| Domanda - Partiamo proprio dal titolo: come mai “Racconto di straordinaria follia”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Lidia Fera - Ho scelto questo titolo perché lo ritengo descrittivo di tutta quest’avventura. Come il compendio di quella parte del viaggio personale di Matteo, che lo ha aiutato a fare le scelte per la sua vita futura. Direi che ricorrenti e fondamentali sono i seguenti argomenti: rispetto per sé stessi e per gli altri, affermazione del proprio modo di pensare senza imporre nulla a nessuno, e senza che qualcuno si imponga; quella normalissima libertà che contraddistingue un essere umano, e che gli permette di capire, ma anche di non capire, di sbagliare, e che stabilisce, per quanto possibile, il limite di errore. Un insieme di condizioni che possa aiutare, oppure permettere di guardare oltre.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Lidia Fera - Direi poco o niente, se non fosse che per i continui riferimenti alle scelte verso il sacro o il profano. Verso il sacro, cioè verso il rispetto in senso assoluto, per la vita e per il modo di essere di ognuno, sia da parte nostra; che dagli altri verso di noi. Del profano, proprio del mancato rispetto, verso noi stessi e nei confronti di chi ci circonda. Difficilmente una famiglia non appoggia le scelte di un proprio componente. Ho scritto questa vicenda, sperando e tentando di essere un minimo originale, dando luogo a questa storia in circostanze improbabili, ma sottolineando l’importanza delle persone, dell’individuo, e della considerazione verso qualsiasi opinione diversa da altre, ritagliando uno spazio per chiunque; soprattutto per una nobile esistenza, e nell'accertarsi dell’importanza di una possibilità di reale cambiamento, volto al miglioramento.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Lidia Fera - Vorrei che in questo libro la scrittura potesse aiutare a sottolineare l’importanza delle scelte personali. Nonostante la pericolosità di queste, e l’inevitabile salto nel buio che comportano. Salvare e custodire dall’oblio del tempo esattamente questo, il fatto che non è necessario seguire la massa, per confondersi in questa; ma si può avere un altro punto di vista, anche per identificarsi, pur facendo parte della massa.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Racconto di straordinaria follia”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Lidia Fera - Sicuramente ricordo con particolare favore la descrizione della città di New York. Tutto ciò che riguarda le costruzioni, i monumenti, i riferimenti all’Italia, la sua modernità. La particolarissima storia che racconta la figura della Statua della Libertà, gli arrivi di noi italiani, e di tutti gli altri che in passato sono stati emigranti. E, tutte le storie scritte, o anche soltanto conosciute di coloro che cercavano l’America. Una città che abbaglia con le sue mille luci, nonostante vi siano anche le ombre, e le mille sue possibilità per tutti.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Lidia Fera - Riguardo a questa domanda posso dire: parte seconda. Nell’intervista che ho scritto per il mio precedente lavoro ho citato alcuni grandi scrittori, in questa ne cito degli altri. Devo dire che particolare importanza hanno avuto sicuramente scrittori come: Wilde, Stevenson, Montale. Senza dimenticare la parte serafica della scrittura. I libri che sono stati scritti da grandi Santi. Le storie delle sofferenze fisiche e spirituali di persone, come tutte le altre, che però hanno avuto ispirazioni dall’Alto (anzi dall’Altissimo). Quindi gli scritti di Santa Teresa di Lisieux, per esempio. Il trascendente, l’essere a metà tra quello che è provato e quindi conosciuto, e ciò in cui si crede anche se non è visibile, quella forza interiore che contraddistingue la fede. La particolare condizione di chi ha vissuto tra cielo e terra, di coloro che hanno avuto la grande virtù di credere in qualcosa che non si vede, e soprattutto che non fa in alcun modo primeggiare, oppure sopraffare altri.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Lidia Fera - Altre discipline artistiche che hanno influenzato la mia scrittura ve ne sono diverse, per esempio il puntinismo, l’arte dei mosaici, dei vasai, di quelli che creano da una materia, da polvere o simile. L’arte dei vetrai di colorare e modellare il vetro. La tecnica del Gemmail, una incredibile sovrapposizione di vetro e colore, che ho visto per la prima volta dentro una Chiesa in Francia, a Lourdes. Guardare, osservare questi lavori è come leggere una pagina di un libro. I trattamenti della materia prima, le procedure che servono per arrivare ad un prodotto finito. Tutto ciò che riguarda i manufatti, l’argilla, la ceramica. Riferendomi al passato, ma anche al presente, trovo le opere moderne di vetro soffiato, per esempio, dei capolavori. Osservandoli, sembra che ogni oggetto racconti una storia. L’artigianato, oppure l’arte orafa. L’arte di lavorare le pietre, tagliarle e dare valore ad oggetti inanimati, la maestria di accostare i colori e creare la particolarità dell’oggetto. Una tra le tante opere che da sempre mi interessa, ma in questo caso si tratta di arte orafa antica, è la Corona Ferrea, la semplicità e la perfezione di un oggetto creato da metalli ed arricchito da pietre, e senza contare l’alone di mistero che da sempre rappresenta. I film che raccontano miti e leggende, come le storie di re Artù ed i Cavalieri della Tavola Rotonda, o ancora le avventure di Riccardo Cuor di Leone, e tutte le vicende di Robin Hood e la foresta di Sherwood.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Lidia Fera - Direi quasi tutti gli altri generi letterari. Mi piace anche leggere gli scritti che parlano di attualità, gli inserti dei quotidiani che riguardano l’economia, oppure le raccolte che trattano di scienza, di archeologia. Soprattutto preferisco le collane che descrivono l’architettura moderna, lo stile ed il design.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Lidia Fera - Anche qui mi ripeto. Purché si legga, si può scegliere quale dei due sia quello più congeniale alle esigenze del lettore. Sia l’uno che l’altro, contano ragioni contro ed a favore.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Lidia Fera - Il mio rapporto con la scrittura, anche per questo lavoro è stato, come sempre, un rapporto che mi ha consentito di utilizzare la stessa come mezzo utile per inventare una storia, e dare vita a personaggi, collocando le loro vicende in qualsivoglia ambiente o contesto.
Domanda - Un motivo per cui comprerebbe "Racconto di straordinaria follia", se non lo avesse scritto.
Lidia Fera - Sicuramente, pur non avendolo scritto vorrei comprare questo libro, in primo luogo perché mi piace la narrativa, che è un genere vario, e può comprendere ampie tematiche, ed anche per la curiosità di leggere le vicende che possono caratterizzare un Racconto di straordinaria follia.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Lidia Fera - Anche qui mi ripeto. Fra i miei scritti accuratamente posti in ibernazione virtuale, questo è il secondo. Anticipazioni, si tratta sempre di storie inventate e ambientate dovunque. In posti fantastici, oppure in luoghi reali ma accuratamente adattati alla mia storia, ed a tutto quello che riguarda i personaggi da cui è popolata.
Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.44 €12.00
ISBN 978-88-591-4794-7
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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