| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “La gabbia degli innocenti”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Lorena Tessaro - Il titolo del libro nasce quasi per gioco, sbagliando il titolo di un film (non “Il silenzio degli innocenti”). Quello però che era nato come un errore, è finito per essere il titolo perfetto per questo romanzo. Pur essendo un giallo-poliziesco, questo romanzo porta alla luce uno dei grandi problemi che ancora affliggono la nostra società: la violenza sulle donne. Donne innocenti che finiscono in una gabbia, non fatta di sbarre, ma di paura e violenza, dalla quale è difficile evadere e nella quale si rischia di morire per un amore corrotto.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Lorena Tessaro - La realtà è parte integrante di tutti i libri che scrivo, compreso “La gabbia degli innocenti”. La realtà di tutti i giorni è insegnamento e fonte di ispirazione per i miei libri, anche se non tratto di fatti realmente accaduti, cerco sempre di rendere i miei libri più reali e concreti possibili.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Lorena Tessaro - Che la verità è sotto i nostri occhi, ma è talmente soffocata dalla menzogna e dalla falsità, che vederla diventa quasi impossibile. Nonostante questo, però, esistono persone che con tenacia e determinazione la cercano questa verità, a rischio della loro stessa vita a volte.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “La gabbia degli innocenti”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Lorena Tessaro - Prima di mettermi a scrivere questo romanzo, anzi, ancora prima di avere l’idea di questo libro, mi ero imbattuta in un articolo sul settore zero. Detta così può sembrare un ramo segreto del governo, in realtà si tratta, più semplicemente, di una zona del disco interno del computer. Questa particolare zona, non molto grande, resta sempre inutilizzata sia da noi utilizzatori e dallo stesso sistema operativo. L’ho trovato un fatto abbastanza curioso ed insolito. Poi, quando ho iniziato a delineare la trama de “La gabbia degli innocenti”, me ne sono ricordata e ho capito che era un elemento chiave per l’indagine, il tassello senza il quale il romanzo non avrebbe potuto essere quello che è.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Lorena Tessaro - Da appassionata e vorace lettrice, molti sono gli autori che hanno formato il mio stile di scrittrice, ma quelli che hanno lasciato maggiormente il segno sono sicuramente: Anne Rice, Stephen King, Jeffery Deaver, Janet Evanovich e ovviamente Donato Carrisi, forse l’autore che più di tutti mi ha permesso di dare una svolta al mio stile e alle trame dei miei libri.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Lorena Tessaro - La musica ha un’importanza rivelante durante tutto il processo creativo. Ogni libro che ho scritto ha la propria colonna sonora, un marchio di fabbrica che lo contraddistingue e lo caratterizza. Tutti i miei libri hanno poi una forte componente visiva, la concretezza di un quadro dalle tinte forti e decise.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Lorena Tessaro - Prima di approdare al genere giallo, mi sono cimentata con altri generi come il romanzo storico, il fantasy e i racconti horror-gotici. Questi ultimi sono più un esercizio di stile, un modo per staccare la spina e creare qualcosa di assolutamente differente.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Lorena Tessaro - Assolutamente il cartaceo. Ho letto libri in formato digitale, ma nulla può uguagliare il piacere di accarezzare la copertina, sfogliare le pagine, assaporare il particolare odore che ogni libro possiede.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Lorena Tessaro - Dopo un primo inizio, la stesura di questo libro ha avuto una battuta d’arresto di qualche mese. Avevo iniziato a scrivere, ma per qualche ragione il libro non ne voleva sapere di uscire, così mi sono fermata e ho rivisto tutta la trama, stilando una nuova scaletta. Scaletta alla quale mi sono attenuta scrupolosamente anche perché il pericolo di smarrirsi era dietro l’angolo. Per questo libro, infatti, ho deciso di abbandonare la solita scrittura lineare passando da un personaggio all’altro. Ho diviso il libro in tre filoni, percorrendone ciascuno da cima a fondo per poi fonderli insieme, assemblando il romanzo così com’è ora. È stato qualcosa di nuovo, ma perfetto per questo libro.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “La gabbia degli innocenti” se non lo avesse scritto.
Lorena Tessaro - I personaggi. I due protagonisti del romanzo, così come quelli secondari che si avvicendano durante lo snodarsi della storia, sono la vera spina dorsale del libro. La trama si trova quasi a finire in secondo piano, o più semplicemente, il pretesto per radunare insieme tutti questi personaggi che ho cercato di rendere unici e reali.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Lorena Tessaro - Ho diversi progetti in cantiere e tantissime idee per nuovi romanzi: l’ultimo romanzo di una trilogia thriller, un poliziesco e anche il seguito de “La gabbia degli innocenti”. Tante idee e poco tempo per dargli forma purtroppo.
Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.164 €12.00
ISBN 978-88-591-4046-7
Il libro è disponibile anche in versione e-book
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