| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "Cappotto blu, bottoni d’oro"? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Ida Medugno Salvatore - La vita a volte si tinge di nero ma io preferisco immaginarla colorata dal blu del cielo e del mare, dall'oro del sole e da tutto ciò che emana di bello e di buono e così mentre scrivevo ho capito che quel cappotto blu coi bottoni d'oro, cucito con tanto amore dalla mia nonna, aveva i colori che meglio mi rappresentano.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Ida Medugno Salvatore - Più che una scrittrice penso di essere una narratrice della mia realtà, da quella che ho vissuto ho attinto materia per i miei racconti e scrivendo ho imparato a conoscere meglio me stessa, la ragione delle mie scelte, dei miei errori, delle mie fragilità, delle mie aspirazioni.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Ida Medugno Salvatore - Poche cose sono finite nello scrigno dell'oblio e tutto ciò di cui parlo mi appartiene intimamente e in riferimento al valore testimoniale mi piace pensare che, chi leggerà questo mio racconto, condividerà con me il ripudio per ogni forma di violenza, da quella verbale a quella più brutale agita con la brutalità dell'aggressione fisica e morale.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "Cappotto blu, bottoni d’oro", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Ida Medugno Salvatore - Non trovo un episodio più significativo di un altro, ognuno ha la sua connotazione e ciascuno rappresenta parte di me con uguale verità.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Ida Medugno Salvatore - Ho cominciato a leggere da quando avevo quattro anni, la lettura è stata la colonna portante della mia crescita e da ogni libro ho attinto occasioni di riflessione e di formazione e ogni autore mi ha regalato qualcosa, dai classici imparati a scuola a tutti gli altri di volta in volta scelti.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Ida Medugno Salvatore - Sicuramente la musica, la cinematografia ed ogni altra forma d'arte e di creatività.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Ida Medugno Salvatore - Senza ombra di dubbio il cartaceo per il fascino che ogni libro emana, dall'odore di stampa, dalla copertina, dalle immagini.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Ida Medugno Salvatore - Questa è una nota dolente perché essendo una lettrice critica nei confronti degli altri, sono ancora più severa con me stessa e i momenti d'insoddisfazione sono tanti perché non sempre riesco a trovare la parola giusta, il preciso punto d'interpunzione, la capacità di tradurre in parole quello che il cuore sente, ciò che la mente pensa.
Evitare la retorica, la prolissità, la banalità, la sciatteria richiede fatica ma l'ansia di trasmettere pensieri ed emozioni mi aiuta a superare momenti di sconforto.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "Cappotto blu, bottoni d’oro", se non lo avesse scritto.
Ida Medugno Salvatore - Lo comprerei perché è una storia vera scritta con sincerità e passione, perché la guerra è un argomento che riguarda tutti, perché alcune pagine dedicate alla famiglia sono tenere, perché il rapporto tra la bimba e la nonna è bello e intenso, perché l'amore per Napoli è autentico e vero.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Ida Medugno Salvatore - Se mi rimarrà il tempo e l'energia, vorrei scrivere un racconto sul rapporto tra me e la mia nipotina Margherita che tra poco sarà un medico e parlare anche di alcuni aspetti importanti che la vecchiaia può regalare...
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