| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Anch’io sono una storia"? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Giulia Calfapietro - La mia raccolta di racconti ha una particolarità: i protagonisti delle vicende, che qui vengono narrate, non sono persone, ma oggetti, spesso di uso comune. È attraverso il loro sguardo virtuale o la loro voce immaginaria che il lettore entra nei racconti, ne conosce luoghi e tempi e partecipa indirettamente ad ogni situazione. I racconti sono diversi tra loro, ma il messaggio che li accomuna è legato proprio a questi oggetti: non bisogna essere una figura importante del passato o un uomo o una donna dei nostri giorni per riuscire ad attirare la curiosità prima e l'attenzione poi dei lettori nel seguire lo svolgersi delle vicende. Questo compito può essere svolto anche da una penna dall'inchiostro rosso, da un ombrello acquistato in un giorno di pioggia da una mamma che deve riportare a casa la sua piccola appena uscita da scuola o, ancora, un angelo di corallo rosso, regalato da un giovane scienziato promettente a quello che pensa essere il vero amore della sua vita. Con un po' di magia ed una buona dose di immaginazione questi oggetti diventano, nel libro, testimoni di relazioni di amicizia, rispetto e affetto sincero, o, ancora, provocano nei "personaggi umani" reazioni di stima, compassione, repulsione, indifferenza.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Giulia Calfapietro - Quella che ha inciso è la mia realtà di accanita lettrice. In particolare l'idea di scrivere dei racconti i cui protagonisti fossero oggetti è legata ad uno dei miei scrittori preferiti: Italo Calvino e al suo romanzo "Se una notte di inverno un viaggiatore" a cui faccio riferimento diretto nell'ultimo racconto della raccolta. L'opera di Calvino si snoda intorno all'oggetto "Libro" che passando di mano in mano, da lettore a lettore, diviene il filo conduttore di tutte le vite narrate nel romanzo. Un'opera di rara bellezza, delicatezza, originalità che ha influenzato molti autori italiani contemporanei e ha lasciato in me l'idea che il narratore di una vicenda può avere varia natura e raccontare ciò che a lui preme da diversi punti di vista.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Giulia Calfapietro - Gli oggetti che io ho scelto come voci narranti delle mie storie sono in fondo oggetti che appartengono alla mia vita personale e professionale: la penna rossa simboleggia il mio lavoro di docente e la volontà di sottolineare, con segni chiari ed evidenti, alcuni momenti della mia giornata lavorativa: quelli che hanno a che fare con l'incontro con i miei studenti e con la scoperta delle loro personalità e dei loro risvolti emotivi; l'ombrello è il simbolo dell'Inghilterra per me: una terra fatta di sole tiepido e di dolci acquazzoni anche a distanza di qualche ora nella stessa giornata. Io amo l'Inghilterra (sono un'insegnante di letteratura inglese) e molto dello stile di vita degli inglesi; Lo specchio, voce narrante di un altro fra i miei racconti, rappresenta la mia personalità. Sono del segno dei Gemelli, sono in un modo e nel suo contrario, sono volubile, ho caratteristiche contrastanti fra loro che identificano i miei comportamenti ed i miei stati d'animo. Sono io , ma anche la mia immagine riflessa.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro "Anch’io sono una storia", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Giulia Calfapietro - Non c'è un episodio in particolare, ci sono però alcuni rapporti fra i personaggi che mi stanno particolarmente a cuore: sono quelli all'interno della famiglia, in particolare quelli fra genitori e figli, sempre nel tentativo di comprendersi davvero, ma con grande difficoltà perché la differenza generazionale crea solchi e alza muri. Soltanto l'affetto, quello vero ed incondizionato, riesce a colmarli ed abbatterli lasciando trionfare incontri profondi di anime e di cuori.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Giulia Calfapietro - A Calvino, nello specifico per questo libro, ho già fatto riferimento, ma ci sono altri autori italiani che amo leggere e che per me sono fonte di approfondimento linguistico e culturale. Sono La Presidente di una associazione culturale dal 2010, che si occupa anche di incontri con l'autore, e, negli anni, ho potuto non solo leggerli, ma conoscerne alcuni e chiacchierare con loro. Amo particolarmente Alessandro Baricco, Paolo Di Paolo ed il compianto Ugo Riccarelli: il tratto unico nelle descrizioni dei fatti e dei sentimenti, che contraddistingue ognuno di loro, è ciò che apprezzo particolarmente. Leggo anche autori stranieri. Il mio preferito è il britannico Jon McGregor che ho conosciuto anni addietro attraverso la lettura di uno dei suoi romanzi più belli e delicati: If nobody speaks of remarkable things.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Giulia Calfapietro - Sono appassionata di musica jazz. Seguo mia figlia, che è oggi una delle voci jazz femminili italiane più promettenti, in tutti i suoi concerti e le jam sessions. Mi piace questo tipo di musica perché, pur necessitando di uno studio approfondito e attento della teoria e delle tecniche di interpretazione, dà grande spazio alla creatività, all'immaginazione, alla magia. La delicatezza di certi registri e lo scivolamento lento e personale da una tonalità timbrica ad un'altra, da un colore ad un accento, da un contro tempo ad un accordo di base sono spesso nella scelta dei vocaboli, delle espressioni, delle pause delle pagine che scrivo.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Giulia Calfapietro - Adoro i romanzi psicologici, quelli di riflessione, quelli di lunga narrazione, ma amo tanto anche la poesia: io stessa ho collaborato a diverse antologie poetiche e sono autrice di due raccolte di versi, di cui "La voce di dentro" insignita di diverse menzioni di merito e del Primo premio assoluto nel concorso Omnia2, città di Milano, "Emozioni poetiche 2017".
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Giulia Calfapietro - Sicuramente quello cartaceo. Anche se lavoro molto con gli strumenti digitali e non disdegno la tecnologia a supporto del mio lavoro, credo che il libro cartaceo abbia un fascino unico: l'odore acre della carta e degli inchiostri e il piacere fisico che si prova nello sfogliare le pagine di un testo non somigliano a niente altro e non possono essere sostituiti da niente altro.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Giulia Calfapietro - Ho scritto quasi tutti i racconti durante una estate fra le montagne austriache: la pace ed il silenzio hanno fatto da scenario alla nascita del libro. Soltanto l'ultima storia è stata scritta qualche mese dopo le precedenti, quando ormai fuori della finestra del mio studio gli alberi perdevano le foglie e il buio invadeva prima del solito il viale di accesso al mio condominio. Silenzio anche in quest'ultima circostanza: diciamo che il libro è stato accompagnato da periodi nei quali ho potuto dedicarmi esclusivamente alla scrittura e quindi godermi la nascita di ogni storia e la sua crescita fino in fondo.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Anch’io sono una storia” se non lo avesse scritto.
Giulia Calfapietro - È breve ed invoglia alla lettura anche chi non ha molto tempo da poterle dedicare. I titoli dei singoli racconti stimolano la curiosità del lettore, che si domanda immediatamente di che cosa parleranno. E, per ultima, ancora più curiosa è la breve serie di domande che precede l'entrata nei racconti. Il lettore è portato a chiedersi non soltanto se conosce la risposta a ciò che gli viene chiesto, ma il motivo per cui queste domande gli vengono rivolte.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Giulia Calfapietro - Ho in animo di iniziare un nuovo romanzo: le idee ci sono e la storia comincia a prendere forma, ma è prematuro ogni anticipazione in merito.
Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.64 €12.00
ISBN978-88-591-4487-8
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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