| Marisa Saccá, nella sua silloge d’esordio ci parla di sé attraverso le immagini delle persone amate, introducendoci con grazia nel suo popoloso universo affettivo.
Così, attraverso invocazioni e preghiere, conosciamo l’infida Tiziana, Rino il ritroso, quel diavolo di Giampiero, la rossa Claudia e Rosamaria la malinconica, abilmente tratteggiati in poche righe dalla poetessa che di ognuno ricorda i tratti più salienti, coinvolgendoci nel suo girotondo sentimentale con grande capacità di sintesi.
Ci viene concesso di entrare (purché in punta di piedi e in silenzio, per non interrompere il flusso della memoria...) nel suo cosmo familiare: Marisa ci presenta la sua mamma, morta troppo giovane, i suoi figli meravigliosi, ma soprattutto ci mette davanti alla sua solitudine, ai ricordi che fanno riflettere, ai mille ripensamenti di una vita, alla profondità dei rapporti che, nel bene e nel male, l’hanno segnata, e che ci riportano a tratti ai bellissimi versi di Alda Merini:
“S’anche ti lascerò per breve tempo,
solitudine mia, se mi trascina l’amore,
tornerò, stanne pur certa;
i sentimenti cedono, tu resti.”
Ma sapendo ascoltare attentamente percepiamo l’intensità dei suoi dialoghi interiori, la luminosità dei luoghi della sua esistenza, la bellezza delle emozioni che arricchiscono i suoi incontri.
Dai suoi versi in controluce traspare l’immagine di una donna positiva e forte, che sicuramente ha sofferto ma non si è lasciata abbattere dalla negativitá degli eventi: anche quando parla di sé e delle sue rughe la poetessa lo fa con la consapevolezza di chi dalla vita ha imparato a bastarsi, a essere soddisfatto, a godere di ogni attimo e di ogni molecola di Bellezza, nonostante tutto.
Questa sua prima raccolta è densa di vibrazioni profonde, universali, che tutti noi abbiamo provato almeno una volta e che Marisa ha saputo descrivere con la semplicità e la spontaneità di chi ama davvero, senza preoccuparsi delle critiche, di chi rema contro, di chi talvolta vuole affossarci sadicamente, ma cercando piuttosto di lasciar sedimentare le troppe lacrime negli anfratti del passato ed aprirsi a nuove esperienze, a nuovi sorrisi.
Una lettura piacevole e confortante, che ci potrà accompagnare con leggerezza e farci sentire meno soli, nella speranza che arrivi presto “un soffio tiepido che spazzi via il vuoto dentro”.
Dott. Alessandra Vinotto
Art-director
Director
RedEye Filmstudio
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Marisa Saccà nasce a Messina il 05/09/1960 da Gina ed Antonio e trascorre buona parte della sua infanzia ed adolescenza insieme alla sorella Antonella, a Roccalumera (ME) paese in cui nacque e visse Salvatore Quasimodo.
Fin da bambina ama moltissimo leggere e scrivere e vince ad 8 anni un concorso nella regione Sicilia per il miglior componimento sul Natale.
Nonostante i numeri non siano certo la sua passione si diploma nel 1979 come ragioniera col massimo punteggio.
A 19 anni si sposa e lascia la Sicilia per andare a vivere a Bellano (CO). Pochi mesi dopo la mamma Gina muore e questo avvenimento segnerà tutta la sua vita. A vent’anni diventa mamma di Davide e a 26 di Francesca. Nei primi 10 anni di matrimonio non lavora per seguire i figli e i suoceri anziani.
A 30 anni inizia a lavorare come contabile a Milano ed attualmente lavora in un grosso studio commercialista nel centro di Genova.
Dopo la separazione dal marito si trasferisce nel 1999 a Genova con i figli dove attualmente vive.
Solo nel 2011 inizia a scrivere per caso e quasi sempre di notte.
Nel 2014 e nel 2016 la nascita di Mattia e Daniele (figli di Davide) la riempiono di gioia, ‘‘l’amore perfetto’’.
Collana Gli Emersi - Poesia
pp.40 €12.00
ISBN978-88-591-4845-6
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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