| D. Partiamo proprio dal titolo, come mai “VLAD III DI VALACCHIA Il Principe e l’Ordine del Drago”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
R. Il primo tema ricorrente è la Valacchia, una delle terre di mezzo o terre cuscinetto fra il blocco Occidentale rappresentato dal Sacro Romano Impero, dalla Chiesa di Roma e dai regni satelliti, e il mondo d'Oriente rappresentato, ai confini, dal Regno minaccioso della Sublime Porta. Il secondo tema ricorrente è quello dell'Ordine del Drago, ordine dinastico surrogato del ben più potente e noto Ordine religioso e cavalleresco medievale, quello dei Templari. L' Ordine del Drago, voluto dall'eretica Imperatrice Barbara di Celje, nota nelle leggende popolari per la sua magia cattiva, raccoglie l'eredità di sfida dei Cavalieri al mondo infedele, ma anche il carico di misteri, segreti e maledizioni che l'ultimo Templare, Jacques de Molay, aveva portato con sé, morendo arso sul rogo. Il terzo tema, quello fondamentale, ruota intorno all'eroe antieroe Vlad III, voivoda di Valacchia, il Draculesti, meglio noto come Vlad Tepes l'Impalatore, colui che ha incarnato ed esaltato nella storia, e ancor più nella leggenda, tutta la brutalità e la crudeltà espressa dagli imperatori romani nelle persecuzioni, e dai tanti sovrani medievali d'Oriente e d'Occidente. Ma, per la tradizione religiosa dell'est Europa, Dracula viene ricordato come un eroe nazionale che difese la Croce e l'intera cristianità dall'avanzata turca. La sua morte misteriosa e sconosciuta ha alimentato e alimenta ancora la sua fama di anima disperata in cerca di una seconda opportunità di vita.
D. Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
R. La realtà è stata fondamentale, in quanto a far emergere Vlad fra i tanti personaggi storici del XV secolo europeo è stato il suo documentato valore in battaglia a difesa della Cristianità, e dell'Occidente in generale, dalle mire espansionistiche del turco ottomano Murad II di Amasya e del figlio Mehmet II, il Fatih. Il Conquistatore, cioè, così detto per essere riuscito nel 1453 a far cadere, dopo secoli e secoli, le inviolate mura di Costantinopoli, e pronto a ripetere l'impresa con Vienna e infine con Roma. Da solo Vlad tenne a freno questa potente macchina da guerra. Ma che ne fu di Vlad dal momento in cui il re d'Ungheria Mattia Corvino fermò la sua mano macchiata di sangue e lo rinchiuse in una prigione dorata? La realtà di quel decennio di costrizione è piatta, storicamente irrilevante, ma le mille sfaccettature di Vlad disegnano arditamente la scrittura fino ad una morte o ad una scomparsa misteriose che non hanno lasciato traccia, tranne che nella fantasia popolare e nelle più variegate ipotesi.
D. La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
R. La scrittura è passata come un lampo di luce ad illuminare una storia europea controversa, luttuosa ed eccessiva che sta a segnare il passaggio dall'evo antico a quello moderno, una storia che mai più si disegnerà così eroica e così tragica. Una storia piena di un nugolo di personaggi più o meno sconosciuti dall'una e dall'altra parte, intesi come rappresentativi del mondo d'Oriente e del mondo d'Occidente, ognuno a modo suo eroe e antieroe, preso in eventi memorabili e ineluttabili. Senza dimenticare che in tutto questo fioriva nelle corti europee, e veniva richiamato con ammirazione in quelle turche, lo splendore dell'arte e della cultura italiana del Rinascimento.
D. A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “VLAD III DI VALACCHIA Il Principe e l’Ordine del Drago”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
R. Ne trarrei sceneggiature per un film, divertendomi ad arricchire con particolari fantasiosi e spettacolari gli episodi più singolari come ad esempio l'eclissi che precede la caduta di Costantinopoli... oppure Vlad e il passaggio della cometa a forma di scimitarra o i suoi amori tragici con la popolana e con Elisabeta o il tentativo folle di uccidere Mehmet... la prigionia dorata, il matrimonio convenzionale, la misteriosa scomparsa. Uno degli episodi più cinematografici è sicuramente quello in cui Vlad cerca di mettere in salvo il figlio, ma questo gli scivola da cavallo perdendosi in una fiumana di folla che abbandona il paese per paura dei Turchi e non riconosce il suo principe. La speranza di ritrovare il figlio che assicuri la prosecuzione dei Draculesti sul trono di Valacchia consentirà a Vlad di sopravvivere alla prigionia.
D. Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
R. I classici senza nessuna esclusione, la librettistica e la letteratura romantica dell' 800, la cinematografia d'essai, Moravia, Cassola, Grillandi. Ma molto spesso nella ricerca del suono giusto della parola mi rifaccio alle poesie studiate nell'infanzia: Pascoli, Carducci, Diego Valeri.
D. Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
R. Lo studio del pianoforte, e quindi la ricerca dell'armonia, e la composizione di testi per documentari naturalistici che è un prezioso esercizio di sintesi per un mio modo di scrivere tendente all'enfatizzazione. E il montaggio, sempre dei documentari, la cui pratica mi ha abituata alla costruzione melodiosa di una progressiva successione di immagini.
D.Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
R. Il noir di Agatha Christie. La adoro, ma non mi sognerei mai di imitarla; non ne sarei assolutamente capace.
D. Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
R. Cinquanta cinquanta. Ma non rinuncerei mai ad accarezzare le pagine di un libro specialmente se antico e a respirare l'aria di una biblioteca tutta cartacea.
D. Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
R. Conflittuale. Raramente la scrittura accompagna il pensiero.
D. Un motivo per cui lei comprerebbe “VLAD III DI VALACCHIA Il Principe e l’Ordine del Drago”, se non lo avesse scritto.
R. La poliedricità del personaggio e la conseguente curiosità di conoscere altre interpretazioni riguardo ai suoi tanto discussi aspetti comportamentali.
D.Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
R. Proseguirò certamente con i personaggi storici, ancora con la saga di Bona Sforza d'Aragona, con Sybilla d'Altavilla e i mondi normanni e con altre Donne della Storia. Prossimamente spero di uscire con "La storia e la leggenda di Federico II", mi auguro ancora con Aletti. Ho in progetto la riedizione de "La Murgia dei Trulli" una guida turistico-culturale e gastronomica fra il mare e la campagna pugliese. Fra un personaggio storico e l'altro anche una raccolta di ricette della tradizione familiare e dei pranzi più noti della storia.
Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.212 €12.00
ISBN978-88-591-4624-7
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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