| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “C’è sempre un’altra possibilità”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Michela De Paoli - Il titolo non è nato insieme al libro, l’ho trovato dopo, quando la storia ha preso forma. Ho capito che tutti i personaggi principali ricevevano un’altra possibilità di fare o avere qualcosa e quindi mi è venuto spontaneo scegliere questo titolo. Quanto agli argomenti fondamentali, io credo nella disciplina dolce, nell’amore incondizionato, sono convinta che anche i bambini abbiano una dignità di esseri umani e che crescendoli nel rispetto di questa dignità diventino adulti meravigliosi, felici, sicuri di sé, realizzati. Perciò ho voluto sviluppare questo argomento attraverso la storia di due fratelli, figli dello stesso padre ma di madri diverse: uno cresce sereno ed equilibrato perché ha una mamma buona e rispettosa che gli riconosce una dignità di essere umano e gli consente di coltivarla, l’altro cresce insicuro e complessato perché sua madre gli vieta qualunque cosa con scuse assurde e perciò il ragazzo, non potendo fare niente, non ha modo di conoscere se stesso e di capire chi è veramente e cosa desidera fare della propria vita.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Michela De Paoli - Qualche elemento autobiografico c’è, ho preso alcuni fatti della mia vita che non sono andati come avrei voluto e li ho riscritti nel modo in cui li avrei voluti.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Michela De Paoli - Non lo so, non mi sono posta questo problema.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “C’è sempre un’altra possibilità”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Michela De Paoli - Il primo seme di questo libro è stato gettato nel 1981, quando avevo 14 anni e ho sentito per la prima volta la canzone dei Pooh “Eleonora mia madre” che aveva una ragazza madre come protagonista. Mi sono commossa e ho scritto un raccontino in cui facevo ritrovare ad Eleonora il padre di suo figlio. Poi, molti anni dopo, ho ripreso in mano quel racconto e l’ho sviluppato fino a trasformarlo in romanzo. Perciò vorrei dire a tutte le ragazzine romantiche che scrivono diari o poesie: non vergognatevi, potreste avere anche voi del talento letterario; se scrivere vi piace, fatelo. Questo infatti non è l’unico racconto che ho scritto da adolescente, ma ogni tanto mi arrabbiavo perché la mia voglia di scrivere era incompresa nel mio entourage e buttavo tutti i miei scritti nella spazzatura. Anche la prima stesura di questo racconto è andata persa, ma la storia è sempre rimasta in un angolo della mia memoria, pronta a tornare fuori, e infatti è tornata e il resto lo sapete.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Michela De Paoli - Non saprei rispondere perché sono sempre stata una lettrice onnivora. Però mi identifico abbastanza in Arto Paasilinna, uno che tratta anche temi forti senza paura ma con grande ironia e leggerezza. Anch’io tratto temi forti senza paura e anch’io sono ironica.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Michela De Paoli - Direi proprio la musica, soprattutto quella dei Pooh ma non solo. Mi capita spesso di citare testi di canzoni o di esserne ispirata.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Michela De Paoli - Mi piace la letteratura scandinava perché il mondo nordico mi affascina molto, e i saggi storici perché mi piace la storia raccontata diversamente da come la insegnano a scuola, per esempio ho apprezzato molto i libri di Alberto Angela sull’antica Roma. Inoltre amo i fumetti, che per me sono stati un ponte verso letture più corpose e mi hanno anche insegnato tante cose, per esempio devo ringraziare Topolino e Asterix se so che ai tempi degli antichi romani la Scozia, la Romania e il Portogallo si chiamavano Caledonia, Dacia e Lusitania. E sempre grazie a Topolino ho avuto il mio primo approccio con la Divina Commedia e altri classici della letteratura, quando ho letto le Grandi Parodie.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Michela De Paoli - Assolutamente cartaceo, la lettura sui dispositivi mi distrae. Però apprezzo molto la possibilità di reperire in rete classici e libri rari in formato digitale.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Michela De Paoli - Mi sono messa a scrivere per passatempo, perché ero disoccupata e avevo tanto tempo libero. Un giorno improvvisamente ho aperto un file di Word e ho cominciato a scrivere. Scrivevo così, ogni tanto, quando avevo idee da mettere nero su bianco, senza piani prestabiliti.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “C’è sempre un’altra possibilità”, se non lo avesse scritto.
Michela De Paoli - Perché è un libro che può accontentare i gusti di molti lettori. È un romanzo d’amore, perché racconta storie d’amore; un romanzo di formazione, perché racconta l’evoluzione dei personaggi; un romanzo familiare, perché racconta la storia di una famiglia; un romanzo popolare, perché è ricco di riferimenti alla cultura popolare; un romanzo di idee, perché l’ho usato come pretesto per dire ciò che penso su molti argomenti, un po’ come faceva Heinrich Heine.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Michela De Paoli - Ho già pubblicato qualche mese fa un altro romanzo con un altro piccolo editore, spero che adesso “C’è sempre un’altra possibilità” gli faccia da traino e lo aiuti a vendere. Questo romanzo già pubblicato ha per protagonista una donna infelicemente sposata, che prega ogni sera di morire perché è troppo vigliacca per suicidarsi, e infatti una mattina si sveglia in paradiso. È una storia che avrebbe potuto scrivere Paasilinna ma è ispirata anche a “Omicidio in paradiso” di Bernard Werber. Ho anche già scritto altre cose: una è già pronta per uscire dal cassetto, è un romanzo su un gruppo di studentesse universitarie che ho definito “un po’ Beverly Hills 90210, un po’ Sex and the city e un po’ Sveva Casati Modignani”. È una storia che ha per protagoniste quattro ragazze moderne, che cercano l’amore ma anche l’affermazione professionale. Sto lavorando anche su altri progetti su cui non anticipo niente, se non che in tutti tratto i miei temi preferiti: l’amore incondizionato, il rispetto reciproco, la dignità di esseri umani, la solidarietà, l’importanza di essere se stessi.
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.324 €15.00
ISBN978-88-591-4975-0
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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