| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Storia di Paulie”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Benedetta Andreini - Salve! Nel libro, in cui si racconta brevemente qualche episodio passato e presente della vita di Pauline appunto, principalmente affronto tematiche attuali ed esistenziali che appartengono, a tutti gli effetti, al mondo che ci circonda. In misura maggiore, la condizione di giovane donna e madre, il dramma della difficoltà di trovare un'occupazione e accedere al mondo del lavoro e di trovare una collocazione e un'affermazione personale e sociale e di un piccolo posto nel mondo. Tutto ciò si svolge contemporaneamente all'emergere sullo sfondo, anche se mai direttamente nominata, della Fibromialgia e del disturbo di ansia cronica che l'affligge. Tra le riflessioni non mancano spunti di dottrine filosofiche e letterarie per le quali nutro molto interesse e passione, avendo alle spalle un percorso di studi umanistici.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Benedetta Andreini - Direi che in termini percentuali la realtà ha inciso per un buon 70%; per il resto il personaggio ce la mette tutta in quanto essere complesso, reso ulteriormente complesso da una potente emotività caratteriale amplificata dall'ansia, dagli attacchi di panico da cui derivano e da una conseguente depressione ed è perfettamente conscia di questo suo male che avverte con chiarezza e spaventosa lucidità vivendolo come un vero e proprio "handicap".
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Benedetta Andreini - Credo un'esperienza, un'opinione o un punto di vista che potrebbero passare inosservati e non significare niente per nessuno, come invece essere punto di incontro per qualcuno che nel personaggio ritrova se stesso e magari può confrontarsi e trovare conforto. Inoltre nel libro si trovano sentimenti e temi quali amore, speranza e sogno che evitano un giudizio in chiave totalmente pessimista.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Benedetta Andreini - Sicuramente tra gli autori principali che più mi hanno colpito e nei quali ho trovato risposte e sentimenti convergenti ci sono Montale e Leopardi per quanto riguarda la poesia. La letteratura russa è stata di gran lunga fondamentale soprattutto per certi temi sviluppati da autori come Dostoevskij, Tolstoij e Turgenev; inoltre Kafka e Jane Austin hanno tutti contribuito ad insegnarmi non solo concetti ma anche un tipo di narrazione con una struttura e un ordine cronologico fortemente impostato sul grande romanzo di '800 e '900.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Benedetta Andreini - Sì, assolutamente. Il cinema e il teatro sono stati grande fonte di ispirazione, ancora prima della letteratura forse. Avendo frequantato all'università il corso di laurea specialistica in cinema, teatro e produzione multimediale, ho seguito come appassionata di cinema, ho preso spunto e ispirazione soprattutto nel linguaggio che talvolta potrebbe sembrare (anche se non è detto che poi ci sia riuscita effettivamente) quasi "visivo" come una sorta di cinelibro o sequenza onirica.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Benedetta Andreini - Senza dubbio il romanzo drammatico è il mio preferito. Mi interessano inoltre generi dove la psicologia, il conturbante, il colpo di scena e l'introspezione vengono trattati e contribuiscono a rendere misteriosa la trama.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Benedetta Andreini - Preferisco di gran lunga il libro tradizionale.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Benedetta Andreini - Per cominciare direi che il rapporto che ho con la scrittura è di necessità oltre che terapeutico. In genere per la stesura di un testo impiego dai sei mesi ad un anno, alternando momenti di grande "fermento" a momenti di osservazione e riflessione. Al di là del progetto, scriverei a prescindere perché mi piace farlo, è come una valvola di sfogo, un modo per incanalare l'energia.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Storia di Paulie”, se non lo avesse scritto.
Benedetta Andreini - Acquisterei il libro perché il titolo, la copertina e il plot in cui si arguisce la complessità e il potenziale fascino di un personaggio ricco di sfaccettature mi incuriosiscono.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Benedetta Andreini - Sì, attualmente ho già cominciato a lavorare su un altro progetto ma sono ancora lontana da un'idea di composizione finale; al momento non riuscirei a parlarne.
Prezzo di copertina del libro: Euro 12
Seguici su Facebook
www.facebook.com/alettieditore
e su Twitter
www.twitter.com/alettieditore
Visita il nostro Canale Youtube
www.youtube.com/alettieditorechannel
|