con entusiasmo, senza troppo pensare. Hesse ci invita a seguire i molteplici sogni della nostra esistenza, per dare consistenza e senso al nostro percorso di vita. Per noi tutti si tratta di due meravigliose indicazioni. Nella mia quotidianità, per quello che è stato possibile, ho sempre cercato di seguirle con le mie tre parole preferite: amore per quello che ho fatto e faccio tuttora, mestiere perché ogni cosa richiede studio, conoscenza e coraggio per realizzare il proprio sogno; d’altra parte senza sogni e un briciolo di follia, che vita sarebbe?

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Marzia Rei - Fin da ragazza ho sempre amato il cinema e il teatro. Dopo che ho lasciato l’insegnamento ho seguito e completato il Corso di Doppiaggio all’Accademia del Cinema di Bologna, dove ho avuto insegnanti grandissimi di recitazione e direttori di doppiaggio che mi hanno insegnato tanto sulla parola e l’analisi dei personaggi. Ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada, frequentando anche altri corsi, dei veri maestri. Ho conosciuto dall’interno un mondo nuovo, affascinantissimo, quello della recitazione, che mi ha portato ad esplorare tanti testi e autori diversi, la realtà da tanti punti di vista, ad entrare ed immedesimarmi in personaggi caratterialmente opposti a me, tutte esperienze confluite nelle mie poesie. Anche l’arte, i quadri, sono per me un riferimento importante: ho sempre pensato che un quadro mi appartiene più per le sue suggestioni su di me, che per ciò che il pittore ha voluto realmente comunicare. Nel mio libro c’è la poesia “Donna velata” che è nata proprio dall’osservazione di un quadro, con cui mi sono permessa di giocare un po’, come se quella donna parlasse ad un possibile osservatore.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Marzia Rei - Mi piacciono moltissimo i racconti brevi, i romanzi psicologici, filosofici, insomma di tipo esistenziale, e i testi per il teatro.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Marzia Rei - Per età e formazione prediligo il cartaceo: mi piace sentire il libro tra le mai, sentire il profumo della carta, sottolineare, segnarmi qualche appunto, lo considero un oggetto personale e quotidiano. Amo tenere un libro a disposizione, perché spesso lo rileggo, scopro cose nuove, ne rileggo alcune parti più volte, mi piace il libro vissuto.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Marzia Rei - Il rapporto con la scrittura è diventato via via più maturo durante la composizione delle poesie, soprattutto per l’attenzione all’uso delle parole. Strada facendo, ho percepito sempre più che la poesia può essere seria, ma anche gioco, piacere, bellezza e leggerezza.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "Il rumore dei coriandoli", se non lo avesse scritto.

Marzia Rei - Lo comprerei perché questa raccolta parla a tutti noi, di tutti noi, di sentimenti che ci appartengono, come la gioia, la felicità, la paura, di persone che fanno parte della nostra quotidianità, di temi che ci appartengono come la migrazione, il femminicidio, la scelta di rifiutare la società in quanto tale, la depressione, il suicidio, la malattia, di oggetti di uso quotidiano, i libri, una scatola, un cassetto che contengono la nostra memoria e di altro. Nessuna persona in particolare si può riconoscere in queste poesie, perché io posso aver avuto un’idea da un incontro, un’osservazione specifica, ma poi il discorso si è ampliato e si è arricchito, a volte è diventato diverso dall’intenzione iniziale. Certo ciò che ho scritto per mio padre o per la mia amica di una vita, che non ci sono più, è personale e destinato a loro, ma ognuno che ha subito queste perdite potrà riconoscersi, potrà trovare un pensiero o una parola che appartiene a questa esperienza umana.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Marzia Rei - Sicuramente. La mia esperienza di scrittura è recente, ma ho partecipato a qualche concorso, ho avuto alcuni riconoscimenti e pubblicato in qualche antologia: in questi ambiti sono stata fortunata, ho avuto incoraggiamenti e ho incontrato persone straordinarie che mi hanno consigliato di continuare a scrivere. "Il rumore dei coriandoli" raccoglie le mie prime poesie dalla metà del 2016 a tutto il 2017.
Nel frattempo, ho continuato a scrivere poesie e racconti e a partecipare a concorsi, devo dire con grande soddisfazione personale. Bisogna comunque continuare a studiare e imparare soprattutto da coloro che hanno molta esperienza in questo ambito, la strada è lunga, ma la sfida è appassionante.
Il mio progetto prossimo è quello di pubblicare ancora poesie e una raccolta di racconti.

Collana "Gli emersi - Poesia"
pp.60 €12.00
ISBN978-88-591-5271-2
Il libro è disponibile anche in versione e-book

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