| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Perché le donne si piegano ma non si spezzano"? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Lida Spagnuolo - Questo titolo è, in verità, un epilogo: a prescindere dai perché e dai percome delle vicende della narrazione, vuole accendere in modo diretto il suo cono di luce sulla figura delle donne, che, senza arrendersi e senza cedere il passo all’inerzia, trionfano, a dispetto di tutto, nella lotta contro l’aridità dei problemi della vita quotidiana.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Lida Spagnuolo - È la realtà -io credo- la vera ispiratrice di ogni pensiero, che, per quanto elaborato e per quanto avulso dalla realtà possa sembrare, sempre dalla realtà proviene.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Lida Spagnuolo - Sospinta dalle ali della fantasia, mi sono lasciata trasportare dalla MEMORIA, che è un bene da salvaguardare: tutti sappiamo da dove veniamo, ma non sappiamo con altrettanta certezza dove andiamo, né dove arriveremo, né tantomeno se ci arriveremo mai. In questo mondo, troppi luoghi, troppe vicende e troppi personaggi non hanno risonanza e scompaiono, senza lasciar traccia alcuna. Troppe persone si limitano a nascere, a esistere e a morire, senza saper di aver vissuto. Mi intristisce questa realtà, perciò, affinché tante storie e tanti sacrifici non siano ‘stati’ invano, voglio -vorrei- dare il mio piccolo contributo, offrendo alla ‘memoria collettiva’ ciò che la mia fantasia nostalgica ha finora custodito, a volte anche mio malgrado.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "Perché le donne si piegano ma non si spezzano", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Lida Spagnuolo - Al di là di qualche pagina un po’ ‘stagnante’ e magari pure un tantino banale, io sono convinta, senza mistificazione e senza falsa modestia, di aver dipinto, con uno stile spesso insolito, diversi scorci e diversi acquarelli densi di ‘umanità’: i miei episodi favoriti sono quelli in cui la connotazione penetra fin nella ‘sostanza’ più profonda dell’anima dei protagonisti.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Lida Spagnuolo - Gli autori che hanno contribuito alla mia formazione culturale e sentimentale sono innumerevoli, a cominciare da esponenti -più o meno noti- del mondo della letteratura, a finire con Peppino, l’uomo di campagna, che sintetizzava la sua filosofia di ‘vita’ in poche frasi brevi, ma significative: “Sei ragazzo e devi farti la tua vita: stringi i denti, che poi… Po’ ti sposi, ti fai la casa, ti fai i debiti: stringi i denti, che po’… Po’ vengono i figli, li devi crescere: stringi i denti, che po’… Po’ loro si sposano, fanno famiglia, e come fai? Li devi aiutare: stringi i denti, che po’… Po’. Po’ ti fai vecchio. Stringi i denti, che po’… Po’ muori. E ‘zzo’.”
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Lida Spagnuolo - Molte le influenze e gli stimoli che, da punti imprecisati dell’universo della cultura non necessariamente letteraria, hanno arricchito la mia ‘interiorità’, se così posso dire. A partire dalla vastità del mondo della recitazione e della musica, non ultima la musica leggera, non si sono limitati ad essere fonti di ispirazione, ma hanno costituito un vero e proprio substrato di conoscenza e di sensibilità elettiva in cui le mie idee hanno messo radici, sviluppandosi e diventando germogli rampicanti.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Lida Spagnuolo - Oltre al romanzo, prediligo il genere poetico, ma mi ‘intriga’ anche il giallo: quel che conta è che il vero protagonista sia l’animo umano, con tutte le sue sfaccettature e con tutto il suo pathos.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Lida Spagnuolo - Per me, il libro è e dev’essere rigorosamente cartaceo. Il libro ha una sua forma, ha un suo modo di essere, ha perfino un suo odore: ha il gusto dell’appartenenza, oltre che il pregio di intridersi di vita, con le sue orecchie, con le pieghe delle sue pagine, con i segni del tempo, che lo rendono unico, partecipe e ‘parlante’, al contrario di quello digitale, che è e rimane distante, freddo e impersonale, di tutti e di nessuno, indiscutibilmente senz’anima.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Lida Spagnuolo - Questo racconto è sgorgato dai tasti del computer come se non aspettasse altro, come se sapesse dove andare, come se fosse pronto per affrontare il mondo, un po’ come le creature vere, che nascono e… Senz’armi, senza bagagli, senza titubanze, si buttano nella mischia, vanno alla ventura e poi… Che ne sanno loro di che cosa le aspetta? E questo è un ‘motivo’ ricorrente, che, nel racconto, viene espresso con la domanda: ‘Che ne sapeva lei?’.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "Perché le donne si piegano ma non si spezzano", se non lo avesse scritto.
Lida Spagnuolo - Se non conoscessi il contenuto, il titolo mi suggerirebbe l’immagine della forza e della flessibilità di un arco: un arco che si inclina, che si curva, che si flette, per poi tendersi all’improvviso, con uno scatto inatteso, ergendosi a rappresentare la silhouette indomita di una donna. Da qui, la curiosità: di quali donne si parla? Leggiamolo!
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Lida Spagnuolo - Ad essere sincera, a parte una vera e propria storia d’amore in chat, già pronta e completa, avrei in serbo anche una nuova ‘avventura umana’, ricca di risvolti dolorosi e perfino torbidi, almeno in alcuni punti. La protagonista è già rimasta grippata in un evento inspiegabile e sconosciuto, ma io non so se vorrò mai svelare l’arcano, completando la storia che, dentro di me, s’è già ‘consumata’.
Collana Oro
pp.340 €13.00
ISBN 978-88-591-5280-4
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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