 | Questo libro mi ha colpito fin dalle prime pagine per la sua originalità e spontaneità. L'autrice ripercorre la sua infanzia ed adolescenza circondata dell'affetto della famiglia: è qui che impara a coltivare l'amore, la generosità, il rispetto per sé e per gli altri che sorreggono la sua esistenza e traspaiono nel libro.
Soffriamo con lei quando racconta le prime difficoltà visive, ma ci rendiamo ben presto conto che la disabilità visiva non è mai un limite, quanto piuttosto uno stimolo a soffermarsi con maggior attenzione su colori e dettagli, sempre.
Ho molto apprezzato la descrizione della natura e delle tradizioni della Sardegna, terra natale dell'autrice, che in parte già conoscevo e che, sono sicura, indurranno i neofiti ad avvicinarsi alla cultura sarda, misteriosa ed intrigante.
È molto interessante il racconto del percorso formativo e lavorativo in qualità di massofisioterapista e in seguito di docente della stessa materia. I personaggi incontrati in questo periodo vengono descritti con emozione, profondità e, all'occorrenza, una sana dose di ironia.
Nei racconti dei viaggi si coglie il suo grande amore per la vita, la naturalezza con la quale vive il rapporto con gli altri, il desiderio di conoscenza come arricchimento personale. Questa grande ricchezza interiore le ha consentito di affrontare con coraggio e determinazione i periodi più complicati della sua vita, di cui ci fa partecipi con sincerità.
A dispetto del titolo, che cita l'autunno, è un vento fresco di primavera quello che ci accompagna nella lettura, e quando l'autrice accenna al crepuscolo della sua vita, noi in realtà abbiamo già capito che questo libro altro non è che il germoglio di una nuova primavera.
Consiglio il libro a chi è appassionato di storie di vite vissute e vuole scoprire come con resilienza, ottimismo e leggerezza si possano affrontare e superare brillantemente le grandi difficoltà della vita. Molto meglio di un libro di self-help!
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