| Alla Villa Medicea di Coltano: presentazione del romanzo "Chicco di naso" dello scrittore Claudio Orsi
4 agosto, ore 19:00
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Saranno il critico letterario Daniele Luti, lo scrittore Alessandro Scarpellini e Mariapia Marazzato, coltanese e veneta doc, a presentare “CHICCO DI NASO”, il nuovo romanzo dello scrittore Claudio Orsi, pubblicato per i tipi della casa editrice Aletti di Roma.
L’appuntamento è per venerdì 4 agosto alle ore 19:00 presso la Villa Medicea di Coltano (PI).
Il romanzo è ambientato proprio nella bonifica di Coltano quando, la sera della domenica di Pasqua del 1960 a casa dei Forti ci si ritrova per il gioco della tombola. Massimo, il piccolino di casa, attratto dal colore e dalla forma di un chicco di granturco usato come segnanumero sulle cartelle, decide di seminarlo in modo originale: infilandoselo nel naso. Da quel gesto si dipana una storia di rapporti familiari segnati da grande amicizia, amori tormentati, malattie incurabili, fino al ritrovamento del cadavere della bella Liliana, che porterà il Commissario Giammona ad investigare fin tra i vicoli e i riad di Marrakech. Sarà il nonno di casa, Elia, raccogliendo dopo due giorni il "Chicco di naso" a valorizzarlo per ridare fiducia al futuro di due famiglie sfortunate. Un romanzo di formazione che va incontro con rassegnazione alle ingiustizie umane e divine, costruito sullo sfondo della bonifica pisana, popolata da mezzadri veneti nei primi anni '60, quando i benefici del boom economico stavano per arrivare. Ma non per tutti.
"Chicco di Naso" di Claudio Orsi è quindi un romanzo storico. Di una storia tuttavia recente. Siamo nel 1960, quando in Italia è ancora l’agricoltura l’attività produttiva dominante, ma dove si presentano i primi segni di ciò che sarà definito il boom economico; e quando iniziano, dopo la ricostruzione, le prime proteste e manifestazioni operaie e di massa, qui nel romanzo esemplificate dal corteo del 25 aprile.
E’ una rivisitazione storica di un'area territoriale specifica (la zona bonificata del Padule Maggiore) dove, sul finire degli anni ’50 si erano insediate oltre cento famiglie provenienti soprattutto dalle provincie di Padova, Treviso e Verona. E’ un romanzo collettivo. Non c’è un personaggio intorno a cui ruoti la vicenda; ci sono alcune famiglie, tra cui una avrà più spazio e intensità analitica delle altre.
Ed è un romanzo che si legge con piacere, perché Claudio Orsi, al suo esordio, padroneggia la materia, la conosce nei molteplici dettagli, le infonde espressività, la fa diventare intreccio, anche giallo, con un montaggio calibrato e una scrittura ariosa.
"Chicco di naso" si legge, quindi, con il piacere di scoprire che cosa succederà, anche per un’altra ragione più penetrante. I personaggi, infatti, sono scolpiti nelle loro psicologie popolari e nell’immediatezza dei dialetti lucchesi e veneti resi con grande efficacia narrativa.
Claudio Orsi, infatti, riesce da un lato a scomparire come scrittore e a calarsi nei panni dei tanti personaggi che costellano il romanzo; dall’altro, come autore, organizza sapientemente la storia per capitoli, disvela progressivamente il mistero del delitto, e approfondisce i protagonisti e, in certi casi, interviene, sia pure indirettamente.
Il romanzo, infatti, inizia come, in un film, con un preambolo: l’assassinio di Liliana, bella, facile e ambiziosa, che verrà scoperto successivamente e termina con un colpo di scena: l’assassino che si confessa non davanti ad un detective o a un tribunale, ma, per scelta dell’autore, a noi lettori.
Per l’autore questo romanzo è una sorta di “biografia immaginaria” e difatti i personaggi sono credibili, avvincenti e al tempo stesso si fanno, nella capacità narrativa dell’autore, un vero e proprio strumento capace di tratteggiare, con efficacia storica e sentimentale, l’Italia fra il dopoguerra e il boom.
Particolare rilevanza assume in questo aspetto l’abile gioco linguistico dell’autore basata sull’alternanza del parlato toscano sapientemente trascritto e il dialetto veneto, specchio concreto della bonifica che videro protagonisti molti contadini veneti nelle campagne pisane.
Ottima la scelta dell’autore di conferire al romanzo un significato corale: nessun personaggio emerge nella narrazione a scapito di altri, così come il pretesto del giallo è un ottima ideazione che tiene insieme le fila delle storie collaterali intorno al nucleo centrale da risolvere. È un romanzo a tratti dal sapore antico per quella capacità di convivenza fra generazioni che ha caratterizzato la nostra storia più recente. Orsi è capace di trasmettere i contrasti politici e sociali di una Repubblica giovane con il ’68 alle porte, facendo intuire (e sperare) un proseguimento della saga dal sapore popolare e che rende il romanzo storico vivo e avvincente.
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