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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Patrizia Tomba, che presenta ai lettori il romanzo “Il puntaspilli”

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo: come mai “Il puntaspilli”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Patrizia Tomba - Il PUNTASPILLI è l'Iperuranio di Platone, che è forse il vero grande protagonista di questo libro, il quale nasce forse dalla riflessione sul “moto che non è diverso dalla stasi” come direbbe Montale. La protagonista e voce narrante Marisa, appassionata sessantottina, incontrando Platone in una visione onirica, gli urla che il suo Iperuranio (il luogo sopraceleste) è soltanto un puntaspilli ridicolo, con le ideuzze piantate lì come capocchie, spiegandogli che le idee non sono né innate né eterne, ma semplicemente derivate dall'esperienza. Alla fine Marisa troverà in soffitta un puntaspilli tempestato di brillanti, e più tardi, già nel futuro, andrà a farlo valutare da un gioielliere, che risponderà: zirconi, ma vorrebbe comprarlo, come oggetto particolare e unico. Cioè le idee innate ed eterne sono false, ma preziose per vivere.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Patrizia Tomba - La mia scrittura attinge sempre alla realtà, nella quale penso che ci sia ben più fantasia che nelle nostre teste. Anche i grandi scrittori apparentemente più fantasiosi e surreali, si scopre che attingono almeno in parte all'autobiografia: ad esempio in 100 ANNI DI SOLITUDINE, il personaggio così fiabesco e irreale di Ursula altri non era che la madre di Marquez.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Patrizia Tomba - Soprattutto la storia degli anni 70, a partire dal '68, anni cruciali che credo non saranno mai abbastanza studiati, e che ripercorro attraverso il “romanzo di formazione” di una piccola e sprovveduta ragazza piccolo borghese che si trova per caso nel '68 e ne esce trasformata.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Il puntaspilli”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Patrizia Tomba - Sicuramente l'incontro tra Marisa e Platone, che credo di essere riuscita a rendere abbastanza drammatico e intrigante, come gli altri loro dialoghi surreali, in particolare quello sul “comunismo platonico”, argomento che ritengo in ogni caso interessantissimo, comunque lo si valuti, e quello sulla schiavitù.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Patrizia Tomba - Un po' tutti i filosofi, in particolare Marx, essendo io marxista, Platone stesso e naturalmente Sartre con la sua NAUSEA, grande modello di romanzo filosofico, al quale purtroppo temo di non essermi neppure avvicinata.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Patrizia Tomba - Forse la pittura, soprattutto quella figurativo-realistica fra 800 e 900.
Filosofia e saggistica storico-politica e poesia, in particolare civile.


Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Patrizia Tomba - Tradizionale

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Patrizia Tomba - Un rapporto drammatico, ma anche palingenetico. Riandare al passato, facendolo parlare senza infingimenti e pregiudiziali, è sempre traumatico, ma anche rigenerante. Inoltre la rilettura di Platone, in due diverse traduzioni, mi ha aperto un mondo. Seguendo i consigli del manuale di G. Mozzi, considerato fino ad anni recenti la più alta autorità in materia di scrittura creativa in Italia, ho sottoposto il libro ad alcuni amici, chiedendo loro: “Che impressione ti fa?” ma non ho ricevuto risposte molto pertinenti.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il puntaspilli”, se non lo avesse scritto.

Patrizia Tomba - Per avvicinarmi alla filosofia, se non la conoscessi ma ne sentissi almeno vagamente il fascino, o comunque per riscoprirla da un punto di verso. In fondo il romanzo filosofico è un genere praticamente inesistente in Italia.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Patrizia Tomba - Per il momento no.


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