| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “La questione sociale nei romanzi storici di Andrea Camilleri”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Rosario Parisi - Andrea Camilleri, come specificato nel libro stesso (che poi altro non è che la prova finale discussa al momento di conseguire la mia laurea in Lingue e Letterature Straniere), è lo scrittore che più di ogni altro mi tiene compagnia con i suoi libri: era quindi un mio sogno nel cassetto conseguire il mio titolo universitario parlando di lui. A dire la verità, io avevo pensato di svolgere un lavoro inerente i romanzi con protagonista il commissario Montalbano, ma al mio relatore l’idea non piacque particolarmente. Però, avendo intuito già dal nostro primo incontro la mia passione per questo autore, il professore gentilmente mi propose una sorta di “compromesso”: non avrei scritto un elaborato su Montalbano, ma avrei lavorato comunque su Camilleri; fui perciò messo davanti a un bivio: avrei potuto scegliere di svolgere una prova finale o sugli adattamenti teatrali delle opere di Camilleri (avendo tra l’altro studiato, tra le materie del mio piano di studi, Letteratura teatrale italiana), o sul tema della questione sociale nei suoi romanzi storici. Io preferii quest’ultimo tema, e così, a poco a poco, nacque la mia opera di saggistica. Si tratta di un’analisi delle varie tematiche pertinenti ai problemi da tempo immemore collegati alla storia della Sicilia – mafia e brigantaggio soprattutto –, così come Camilleri le affronta nelle sue opere. Devo dire però di essere riuscito, in ogni caso, a far entrare nel mio scritto anche la figura del commissario Montalbano, completando il mio lavoro prendendo in considerazione anche alcuni passi, da me ritenuti importanti, di alcuni romanzi e raccolte di racconti del commissario più amato d’Italia. Più in dettaglio, il mio libro è articolato in due parti principali: una prima parte in cui tratto analiticamente l’analisi sopra enunciata, e una seconda in cui completo le mie considerazioni prendendo in esame le varie fonti che sono servite a Camilleri per la stesura delle sue opere – concentrandomi anche sul confronto tra situazioni romanzate e realtà.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Rosario Parisi - Essendo il mio un lavoro di saggistica, è basato su opere concepite da un altro autore; è stato quindi Camilleri, negli anni, a scrivere facendo riferimento ai vari aspetti della questione sociale siciliana che anch’io, ovviamente, ho preso in esame nella mia prova finale. Voglio dire: la maggior parte dei libri presi in esame durante la stesura di quest’ultima appartengono al genere del romanzo storico, e quindi devono per forza fare riferimento a una “cornice” reale; di conseguenza, anche il mio elaborato si “appoggia” su fatti, avvenimenti o contesti reali.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Rosario Parisi - Sinceramente, a suo tempo ho scritto la mia prova finale per via della passione da me nutrita verso Andrea Camilleri, e anche perché risultai allettato dal tema propostomi dal mio relatore – come specificato all’inizio. Però, al tempo stesso, posso dire di condividere il senso di denuncia che Camilleri lascia trasparire dalle sue opere. Non posso, perciò, dissociarmi dal pensiero di Camilleri quando quest’ultimo implicitamente suggerisce, per esempio, di non dimenticare – e ovviamente combattere – i mali che hanno attanagliato e tuttora attanagliano la Sicilia e la società siciliana, primi fra tutti la mafia, la corruttela e le violenze del fascismo (tanto per citare alcune delle problematiche che emergono dagli scritti dell’autore empedoclino, e quindi anche dalla mia opera).
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “La questione sociale nei romanzi storici di Andrea Camilleri”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Rosario Parisi - Dipende: per quanto riguarda specificatamente la fase di scrittura, scrivere la mia prova finale è stata un’emozione unica che solo chi si è laureato come me può comprendere; invece, poi ci sono stati altri momenti ugualmente emozionanti: aver partecipato con il mio elaborato al “Premio Internazionale Salvatore Quasimodo”, essere stato selezionato per la pubblicazione, e quindi aver ricevuto e firmato il contratto di edizione, sono momenti che di sicuro non si dimenticano.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Rosario Parisi - Molti autori, oltre a Camilleri, mi piacciono – Bufalino, Svevo e Pirandello su tutti, ma anche Verga, Montale e Borges (però leggo anche molti racconti gotici, uno dei generi che prediligo anche per i miei racconti) –, comunque finora ho scritto senza ispirarmi a nessuno di essi.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Rosario Parisi - Ritengo di no; in generale, quando scrivo ritengo di non “appoggiarmi” a nessuno, anche se mi piacciono diversi scrittori e poeti, come detto sopra: scrivo nel modo che mi è più congeniale al momento della stesura delle mie opere, siano esse poesie o racconti. Certo, quando scrivo questi ultimi cerco di far riferimento a determinati filoni narrativi, ma questo è tutto un altro discorso.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Rosario Parisi - Io scrivo racconti e poesie, queste ultime anche nel dialetto nella mia città. Comunque, il genere con il quale mi “diverto” di più a “scatenare” la mia fantasia è certamente il racconto, soprattutto horror, anche se in passato ho conseguito riconoscimenti anche con racconti a carattere storico.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Rosario Parisi - Certamente il libro cartaceo, senz’ombra di dubbio. In questo senso sono tradizionalista.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Rosario Parisi - Come detto poc’anzi, si è trattato di un’emozione forse unica, che cresceva giorno per giorno. È stata un’esperienza che ripeterei senz’altro. Scrivevo una pagina al giorno, ma tra correzioni varie e rielaborazioni di quanto avevo scritto, sono passati alcuni mesi. È stato bello soprattutto recarmi nelle varie biblioteche della mia provincia per procurarmi i diversi testi, alcuni certamente di edizione non recente, che mi sarebbero serviti per lo studio delle varie fonti utilizzate da Camilleri. Certamente è stato un bel lavoro di “indagine”, che ovviamente mi ha arricchito anche culturalmente.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “La questione sociale nei romanzi storici di Andrea Camilleri”, se non lo avesse scritto.
Rosario Parisi - La passione per Andrea Camilleri, innanzitutto. Ma anche l’interesse per i temi inerenti la questione sociale nella mia Sicilia. So che possono sembrare motivazioni abbastanza scontate, anzi sicuramente lo sono, ma non me ne vengono in mente altre.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Rosario Parisi - Ho in mente la stesura di un romanzo da scrivere a breve. Ma preferirei non dire altro, per il momento.
Prezzo di copertina: Euro 12
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