| Pagina dopo pagina come in una sorta di diario intimo, l'artista-scrittrice, Teresa Mangiacapra, intende portare alla luce quel lato oscuro che ci accompagna un po' tutti, ma che nel libro incarna la figura di un pentito di camorra mai conosciuto ma le cui vicende le sono state raccontate. E lo fa non con l'intenzione di scrivere delle memorie, ma per dare "il via ad un flusso di coscienza attraverso il quale - spiega - ho cercato di interrogarmi nel profondo su un terreno da me troppo temuto e sconosciuto cominciando da quella domenica 20 luglio 2008".
(Estratto dell'articolo di Daniele Ricci, pubblicato sul Mattino)
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