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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

IlNuovoOnline.it parla del libro di Giacinto Zappacosta "Conchiglie sparse" ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Link diretto dell'articolo:
http://www.ilnuovoonline.it/2017/07/12/prosa-e-poesia-per-ripercorrere-la-nostra-storia/

Il “tu”, nel corso dell’intervista, trattandosi di un collega impegnato nel mondo della comunicazione, è d’obbligo. Giacinto Zappacosta, vastese, ha di recente pubblicato, per i tipi della Aletti Editore, l’opera dal titolo “Conchiglie sparse”, che narra, attraverso le vicende del protagonista, gli ultimi decenni della nostra storia.

Domanda - Giacinto Zappacosta, cominciamo dal titolo. Perché “Conchiglie sparse”?

Zappacosta - Si tratta dell’incipit di una poesia inserita nell’opera. Ho voluto isolare quelle parole, per me significative, per offrile al lettore nel titolo…

Domanda - Ecco, ma la tua opera è un romanzo o un misto di prosa e poesia?

Zappacosta - Guarda, nella presentazione di “Conchiglie sparse”, che ha avuto luogo nei locali della Società Operaia di Mutuo Soccorso in Vasto, l’amico prof. Nicolangelo D’Adamo ha parlato della struttura del prosimetro, con ciò mettendomi un po’ in imbarazzo perché quella tipologia letteraria annovera, tra gli altri, Petronio e Dante. Ringrazio il Preside D’Adamo, ma mi limito a dire che la trama del romanzo si ferma di tanto in tanto per dare spazio alla poesia. Si tratta di miei versi che ho composto nel corso degli anni.

Domanda - È nata prima la trama del romanzo, cioè la prosa, e dopo la parte poetica o viceversa?

Zappacosta - La tua domanda mi fa venire in mente l’approccio teorico di Edgar Allan Poe, geniale letterato purtroppo conosciuto solo per i suoi “gialli”, il quale pretendeva, riuscendovi, di smontare un’opera d’arte nelle sue componenti, pezzo per pezzo, come si potrebbe fare col motore di un’auto. Su questa base, posso dirti che in effetti le poesie hanno preceduto, temporalmente e logicamente, la parte in prosa, che può essere considerata come la cornice che abbraccia il poetare.

Domanda - Allora raccontaci la genesi di “Conchiglie sparse”

Zappacosta -Ho passato l’estate di qualche anno fa a rifinire una sceneggiatura di un film. Sì, perché questo è un altro aspetto che vorrei sottolineare: l’opera, godibile alla lettura quale romanzo con l’intercalare dei versi, ha la struttura di una sceneggiatura. Penso e spero che il parto del mio lavoro possa meritare l’attenzione di un regista o di un produttore. Quanto al contenuto, si tratta di un percorso, chiamiamolo storico-sentimentale, attraverso le vicende dell’ultimo periodo, partendo dai primi anni Sessanta, quando il protagonista, bambino, vive da spettatore i fermenti, anche politici, che caratterizzano quell’epoca, passando attraverso i fatti che hanno segnato la nostra vita, dallo sbarco sulla luna al rapimento di Moro, al terremoto dell’80, per giungere ai giorni nostri. Il tutto si interseca con le vicende personali del protagonista, che poi sono inserite in quei fatti storici, fatti evidenziati man mano dai programmi televisivi che appaiono, sullo sfondo, dapprima in bianco e nero e poi a colori, a significare il fluire del tempo e delle prospettive storiche. Una sceneggiatura che cerca di affrontare anche le problematiche etico-morali, quali ad esempio l’aborto e il rapporto tra religioni diverse. Le scene narrano la vita di campagna di qualche decennio fa, le partite a pallone nella semplicità dei rapporti tra ragazzini, la complessità dei rapporti sociali in epoca più recente. Questo, in breve, il sugo del discorso, come direbbe Manzoni.

Domanda - Nel libro tu non fai riferimento né a nomi di persona, né a nomi geografici. Però, dai, il protagonista, dapprima bambino, poi ragazzo, poi adulto, sei tu …

Zappacosta - Ho preferito liberarmi di riferimenti precisi a persone, ambienti e cose. Certo, alcune espressioni dialettali, molto gustose e colorite, sono indubbiamente tratte dal dialetto vastese. Quanto a me, vale a dire la mia presenza o meno all’interno della storia narrata, preferirei che la mia opera fosse valutata in sé, magari secondo i canoni artistici delineati splendidamente dal nostro conterraneo Benedetto Croce.

Domanda - Va bene. Rispettiamo il tuo riserbo. Com’è il rapporto col pubblico? Che riscontri hai?

Zappacosta - Vorrei intanto ringraziare il mio editore, la Aletti, che ha creduto in me e che mi sta seguendo ed assistendo passo passo con professionalità. Il libro è apprezzato e ne ringrazio i lettori. L’opera è già stata acquistata, anche in rete, da un significativo numero di persone, cui vanno i miei ringraziamenti.

Domanda - Programmi per il futuro?

Zappacosta - Sto scrivendo un altro romanzo …

Domanda - Davvero? Qualche anticipazione?

Zappacosta - Parlo di amore nella sua accezione più carnale. Non dico altro.


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