| Inizierei col dire che la titolazione del libro e la nota introduttiva, curata dalla stessa autrice, danno bene la dimensione del messaggio poetico ideato e portato a termine con la pubblicazione del volume e ci introducono agevolmente alla sua lettura.
Stiamo parlando della silloge “ Pensieri sospesi” di Adele Basta Sarullo.
L'autrice è nata in Calabria ma da anni vive a Firenze.
Laureata in filosofia all'università di Bari, insegna italiano e storia nella nostra città.
Una raccolta, quella che presenta, frutto di una lunga stagione di sofferta riflessione e solitudine ma che dal suo culmine di dolore fa emerge una meravigliosa consapevolezza: quella della scoperta dello spirito e dell'anima a cui fare appello quali isole rigeneranti e salvifiche.
E sono i moti inquieti del cuore, le correnti avverse del destino ad alimentare “pensieri sospesi” come terre di ripagante abbandono e rifugio nella marea del dolore.
Approdi in cui, al riparo degli eventi contrari, nasce e si alimenta la necessità di una profonda introspezione dalla quale riconoscere la fonte di luce sorgente di vita e alla quale alimentarsi per riattivare il circuito del riconoscimento dei valori pregnanti e fondamentali e vivere, nella prospettiva della Bellezza, una preziosa esistenza.
Le quattro sezioni che compongono questo libro, sembrano seguire una ideale linea di maturazione esistenziale che parte da un canto struggente, quasi un inno, “all'Amore perduto” per addentrarsi nella breve sezione della “ Senilità”, (spazio di ricerca e preziose considerazioni) affacciandosi poi, con rinnovato stupore, alla finestra di un mondo rinnovato (in “Sguardo sul mondo”) che la circonda con le sue depurazioni esistenziali, emergenti come la magia della notte o l'incontro nei ricordi con la sua “Asinella Rosa “e la scoperta della “piccola goccia d'acqua”.
Momenti che precedono la lirica “Preziosa è la vita” dove emerge il significato dell'attesa e del tempo.
L'ultima sezione “Introspezione” chiude degnamente la silloge riportando la poetessa su lidi di sicura protezione e dai quali cantare, nelle modalità del chiaro e dello scuro, l'esperienza esistenziale; momenti in cui involarsi verso la felicità ed altri rifugiarsi nella solitudine in un mondo che sembra essere la sua definitiva, aspirata, maturata, terra di approdo e di speranza.
Ma entriamo più in dettaglio nel corpo del volume.
Si parte, dunque, con la I sezione, quella, a mio avviso, da cui scaturisce questa sua avventura editoriale, proprio da quell'amore perduto, occasione dirompente e tragica che l'autrice ricorda lucidamente nella datazione (2.5.2010) e che rende eterno nel cuore e nella mente sino a farne “Miracolo d'anima”.
Recita nella poesia “Il miracolo dell'amore: “Il miracolo della vita/ ti ha portato a me/ con occhi di smeraldo/,capelli corvini,/ mani di neve/ bianche e delicate/ sorriso luminoso e contagioso/ Mi hai travolto/ con un'onda di luce/” a cui seguono ricordi e fascinazioni per i luoghi cari d'anima e d'amore come in: "Ritorno a Ciminna” dove scrive: “Mai più sarai qui/ nel paese dei tuoi natali/ Mai più camminerai/ su queste strade acciottolate/ né respirerai l'aria pura/ dei campestri paesaggi/”.
Una sezione dunque, in cui trionfa in assoluto l'amore, nelle sue varie componenti di vita e morte, di scomposizione e ricomposizione.
Dopo, nella parte “Senilità”, l'autrice sprofonda in uno scoramento esistenziale. E nell'omonima poesia recita “Passi felpati/ nella notte/ Spiraglio di luce/ che si accende/ gocce d'acqua./ Buio/ il sonno/ riprende le tue vecchie/ ossa e accende/ il filo dei tuoi/ pensieri sospesi/”, momenti, questo e quelli successivi, propedeutici tuttavia ad una rinascita che avviene nella terza parte “Uno sguardo sul mondo” con liriche di apertura al miracolo della vita, di stupore, di risveglio dopo tanto amore perduto.
E così comporrà versi come: “E’ la vita”, dove la chiusa è lapidaria e fulminante”/ risplende libero e chiaro/ il cielo, pura l'aria e densi gli odori/ E' la vita ed ancora: “Preziosa è la vita", dove ad una iniziale sequela di dubbiose interrogazioni sull'esistenza segue la certezza della rinascita.
Ultima e significativa la sezione quarta, denominata “Introspezione", dove l'autrice riflette sulla vita con una rinnovata ricerca esistenziale ed in cui trova l'approdo nella spiaggia della solitudine, ma anche della felicità feconda e del dialogo vitale da dove traspare il suo amore verso il prossimo, la sua identità cristiana, il suo appello verso il Signore. Con le liriche come “Così è la vita”, “Più viva della vita”, “ Speranza, mio unico porto”.
Cito dalla sua poesia: “Estranea fui un tempo” “Era tempo di incoscienza / e presunzione, di falsa liceità ed i ideali fasulli/ Era il tempo che mi ha fatto crescere/ e mi ha reso presente alla mia vita".
Ed ancora mi piace citare i suoi versi dalla emblematica e sognante “La mia isola che non c'è” dove la nostra Adele trova riparo in uno spazio armonico, in una dimensione saggia e meravigliosa in cui tutti vorrebbero abitare. Vorrei segnalare altre liriche di pregio come: “A te, fratello del Lager la mia preghiera”, e “Madre in preghiera“ che evidenziano la sua profonda pietas umana e l'amore materno espresso nella sua massima esaltazione. Si deve concludere affermando che, benché si tratti di una prima prova nel campo della poesia, Adele Basta mostra una sua piena maturità poetica con un linguaggio, agile, snello, accattivante sia nel suo spazio introspettivo che in quello aperto su orizzonti esterni, svincolato da sentimentalismi scontati. Una parola poetica di effetto e presa empatica che emoziona e fa riflettere. La aspettiamo dunque alla sua prossima testimonianza lirica.
Link del libro:
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